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Rimane alta l'attenzione su tutto ciò che fanno i cosiddetti Big 3: Rafa, Roger e Nole. La notizia che Nadal sia entrato nel mondo del turismo come socio di Zel, nuovo brand legato al colosso alberghiero Melià, ha riacceso i riflettori anche su tutto ciò che ruota attorno a Federer e Djokovic
19 dicembre 2022
Immaginarli nelle vesti di manager, seduti dietro una scrivania alle prese con business plan e montagne di numeri, è francamente molto difficile. Ma se Roger Federer, Novak Djokovic e Rafael Nadal hanno ormai intrapreso (con successo) la strada dell'imprenditoria, c'è da giurare che l'abbiano fatto con grande attenzione. La stessa che hanno messo nella loro carriera, fin dall'inizio. Del resto un po' imprenditori lo erano già anche quando si limitavano a essere 'solo' dei giocatori, considerato che tutti e tre si sono creati nel tempo dei team sempre più corposi di professionisti al loro seguito. Qui però parliamo d'altro, e lo spunto lo ha dato – pochi giorni prima di Natale – quello che meno degli altri era stato attratto dal mondo del business: Rafael Nadal.
Rafa ha annunciato di essere entrato nel mondo del turismo, peraltro dalla porta principale. Insieme alla catena (spagnola) di alberghi Melià, ha creato un nuovo brand ribattezzato Zel, che punta a soddisfare una fascia medio-alta di pubblico, in alcune delle località più belle del mondo. L'idea è di cominciare con una ventina di strutture (convertendone alcune che ora vanno sotto il nome di Melià), per poi allargarsi e arrivare a coprire una fetta di mercato importante. L'avvio – come è normale che sia – avrà la Spagna come protagonista, con Maiorca e Madrid. Ma l'idea è di andare in città di mare di prestigio e in località di richiamo con le grandi capitali europee. Senza dimenticare l'Italia, che sul turismo costruisce una parte fondamentale della propria reputazione all'estero.
I Big 3 imprenditori, le immagini
“L'obiettivo di Zel – ha detto Nadal – è di fare un passo alla volta ma di arrivare presto al top. Mentre io continuerò a giocare a tennis. Questo mio investimento, infatti, non significa affatto un mio disimpegno dall'agonismo. Ho ancora davanti altro tempo e cercherò di sfruttarlo a dovere”. La precisione è dovuta ma su questo c'erano pochi dubbi. Già in passato, Nadal aveva fatto dei passi da imprenditore, in particolare quando aveva aperto la sua Academy a Manacor. In quel caso, tuttavia, si parlava ancora di tennis, e i rischi d'impresa erano relativi. Adesso, in un mondo totalmente diverso dal suo, la sfida è senz'altro più stimolante.
Rafa era rimasto ai margini del mondo imprenditoriale, fin qui, almeno rispetto ai suoi due grandi rivali nel Tour. Roger Federer, che in realtà è da sempre molto attivo con la sua Fondazione, è entrato nel 2019 con una quota (pare, equivalente a 50 milioni di franchi svizzeri) nella società 'On', che produce calzature sportive. Nel 2021 la stessa società è stata quotata alla borsa di New York, mentre è di quest'anno l'uscita del primo prodotto per il tennis. Targato Roger, ovviamente. Tra titoloni sull'ingresso in borsa e notizie su possibili discese, in realtà l'attività di Roger pare vada a gonfie vele. Con l'apporto del vincitore di 20 titoli Slam sempre più importante nella fase di progettazione dei prodotti, innovativi sotto ogni aspetto.
L'ultimo Big 3 è stato anche l'ultimo a entrare nel circuito, ma in realtà è stato il primo a buttare l'occhio oltre il campo da tennis. Non sorprende, del resto, che a Novak Djokovic non basti essere uno dei migliori tennisti di sempre. La curiosità del serbo lo ha portato spesso a esplorare terreni a lui poco noti, che poi in seguito ha magari mantenuto lasciando tuttavia ad altri la gestione. È capitato con immobili, alcuni ristoranti e con un hotel, sempre nella sua Serbia (nel 2013), ma anche con altre attività come la Djokolife, presentata in pompa magna nel 2015.
In questo caso il focus era l'alimentazione sana, uno dei pilastri su cui si è sempre fondata la preparazione del serbo. Ultimo, ma non meno importante, il passo che Novak (insieme alla moglie Jelena) ha compiuto nel giugno del 2020, quando ancora la pandemia era ben presente nelle nostre vite: i coniugi Djokovic sono ora proprietari di una quota di maggioranza in una società di biotecnologie danese, la QuantBioRes, formata da un gruppo di 11 ricercatori tra Danimarca, Australia e Slovenia. Si lavora su un trattamento alternativo ai vaccini contro il Covid, e già questo – vista la storia tormentata del serbo in questi ultimi tre anni – è qualcosa che fa volare l'interesse. Non una novità, quando di mezzo ci sono i Big 3.