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Campioni internazionali

John Millman, l'australiano che tifa Liverpool e sfida Berrettini

Tutto sul trentunenne di Brisbane, numero 42 del mondo, che ha sconfitto Roger Federer allo US Open del 2018. Tifa Liverpool, ama il gruppo musicale dei Killers, legge saggi di politica.

di | 11 maggio 2021

Una carriera fatta di grandi battaglie, di epiche quasi-vittorie. John Millman, numero 42 del mondo, al secondo turno degli Internazionali BNL d'Italia sfiderà Matteo Berrettini. Sarà la sua ventesima partita contro un Top 10. Ne ha vinta solo una, contro Roger Federer allo US Open del 2018. Con quel risultato, ha festeggiato il primo quarto di finale Slam in carriera. Poi all'Australian Open del 2020 è andato vicinissimo a batterlo di nuovo. Ma il sogno del bis si è infranto a due punti dalla vittoria, sull'8-4 al tiebreak del quinto set.

Non è un giocatore da terra battuta, nel circuito maggiore ha un bilancio vittorie-sconfitte di 18-24 e agli Internazionali BNL d'Italia ha raggiunto al massimo il secondo turno.

Ma conosce le asprezze da superare per ottenere il massimo quando non è la facilità di una predisposizione innata a guidare passi e movimenti. Ha saltato undici mesi per un'operazione alla spalla fra 2013 e 2014, e altri quattro nel 2017 per un infortunio all'inguine. Ma nel 2018 ha giocato la sua prima finale ATP a Budapest salvando tre match point a Bedene lungo il percorso. Ne ha cancellati altri tre nel cammino verso la seconda, persa a Tokyo nel 2019, e due contro Tommy Paul la settimana in cui ha vinto il primo titolo a Nur-Sultan (nuovo nome di Astana, capitale del Kazakistan).

Tifoso del Liverpool, appassionato del gruppo rock dei Killers e di football americano, Millman ha toccato il best ranking di numero 33 nel 2018.

Trentunenne di Brisbane, c'era nel 1999 quando l'Australia, nella capitale del Queenslans, ha battuto la Russia in Coppa Davis. "Mi ricordo di Kafelnikov che si lamentava per lo stato del campo e di Wayne Arthurs che giocò un gran match e vinse contro Yevgeny" ha ricordato a Tennis Head.

E' curioso, però, che a quei tempi Millman fosse un tifoso di Pat Rafter. L'appartenenza alla comunità fa la differenza, ma il loro stile di gioco non potrebbe essere più diverso.

L'attuale numero 42 del ranking ATP è un difensore, più vicino a Lleyton Hewitt che ai grandi australiani del passato. Una storia, quella dei Laver e dei Newcombe, degli Emerson e dei Roche, fatta da giocatori d'attacco, specialisti dell'erba e delle superfici veloci.

Una storia, ha detto Millman, "che è insieme un'ispirazione e un peso per chi è venuto dopo, perché veniamo spesso messi a confronto con loro anche se non abbiamo raggiunto le loro vette. Ma va anche detto che il mondo del tennis è cambiato da allora. Non penso che vedremo più una nazione dominare ancora come un tempo hanno fatto gli australiani e gli americani". L'Italia, con dieci Top 10, prova adesso a guidare la transizione verso il futuro del gioco. 

E in questo futuro potrebbe esserci, in un altro ruolo, anche Millman. Oltre alla PlayStation, dedica il suo tempo libero anche a leggere autobiografie e saggi di politica. Più volte gli hanno chiesto di candidarsi per entrare a far parte del Player Council dell'ATP, ma la lunghezza triennale del mandato l'ha sempre spaventato alla luce degli infortuni piuttosto frequenti. Ma alla fine della carriera, ha detto, "mi piacerebbe molto essere coinvolto nel governo e nell'amministrazione del tennis".

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