
Chiudi
Il 5 dicembre 1992 John McEnroe giocava la sua ultima partita in Coppa Davis vincendo un doppio decisivo per indirizzare la finale contro la Svizzera a Fort Worth e avviarsi a conquistare l'insalatiera per la quinta volta in carriera
di Alessandro Mastroluca | 05 dicembre 2022
John McEnroe ha vinto 154 titoli, 77 in singolare e 77 in doppio. Ha raggiunto la vetta in entrambe le classifiche, ma c'è una cosa che più di tutte lo rende fiero in una carriera da leggenda. Non è la quantità di titoli, non è la fama mai spenta che l'ha reso protagonista di spot e ha trasformato la sua rivalità con Bjorn Borg in un film di successo.
E' l'aver riportato negli Stati Uniti l'amore per la Coppa Davis. Primo per partite giocate e vinte in singolare con la nazionale USA, metà della miglior coppia di doppio nella storia degli USA (14 vittorie in 15 partite con Peter Fleming), McEnroe l'ha alzata cinque volte l'insalatiera. L'ultima nel 1992 dopo aver giocato, il 5 dicembre, l'ultimo dei suoi 69 incontri complessivi in nazionale.
La prima finale l'ha vinta nel 1978, battendo in finale i britannici John Lloyd e Buster Mottram in tre set. L'anno successivo si è ripetuto contro l'Italia, sconfitta 5-0. Nel 1981, contro l'Argentina, ha ottenuto di fatto tre punti. Ha battuto in singolare Guillermo Vilas e Jose Luis Clerc, e partecipato anche al successo in doppio.
Nel 1982 ha vissuto quella che rimane la miglior stagione di sempre in Coppa Davis: 12 vittorie su 12, tra singolare e doppio. Nei quarti, a St.Louis sul tappeto indoor, ha piegato il campione in carica del Roland Garros, lo svedese Mats Wilander 9-7 6-2 15-17 3-6 8-6 dopo sei ore e 22 minuti. E non si è più fermato.
In finale, contro la Francia in trasferta e sulla terra rossa, porta il primo punto contro Yannick Noah nel primo singolare, poi sigilla il trionfo in doppio con Peter Fleming su Noah e Henri Leconte.
Dieci anni dopo è a Fort Worth per la finale contro la Svizzera, che per la prima volta è arrivata a giocarsi il titolo in Coppa Davis. In Texas arrivano anche 1200 tifosi svizzeri che riempiranno il Tarrant County Convention Center, dove si gioca la finale, di bandiere, ocarine e campanacci.
L'attenzione dei giornalisti è quasi tutta su McEnroe, che ha 33 anni e sta pensando al ritiro mentre si moltiplicano le voci sulla separazione dalla moglie Tatum O'Neal. "Stiamo avendo problemi coniugali" dichiara The Genius in un comunicato, poi si chiude in un silenzio addolorato. Passa quasi tutto il tempo in albergo con i tre figli: Kevin, 6 anni; Scan, 5; e Emily, 18 mesi. Il capitano USA Tom Gorman lo protegge, limitando gli allenamenti. Anche i compagni di squadra Agassi, Courier e Sampras formano una sorta di barriera protettiva verso un'icona del tennis che rispettano a tal punto da chiedere che diventi lui il prossimo capitano di Coppa Davis.
La prima giornata della finale non va come previsto. Agassi fa il suo e domina Jakob Hlasek 6-1 6-2 6-2. Ma Jim Courier, numero 1 del mondo e campione in carica al Roland Garros, cade contro Marc Rosset, che infila 27 ace in quattro ore e 23 minuti di partita, e vince 6-3 6-7(9) 3-6 6-4 6-4.
Da bad boy a capitano: la trasformazione di “Mac”
In doppio, Gorman sceglie McEnroe in coppia con Pete Sampras, contro Hlasek e Rosset, che non sono nemmeno in Top 20 in singolare ma danno spettacolo e vincono i primi due set.
McEnroe, il "ribelle con una causa" secondo l'azzeccatissimo slogan di una famosa pubblicità, fa quello che gli riesce meglio. Crea il caos, distrae, sposta l'attenzione. Inizia a protestare con l'arbitro per il rumore dei campanacci degli svizzeri. Urla contro McEnroe, lancia parolacce verso il capitano avversario Sturdza.
Riesce a far odiare gli svizzeri, e non ci sono riusciti in tanti nella storia. La partita cambia completamente. Gli USA vincono il terzo set e prima della pausa di 10 minuti che allora precedeva il quarto parziale, McEnroe lancia la maglietta verso i tifosi sulle tribune.
Sports Illustrated, nel numero di dicembre 1992, parla di un discorso di McEnroe dai toni molto accesi contro gli svizzeri. Quel che è certo è che al rientro in campo Sampras alza il pugno ad ogni vincente, esulta come mai prima.
"In quel momento che John è davvero emerso come leader” ricorda Courier in un lungo articolo su quella finale sul quotidiano svizzero Les Temps.
Nel finale di partita, Sampras e McEnroe elevano il gioco fin dove gli svizzeri non possono arrivare. La coppia USA chiude 6-7(5) 6-7(8) 7-5 6-1 6-2. Dopo il match point Pistol Pete si avvicina verso McEnroe e lo abbraccia. “I love you Mac” gli dice.
Ma non è ancora finita. C'è ancora almeno un singolare da giocare. Jim Courier apre l'ultima giornata contro Hlasek. Vince il primo set, ma cede il secondo e si ritrova sotto di un break nel terzo. Da dietro, dalla panchina, Agassi gli si avvicina. Gli sussurra di non mollare, di dare tutto in campo.
Per qualche strano motivo, funziona. Courier vince 6-3 3-6 6-3 6-4 e regala agli Stati Uniti la 30ma Coppa Davis. Festeggia anche McEnroe, che agita da condottiero la bandiera. L'immagine di un Davisman senza tempo.