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Campioni internazionali

Lupo Nole ha fame e sbrana la vittoria n.999

Con il successo sul canadese Djokovic si qualifica per le semifinali degli IBI22 e si garantisce la certezza di rimanere n.1 per la 370esima settimana. Sulla sua strada il norvegese Casper Ruud, n.10 del mondo

di | 13 maggio 2022

Novak Djokovic e Felix Auger-Aliassime

Novak Djokovic e Felix Auger-Aliassime

Ha una gran voglia di giocare, il Djoker. Si è autoinflitto lunghi mesi di inattività, causa la scelta di non vaccinarsi contro il Covid (che gli ha impedito già a inizio anno di entrare in Australia per gli Open) e adesso che ha ripreso da tre settimane, scalpita.

Battuto subito al rientro a Montecarlo dall’atletismo dello spagnolo Davidovich Fokina e ribattuto in finale nella sua Belgrado da Andrey Rublev dopo aver faticato come una bestia per arrivare fino al match decisivo, ha progressivamente ritrovato il ritmo-partita a Madrid, arrivando a un soffio dal successo contro ‘el nino maravilla’ Alcaraz.

Eppure non era ancora il Djokovic migliore.

Quello che stasera al Foro Italico ha ottenuto contro Felix Auger Aliassime la vittoria n.999 della carriera, che gli dà la certezza di essere ancora n.1 del mondo lunedì prossimo, per la settimana n.370 (più di 7 anni…) è sempre più vicino al Super-Nole del 2021, capace di conquistare tre quarti di Slam.

Ha bisogno di partite così, dove può “fare a botte” con i più giovani aspiranti al suo trono, per arrivare al massimo ma mai come in questi giorni brilla nel suo sguardo quella fame agonistica che, per il rendimento di uno che ha già vinto 20 Slam, fa tutta la differenza del mondo.

Se andiamo a guardare la classifica ATP Race, che tiene conto solo dei punti conquistati dal 1° gennaio, il serbo è solo n.29 del mondo. Se andiamo a chiedere a uno qualsiasi dei 10.000 spettatori che hanno affollato il Centrale stasera chi vincerà il torneo, nessuno ha dubbi.

La carica di energia, la voglia di correre, il rumore schioccante della palla sulle corde, lo sguardo a tratti spiritato, l’urlo belluino già alla conquista del primo set dicono che il lupo (come ama definirlo la moglie Jelena) ha fame.

Non traccheggia sulle bordate del muscoloso Felix, non si limita a contenere. Prende gusto ad andarci sopra, a picchiare ancora più forte, accettando il confronto con l’allievo di Toni Nadal, 13 anni più giovane. Forse prova ancora più gusto all’idea che dietro gli schemi aggressivi del canadese ci siano le linee guida del mentore del suo più grande rivale. Gode a rintuzzare la combinazione “gran servizio e successiva bordata di diritto” tanto cara a Rafa Nadal che Auger-Aliassime applica sempre meglio, potente, profonda.

Nole è pronto, Nole è concentratissimo. Il suo sguardo fulmina chiunque, nel box del suo team, non sia concentrato su ogni punto, ogni dettaglio del match, si tratti del coach Goran Ivanisevic o del preparatore fisico Marco Panichi, del manager Dodo Artaldi o del fisioterapista argentino Ulises Badio. Devono vivere la ‘caccia’ insieme a lui ad ogni istante, condividere tutti gli stati d’animo e le complessità del match.

Il confronto dei quarti di finale è stato un allenamento eccezionale in vista della semifinale contro il norvegese Casper Ruud, che tira meno forte di Auger-Aliassime ma sbaglia anche meno. E si allena all’Accademia maiorchina di Nadal.

In qualche modo l’ombra di Rafa attraversa sempre la strada del Djoker a Roma. Un torneo che il n.1 del mondo ha vinto già 5 volto (contro le 10 del rivale). E in questo caso non fa che stimolarlo a tirar fuori il meglio, sempre di più.

Di solito arrivati a questo punto della stagione, uno come Djokovic cominciava a dosare le energie: quest’anno ha bisogno di sfogarsi. Per chi si trova dall’altra parte della rete non è una bella prospettiva. Il lupo ha fame.

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