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Grazie a Jiri Lehecka, la Repubblica Ceca ha ritrovato un quarto di finale Slam che nel maschile mancava da 5 anni. Un segnale di valore per un movimento che al tennis ha dato tanto ma ultimamente pareva un po’ in declino. Grandi nomi in arrivo anche fra le donne: sono ceche le tre migliori under 18 del ranking WTA
03 febbraio 2023
L’attesa è durata cinque lunghi anni, nei quali Tomas Berdych ha appeso la racchetta al chiodo e i potenziali ricambi – tipo Jiri Vesely, ex numero 1 al mondo da under 18 – non si sono rivelati all’altezza, ma finalmente una bandiera della Repubblica Ceca è tornata nei quarti di finale di uno Slam maschile. Un segnale importante, per una delle scuole tennistiche più importanti d’Europa e del mondo intero, che però dopo l’addio dei suoi ultimi due top-10 (Radek Stepanek prima, Berdych poi) ha faticato per anni a produrre giocatori di altissima qualità.
L’uomo simbolo dell’inversione di tendenza è Jiri Lehecka, il 21enne della Boemia che ha salutato i Next Gen con la finale dello scorso novembre all’Allianz Cloud di Milano e a Melbourne ha lasciato il primo segno importante fra i grandi, arrampicandosi fino al Last Eight Club. Un risultato che vale tanto per il suo paese quando per lui, che nel 2022 del debutto nei Major aveva collezionato quattro sconfitte su quattro al primo turno, mentre stavolta ha vinto quattro partite di qualità, battendo nel suo percorso anche Cameron Norrie e Felix Auger-Aliassime (suo primo top-10) per poi arrendersi con dignità a Stefano Tsitsipas.
Un risultato che gli ha permesso di polverizzare una trentina abbondante di posizioni nel ranking e salire al numero 39, con margini per fare ancora meglio. Non sembra avere le stimmate del campionissimo, ma può vivere comunque una carriera di alto livello e intanto promette – da unico top-100 del paese – di far rivivere ai cechi delle soddisfazioni sopite ormai da un po’.
Tralasciando il numero 109 Vesely, che può vantare due vittorie su due contro Novak Djokovic ma sembra aver già ottenuto il meglio dalla sua carriera, l’alleato principale di Lehecka per portare in alto la Repubblica Ceca può essere Tomas Machac. Ha un anno in più di lui e dai primi 100 è di poco fuori, ma ci è già stato di recente e soprattutto ha dimostrato di poter giocare un gran bel tennis, come quello che a Melbourne gli ha permesso di fare partita pari per quattro set contro il numero 3 del mondo Casper Ruud. I due hanno giocato già insieme alla United Cup e lo faranno di nuovo nel fine settimana sulla terra battuta indoor di Maia, in Portogallo, per lo spareggio di Coppa Davis che può riportare la Repubblica Ceca in quelle Finals dalle quali è stata una delle grandi assenti in due delle tre edizioni giocate dopo la riforma.
Restando fra gli uomini, si può in qualche modo ricollegare alla Repubblica Ceca anche Sebastian Korda, un altro dei quarto finalisti dell’Australian Open. Perché, malgrado lui sia nato e cresciuto in Florida e giochi per gli Stati Uniti, suo padre Petr è ceco e il coach Radek Stepanek anche. E non solo, perché proprio durante lo Slam di Melbourne è emersa una storia molto curiosa legata agli inizi di Korda junior, che decise di abbandonare l’hockey a favore del tennis proprio dopo un’esperienza allo Us Open al seguito del padre, all’epoca coach di… Stepanek. Radek giocò nella sessione serale contro Djokovic in un Arthur Ashe Stadium gremito, e il giovane “Sebi” fu talmente colpito dall’atmosfera da decidere di voler fare il tennista.
Se fra gli uomini la Repubblica Ceca vanta un solo top-100, va decisamente meglio fra le donne. Karolina Pliskova e Petra Kvitova, già numero uno e numero 2 del mondo, conservano ancora un posto fra le prime 20, ma a far sognare gli appassionati è soprattutto un gruppetto di giovanissime che promettono un gran bene. Basti pensare che le migliori tre under 18 della classifica WTA sono ceche: Linda Fruhvirtova, classe 2005, la sorella Brenda, di due anni più giovane, e anche la mancina Sara Bejlek, che come età si colloca a metà fra le due.
Anche per questioni anagrafiche, la più in vista del gruppetto è la prima, che a Melbourne ha raggiunto per la prima volta gli ottavi in uno Slam e oggi è a un passo dalle prime 50 del mondo, con i 17 anni ancora da compiere. La sorellina, che è già numero 130 WTA a nemmeno 16 anni, a Melbourne ha invece giocato per la prima volta nel main draw di un Major superando le qualificazioni. La Bejlek (n.162), ci è invece riuscita per la seconda volta di fila, dopo New York.
Il tutto senza dimenticare Linda Noskova, che in confronto alle altre sembra una veterana e invece di anni ne ha da poco fatti 18, essendo nata nel novembre del 2004. La giovane di Vsetin è stata una delle primissime protagoniste della nuova stagione, con la sorprendente finale ad Adelaide (dove ha messo in fila Kasatkina, Azarenka e Jabeur prima di arrendersi alla Sabalenka) che l’ha portata a ridosso delle prime 50 del mondo. Insieme, le quattro promettono di formare una generazione all’altezza di quella che fra 2011 e 2018 fu capace di vincere sei titoli in otto edizioni della Billie Jean King Cup.