Dopo i primi tre mesi del 2023 la Race to Turin prende forma. Il caso del 2022 dice che è già credibile: lo scorso anno sette dei primi otto nell’aggiornamento post Miami avrebbero conservato il loro posto fino alle Nitto ATP Finals. In alto, rispetto a un anno fa c’è Djokovic e manca Nadal, ma la novità più importante è Sinner al numero 4
05 aprile 2023
Con il trionfo di Daniil Medvedev a Miami si è chiusa la prima fetta del 2023 del tennis, sia secondo il calendario (sono passati esattamente tre mesi) sia perché il torneo dell’Hard Rock Stadium ha messo in standby fino all’estate gli appuntamenti sul cemento all’aperto, per lasciare spazio all’arrivo della terra battuta. Significa che, classifica Race alla mano, è un buon momento per fare un primo punto della situazione in ottica Nitto ATP Finals, il maxi evento di fine anno che a novembre porterà per la terza volta i migliori giocatori del mondo al Pala Alpitour di Torino.
La corsa è ancora lunghissima, ma sugli equilibri proposti dal 2023 – e sullo stato di forma dei giocatori – si è già capito abbastanza, e soprattutto c’è un dato che non si può trascurare: andando a esaminare la classifica Race di un anno fa, aggiornata dopo Miami 2022, si scopre che 7 dei primi 8 di allora avrebbero poi conservato il loro posto nella top-8 fino alle Finals. La sola eccezione è stato Taylor Fritz, poi scalzato da Djokovic ma comunque qualificato per Torino – da nono della classifica – in virtù del forfait di Carlos Alcaraz.
Ergo, la Race attuale si può già considerare molto credibile ed è pure un tantino più competitiva della scorsa, visto che i giocatori ad aver superato la soglia dei 1.200 punti raccolti da gennaio sono già nove, contro i sette della passata stagione.
La più grande differenza rispetto a dodici mesi fa è rappresentata dal rendimento di Rafael Nadal: nel 2022 il maiorchino guardava tutti dall’alto con quasi il doppio dei punti rispetto al primo inseguitore, ben 3.350 frutto di un avvio di stagione sensazionale col titolo in Australia e tante altre vittorie; mentre stavolta “Rafa” di punti ne ha raccolti soltanto 45 a Melbourne che gli valgono appena la 344esima posizione. Peraltro ha appena dato forfait a Monte Carlo perché non si sente ancora pronto dopo lo stop per infortunio. Lo si può paragonare al Djokovic dello scorso anno, che – seppur per ragioni diverse – si presentò alla stagione sul rosso con appena 90 punti in cassaforte, ma avrebbe comunque avuto tutto il tempo per recuperare il posto che gli spetta.
Stavolta, invece, Djokovic occupa il secondo gradino della Race to Turin con 2.430 punti raccolti in appena tre tornei, alle spalle del leader Daniil Medvedev che invece di punti ne ha già messi insieme 3.030. Merito del rendimento da urlo tenuto dal russo dopo l’Australian Open, con quattro titoli e una finale nei cinque tornei successivi. Chi invece, pur senza scendere in campo nel primo Slam dell’anno, ha sostanzialmente confermato il ruolino di marcia del 2022 è Carlos Alcaraz: era terzo un anno fa ed è terzo oggi, con un bottino molto simile (1.910 punti oggi, 1.950 lo scorso anno) frutto in particolare di un titolo e una semifinale nei primi due Masters 1000 stagionali, seppur in ordine inverso rispetto a dodici mesi prima.
Escludendo Djokovic, che un anno fa era fuori dai primi 5 della Race solo perché era stato costretto a rinunciare ai primi tre grandi tornei per la questione vaccino, la vera novità nella top-5 della Race è il nostro Jannik Sinner, che nei primi tre mesi di quest’anno ha messo insieme oltre il doppio dei punti rispetto allo stesso periodo della passata stagione.
Nel 2022 l’altoatesino aveva superato un turno in più all’Australian Open arrivando ai quarti di finale, ma poi aveva collezionato due ritiri fra Indian Wells e Miami, fermandosi a 800 punti e fuori dalla top-10 della Race. Stavolta invece, grazie a una trasferta negli States da ricordare, Sinner di punti ne ha già 1.735 e occupa meritatamente il quarto posto della classifica stagionale, per nulla distante da un podio che potrebbe agguantare già a Monte Carlo e senza fare miracoli, data l’assenza di Alcaraz.
A completare la top-5 sempre Stefanos Tsitsipas, che si è migliorato in termini di punti conquistati (1.570: sono 130 in più del 2022) e si frega le mani in vista del torneo del Principato, vinto nelle ultime due edizioni. Insieme a Nadal, l’altro giocatore che lo scorso anno di questi tempi era da top-5 e ora non lo è più è Taylor Fritz, che però staziona al sesto posto e sta continuando in un percorso di crescita che l’ha portato sempre più in alto. Alle sue spalle Tommy Paul, Cameron Norrie e Karen Khachanov, tutti con più di 1.200 punti, mentre a completare la top-10 c’è l’altro statunitense Frances Tiafoe con 890.
Fra i qualificati del 2022 per le Finals, rispetto a un anno fa sono invece messi (molto) peggio Felix Auger-Aliassime, Andrey Rublev e Casper Ruud, che di questi tempi erano fra i primi 8 della Race. Il canadese ha addirittura meno della metà dei punti, 630 contro i 1.420 di un anno fa, mentre il russo è peggiorato (885 contro 1.390) ma se la cavicchia ancora. In grande difficoltà, invece, Casper Ruud, che ha raccolto appena un quinto dei punti conquistati nei primi tre mesi del 2022: era numero 8 della Race con 1.020 punti, mentre oggi è numero 89 e ne ha totalizzati solamente 205.
Ahinoi, nell’elenco di coloro che stanno raccogliendo meno dello scorso anno c’è anche Matteo Berrettini: di questi tempi il romano viaggiava vicino alla soglia dei 1.000 punti (945) grazie in particolare ai 720 della semifinale all’Austalian Open, mentre nel 2023 ne ha messi insieme 312. L’augurio è che la stagione sulla terra e il successivo arrivo dell’erba possano dargli una spinta.