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Conosciamo meglio il 28enne bielorusso, in campo senza bandiera, che affronta Jannik Sinner. L'altoatesino prova a diventare il più giovane a raggiungere i quarti in tutti gli Slam dai tempi di Novak Djokovic
di Alessandro Mastroluca | 05 settembre 2022
Jannik Sinner ha raggiunto almeno i quarti in tre Slam su quattro. Gli manca solo lo US Open. Se dovesse battere Ilya Ivashka, il 28enne che ha impedito il derby azzurro con Musetti negli ottavi, diventerebbe il più giovane a completare il cerchio dai tempi del ventenne Novak Djokovic tra il 2007 e il 2008.
Ivashka, oggi numero 73 del mondo ma salito al best ranking di numero 40 lo scorso giugno, era arrivato negli ottavi in un major solo un'altra volta, a Wimbledon 2021. Anche allora a fermarlo era stato un italiano, Matteo Berrettini, avviato a diventare il primo azzurro in finale nella storia dei Championships.
Andiamo allora a conoscere meglio il bielorusso, in campo come atleta neutrale e senza bandiera accanto al nome nel tabellone.
In questa edizione del torneo, Ivashka ha eliminato l'ex numero 11 del mondo Sam Querrey, che così ha chiuso la sua carriera, il numero 10 Hubert Hurkacz (la sua seconda vittoria su un Top 10 in carriera) e Lorenzo Musetti.
"Mi sento a mio agio quando posso giocare veloce, comandare lo scambio. Quando posso colpire forte e giocare aggressivo. Il mio obiettivo principale è provare a fare il mio gioco e far male ai miei avversari" ha detto in settimana Ivashka.
Dunque, da questo punto di vista quella con Sinner sarà una sfida allo specchio. Anche l'altoatesino, infatti, ha sempre spiegato di divertirsi di più quando è lui a decidere cosa fare con la palla.
Dopo l'eliminazione del francese Corenti Moutet, battuto in quattro set dal norvegese Casper Ruud prossimo avversario di Matteo Berrettini, Ivashka è l'unico presente in tabellone a non aver ancora mai disputato un quarto di finale in uno Slam.
Se dovesse battere Sinner, raddoppierebbe i montepremi guadagnati in stagione. Fino allo US Open, infatti, ha incassato 441.631 dollari. Arrivare ai quarti a Flushing Meadows ne garantisce 445 mila.
Gli Stati Uniti hanno accompagnato e segnato i momenti più significativi della sua carriera. Agli USA è legata ad esempio la sliding door della sua storia. Quando aveva 19 anni, infatti, la sua famiglia avrebbe voluto che andasse a studiare in un college americano. Ma ha ottenuto il primo punto ATP in un torneo in Kazakhstan e ha deciso di investire tutte le risorse sul suo sogno.
"All'inizio pensi che un punto nel ranking sia qualcosa di straordinario - ha detto in un'intervista al sito dell'ATP -. Poi quando sei numero 700 del mondo o giù di lì pensi che sei migliore di metà dei giocatori della tua nazione e che magari potresti fare ancora meglio. Poi ti ritrovi 300 e pensi: magari posso giocare le qualificazioni degli Slam, perché no? Negli anni ho cancellato i limiti dalla mia mente, non ho mai smesso di crederci".
Così un anno fa a Winston-Salem, ATP 250 che precede lo US Open, ha vinto il suo primo titolo in carriera perdendo appena cinque game tra la semifinale e la finale.
Ivashka rivela: "Mio padre voleva facessi arti marziali"
Eppure quando era piccolo suo padre lo aveva spinto a provare le arti marziali. Un suo amico gli ha fatto cambiare idea prima che frequentasse la prima lezione. "Non andarci, ti romperai tutto" gli ha detto.
L'amico si chiama Andrei Kozlovsky ed era in tribuna per assistere alle sue partite in questo US Open. E' diventato infatti un ballerino professionista e vive a New York.
Ivashka l'ha ascoltato e subito dopo ha voluto provare il tennis, sport che suo padre praticava spesso con un amico. E' stato amore a prima vista. E il resto è storia.