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Campioni internazionali

Il segreto della nuova Tomljanovic si chiama… Chris Evert!

L’australiana che l’anno scorso naufragò contro Barty ha bissato i quarti a Wimbledon e sta tirando fuori le grandi potenzialità fisiche credendo di più in se stessa. Anche grazie all’aiuto della Signora del tennis, mentore ed amica

di | 05 luglio 2022

Chris Evert sul Centre Court di Wimbledon con Rod Laver e Bjorn Borg

Chris Evert sul Centre Court di Wimbledon con Rod Laver e Bjorn Borg (Foto Getty Images)

Quand’è apparsa color verde speranza, verde erba di Wimbledon, sul Centre Court fra i campioni che hanno fatto ancor più grandi i 100 anni del mitico Centre Court, a qualcuno è scappata una lacrimuccia per la Signora del tennis che sta lottando contro un tumore. Ce la farà, non ce la farà? La sua amica/nemica per eccellenza, Martina Navratilova, assente alla cerimonia perché colpita dal Covid, ha tranquillizzato tutti assicurando, per esperienza diretta, sul campo, che l’ex fidanzata d’America, reginetta del tennis percentuale da fondocampo con precisione, concentrazione, resistenza e completezza tecno-tattica, ce la farà come ce l’ha sempre fatta, da guerriera qual è. Ma certo vederla in carne e ossa, dopo tante foto angosciose di lei che soffre e sopporta stoicamente la chemio è stata una delle immagini forti della cerimonia di domenica. Anche Ajla Tomljanovic era arci-sicura che la signora Evert - 67enne - avrebbe reagito eccome, perché è in contatto da tempo con lei e deve parte dei suoi quarti di finale a Wimbledon (contro la kazaka Elena Rybakina), i secondi consecutivi, proprio ai consigli e al supporto dell’ex numero 1 del mondo, campionessa di 157 tornei fra cui spiccano 18 Slam di singolare. 

OCCASIONE FLORIDA

Tomljanovic, croata di nascita, naturalizzata australiana dal 2014, ha finito in lacrime la maratona di 2 ore e mezza contro Alizé Cornet.  Sorpresa e felice, a 29 anni, si è subito preoccupata che il padre e il preparatore fisico, Ratko, prolungassero per un’altra notte la prenotazione dell’hotel a Wimbledon che il team aveva fissato fino a giovedì: “Guarda papà che non mi muovo da lì, anche se devo dividere la stanza con un’altra persona”. La seconda telefonata è stata con la Chris più famosa del tennis, che da mentore è diventata amica della bella ragazza nata a Zagabria il 7 maggio del 1993. E anche se impegnata nella sua guerra personale contro il cancro, non ha abbandonato la sua crociata per rilanciare la concittadina di Boca Raton, in Florida.

“Negli ultimi mesi abbiamo parlato più che mai. Sapevo dei suoi problemi e le ho anche detto una volta: ”Oh, mio Dio, non voglio disturbarti con le mie questioni perché sei impegnata in qualcosa di molto più difficile”. E lei mi aveva risposto, decisa: ”No, no, amo, in un certo senso, questa distrazione”. Così ci siamo avvicinate molto, ci teniamo sempre di più l’una all’altra, ci amiamo proprio, lei mi manda messaggi prima dei match dicendomi che crede in me”.

Ajla ha sempre avuto problemi di fiducia nelle proprie capacità: proprio per questo ha chiesto aiuto alla Evert che è nata e cresciuta in Florida, dove ha anche una scuola alla quale si appoggia l’USTA, la Federtennis Usa, e dove l’australiana risiede. “Dopo il match con Cornet, Chris mi ha ripetuto credo tre volte: “Ajla, sei di nuovo nei quarti”. Credo l’abbia fatto perché io non riuscivo a parlare e continuavo a ridere mentre lei mi diceva quanto fosse felice per me. E io continuavo a ripeterle: “Ci crederesti mai che sono qui due mesi dopo quello conversazione che avevamo avuto?”. E lei di rimando: “Devi crederci perché hai sempre lavorato duro. Sei una delle atlete che ho visto lavorare di più, ma c’è sempre qualcosa che manca per salire uno scalino in più”.

CONSAPEVOLEZZA

Quand’ha abbandonato la Croazia da numero 1 del paese per sposare la bandiera australiana, Ajla è stata considerata una traditrice, ha avuto i suoi problemi nel cambiare l’attitudine attendista, in campo, ma ora è convinta di aver trovato la combinazione giusta. “Ho dovuto imparare a prendere più rischi e a non guardarli come rischi perché ho gran colpi, sono alta e forte, e non devo correre continuamente dietro la riga di fondo, ma dettare io lo scambio per non sperperare il capitale di potenza che ho dentro di me. Ho un’anima di lottatrice, anche se magari non si vede perché non urlo, dentro di me lotto fino alla fine”.

L’anno scorso, ai quarti a Wimbledon, Ajla naufragò, spazzata via per 6-3 6-1 dalla connazionale Ash Barty, allora numero 1 del mondo, dopo che nel secondo turno aveva superato proprio la Cornet, avversaria 12 mesi degli ottavi. Una circostanza che l’ha aiutata a superare la battaglia contro la tenace francese? “No, è stato più complicato. Non ero nervosa, ero fiduciosa proprio perché l’avevo già battuta proprio a Londra, ma poi lei ha giocato ad un livello molto alto e io che mi sentivo a tratti superiore ho sprecato molte energie per darmi addosso. Ho smesso a metà secondo set, dopo aver perso il primo. Devo imparare a essere più clemente con me stessa, adesso ci riesco soprattutto contro quelle più forti o che non ho mai battuto, e così gioco meglio. Senza pensare al mio problema: odio sbagliare”.

Contro la russa Rybakina con la quale ha perso nell’unico precedente (l’anno scorso a Madrid), che è potente quanto lei ed è superiore in classifica (numero 23 contro 44), Ajla confida che le cose siano diverse rispetto all’anno scorso: “ Per me fu uno shock, successe tutto così in fretta, affrontai un’avversaria che stava giocando un tennis incredibile, che era a suo agio sul centrale come se fosse nel giardino di casa, mentre per me era un’enorme occasione. Ora contro Elena la situazione sarà diversa: lei è forte, chiunque arrivi nei quarti sta giocando bene e merita, ma penso di avere più possibilità di allora. Se saprò pensare giusto: che voglio giocarmela, che posso vincere, che non sono la favorita perché non l’ho mai battuta, che devo essere aggressiva, che non devo farla comandare, che devo prendermi le poche occasioni che mi darà al servizio”.

Conviene farsi un’altra chiacchierata con l’amica Chris (Evert): “Parliamo di tutto non solo di tennis”. Sarebbe interessante ascoltarle sull’argomento-uomini, da Jimmy Connors a Matteo Berrettini.

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