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Grande speranza giovanile, Taylor non è esploso come i rivali under 18: con la coppia di coach Nainkin-Annacone rilancia la sfida atletica e, dopo la delusione di Melbourne, a Doha rialza la testa
di Vincenzo Martucci | 12 marzo 2021
Salvate il soldato Fritz. Non Niland, che diede poi spunto al film di Steven Spielberg “Salvate il soldato Ryan” ma Taylor Fritz, il tennista baciato dal destino: bello da sembrare un attore di Baywatch, ricco di famiglia, con la fidanzata pin-up, col cannone nel braccio ma che sembra troppo tenero d’animo, sulla falsariga di Milos Raonic.
Californiano proprio di nascita e non di adozione come Pete Sampras, il moro di Rancho Santa Fe ha illuso troppo quand’ha fatto capolino fra i pro: campione degli Us Open juniores e numero 1 del mondo di categoria, a 18 anni ha. Attuto una serie di record di precocità, come finalista in un torneo ATP, a Memphis, come wild card nella storia del circuito e, come statunitense, dal 17enne Michael Chang a Wembley 1989; a 21 anni è diventato il più giovane yankee top 25, da Andy Roddick nel 2004, ha catturato il primo titolo sull’erba di Eatsbourne e ha firmato cinque successi contro i primi dieci del mondo.
Poi però non è esploso come gli ex rivali da junior, Rublev, Shapovalov e Tsitsipas, forse per la strana situazione di marito e padre ad appena 20 anni, forse per il suo gioco troppo di rischi, sulla spinta del formidabile servizio, forse perché non ha il sacro fuoco dell’ambizione che gli arde nel cuore: con mamma - Kathy May Fritz - è stata top tennis di tennis, papà Guy Henry Fritz ha giocato anche lui fra i pro ed un allenatore di grido, l’ US Olympic Development Coach of the Year 2016, nonno David May ha fondato Macy’s, una delle maggiori catene di distribuzione degli Stati Uniti.
Salvate il soldato Fritz che rialza la voce a Doha, dove ha sgambettato Goffin salvando tre match point e ha rovesciato il match contro Shapovalov, qualificandosi alle semifinali contro Basilashvili.
E’ una bella occasione di rilancio dopo gli schiaffi degli Australian Open: avanti due set a zero nel terzo turno contro Novak Djokovic che si lamentava per uno stiramento agli addominali, ha mostrato poca personalità e cattiveria ed ha perso un’enorme occasione
S’è arrabbiato per il comportamento di Novak: “Se fosse stato davvero infortunato non avrebbe continuato a giocare. Io ne ero così convinto che, per non ho esultato per rispetto”. S’è fatto influenzare e s’è illuso che il serbo gli avrebbe dato il match. Eppoi, nel quarto set, s’è distratto completamente quando il gioco è stato sospeso per dieci minuti e gli spalti si svuotavano del pubblico per il nuovo lockdown deciso dal governo del Victoria.
Tanto pavido in campo, Taylor con la faccia da buono aveva tirato fuori le unghie in conferenza stampa: “Ad essere onesti, è assolutamente ridicolo che in una partita del Grande Slam ci venga chiesto di lasciare il campo per dieci minuti a metà partita, a metà del quarto set. Cose così non dovrebbero accadere”. Ma, incalzato dai dirigenti di Tennis Australia, aveva subito rettificato: “I media sono sempre a caccia del dramma. Le cose riportate non sono nemmeno vicine a quanto ho detto io. Gli organizzatori hanno fatto un lavoro straordinario per far disputare questo torneo, dobbiamo ritenerci tutti fortunati di essere qui”.
Salvate il soldato Fritz. Che cancella la delusione del terzo turno agli US Open dell’anno scorso quand’era stato raggiunto e superato da Shapovalov da due set a zero, mancando mille occasioni.
Il nuovo Fritz, che ha divorziato dalla moglie e si accompagna con la avvenente Morgan Riddle, ha affiancato coach Nainkin con l’ex guida di Federer, Paul Annacone, e proclama fiero: “Contro Shapo è stata una grande vittoria di testa. Non mi era mai successo di non vincere nemmeno un punto sul servizio dell’avversario come stavolta nel primo set. Sono stato bravo a restar lì e ad aspettare l’occasione. Dopo il precedente di New York, non volevo perdere ancora, così ho spinto ancora più a fondo dopo che ho fallito due match point, non volevo perdere ancora così. Ho cercato in tutti i modi di restare positivo”.
Salvate il soldato Fritz. La chiave è il gran lavoro fisico che ha fatto durante i cinque mesi di lockdown per il Covid 19.
Mai Taylor aveva lavorato tanto su reattività e spostamenti colmando la clamorosa lacuna di Milos Raonic, il pericoloso picchiatore cui Fritz somiglia e che sembrava poter ottenere di più di otto titoli ATP, una finale Slam e magari anche il numero 3 del mondo del 2016.
Senza gambe il soldato Fritz non lo salva nessuno.