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Campioni internazionali

Nitto ATP Finals: il sorpasso di Hurkacz

Già passato dalle Next Gen Atp Finals del 2018, Hubert sta vivendo una stagione d'oro, con ottime chance di approdare a Torino. Nella Race, oggi è numero 8, davanti a Casper Ruud. E il suo tennis è perfetto per la stagione sul duro dei prossimi due mesi...

di | 28 settembre 2021

Anche i '250' servono, in vista dell'approdo alle Nitto ATP Finals. Lo sa bene Hubert Hurkacz, il polacco dal tennis pesante e dal cuore tenero che vincendo a Metz ha portato a casa dei punti pesanti per poter ambire a giocare a Torino. Oggi 'Hubi' è numero 8 della Race, davanti a Casper Ruud, sorpassato proprio grazie al bel risultato in terra francese, dove peraltro Hurkacz ha centrato tre vittorie non banali, di fronte a Lucas Pouille, Andy Murray e – in finale – a Pablo Carreno Busta, uno dei diretti rivali per la corsa all'evento dei maestri.

Con 2755 punti all'attivo attualmente, Hurkacz si è messo in ottima posizione per prendersi uno degli ultimi due posti disponibili per Torino, ma per lui in realtà non c'è ancora nessuna garanzia. Con Casper Ruud, Felix Auger-Aliassime e Jannik Sinner, la corsa è vivissima e per nulla scontata. 

Proprio contro Sinner, a Miami, Hurkacz aveva vissuto nella prima parte della stagione il momento più importante della carriera. Vincendo il 'Mille' della Florida, Hubert aveva cominciato a mettere una seria candidatura sul ruolo di outsider di lusso, in una stagione ancora fortemente condizionata dal ranking congelato a causa della pandemia.

Non è stato un percorso lineare, il suo, e del resto non poteva esserlo visto che non parliamo di un giocatore così abituato a esprimersi ai livelli più alti. Però il polacco ha dimostrato di non spaventarsi di fronte alle opportunità, di non patire eccessivamente la tensione. Per questo, e per via del fatto che il suo tennis è perfetto per gli eventi indoor del finale di stagione, è logico metterlo in prima fila nella corsa alle Finals torinesi.

Hurkacz aveva già giocato le Atp Finals nel 2018. Ma erano quelle dei Next Gen a Milano. Adesso, Torino è ad un passo

Non sarebbe la prima volta, per Hurkacz, in un appuntamento che riunisce i migliori di fine anno. Era già entrato nelle Next Gen Atp Finals di Milano tre anni fa, nel 2018, dopo aver vissuto una stagione tutta all'inseguimento, ed entrando poi grazie al forfait dell'ultim'ora di Denis Shapovalov.

Arrivò in Lombardia, 'Hubi', come una specie di oggetto sconosciuto, mentre tutti gli altri bene o male erano stati già ampiamente promossi con largo anticipo dalla macchina pubblicitaria dell'evento meneghino. Lui arrivò come sempre in punta di piedi, ma fece vedere di avere il tennis per fare molto male anche ai più forti. Gli mancava quella continuità che poi avrebbe trovato in fretta, una volta entrato fra i top 100 Atp.

L'ingresso nell'élite del tennis mondiale è datato 10 settembre 2018, ma da quel momento in poi la scalata si è fatta decisamente più rapida: numero 79 a fine ottobre dello stesso anno, top 50 a maggio del 2019, top 30 a febbraio del 2020, proprio quando la pandemia cominciò a entrare nelle nostre vite sospendendo anche il circo del tennis mondiale. Se parliamo di vera esplosione, tuttavia, parliamo proprio di quest'anno, iniziato al numero 35 Atp e capace di regalargli soddisfazioni insperate fin dal principio.

Dopo il trionfo di Miami è volato al numero 16, mentre l'ingresso fra i top 10 è solo questione di tempo e di 'scongelamento' del ranking. In tutto questo, nessun proclama, nessuna dichiarazione ad effetto. Anzi, a voler ben guardare è proprio difficile trovare traccia, delle interviste di 'Hubi', antipersonaggio se ce n'è uno, eppure con un carattere deciso e ben focalizzato sull'obiettivo di arrivare più in alto possibile.

Wimbledon piange la caduta del Dio Federer

Un'altra svolta, dopo Miami, è arrivata a Wimbledon. Per una singola partita, più che per la semifinale. Il successo (chiaro) ottenuto nei quarti contro Roger Federer, è stato il momento in cui il polacco ha capito effettivamente il suo valore, il momento in cui ha interiorizzato quello di cui gli altri già si erano accorti: che valeva, eccome, i migliori dieci al mondo.

Il solo giocare contro Roger – ha detto – è stato un evento straordinario, qualcosa che sognavo da anni. Averlo battuto è incredibile, un risultato che mi ha dato tanta fiducia per la mia carriera”. Roger, per Hurkacz (come per tanti della sua generazione) è stato l'idolo indiscusso durante la crescita, e batterlo è stato una sorta di certificazione, di prova provata del proprio valore, al di là dei numeri.

Il rimpianto della semifinale persa con Matteo Berrettini non ha cambiato nulla, in termini di consapevolezza. Ormai Hubert ha capito quello che può fare, sa come deve farlo e ha testa e cuore per mettere in pratica gli insegnamenti che la carriera gli ha proposto sin qui. Ha anche parecchio sangue freddo, il che non guasta. E un'educazione vecchio stampo, che lo ha aiutato a non dare nulla per scontato e lo aiuterà da qui in avanti, in quella che sarà la nuova dimensione di top player.

Non è ancora detto che riesca ad approdare alle Nitto Atp Finals di Torino, ma se dovesse riuscirci, sarebbe uno da prendere con le molle. Sarebbe uno che nella settimana buona potrebbe risultare un cliente scomodo per tutti, con quel servizio monstre che gli dona un sacco di punti senza sforzi e con quel tennis in costante crescita. La crescita costante, e senza proclami, propria dei campioni.

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