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Attraverso i suoi profili social, Novak Djokovic ha annunciato il forfait per il Masters 1000 di Indian Wells che ha vinto cinque volte. Il serbo in questi giorni è al centro dell'attenzione anche per le foto, pubblicate dal sito Faktor, in cui appare vicino a Milan Jolovic, leader dei "Lupi della drina" che partecipò al massacro di Srebrenica
di Alessandro Mastroluca | 30 settembre 2021
"Mi dispiace ma non vedrò i miei tifosi a Indian Wells. Non giocherò nel deserto, il mio posto preferito. Spero di tornare l'anno prossimo". Con questo breve messaggio sui suoi profili social, il numero 1 Novak Djokovic ha annunciato che non sarà al via del Masters 1000 che ha vinto cinque volte, in programma eccezionalmente per quest'anno dal 7 al 17 ottobre.
I am sorry I won’t get to see my fans in Indian Wells and play in the desert, my favourite place to go. I hope to see you next year! @BNPPARIBASOPEN
— Novak Djokovic (@DjokerNole) September 29, 2021
Il serbo, che nel torneo vanta un record di 50 successi e 9 sconfitte, non ha più vinto il titolo a Indian Wells dal 2016. Ma a questo punto l'inseguimento al sesto trionfo, che sarebbe un record nella storia di uno degli eventi di maggior prestigio nel calendario ATP, è rimandato almeno al 2022.
"Siamo dispiaciuti che Novak non giocherà quest'anno" ha detto il direttore del torneo Tommy Haas, ex numero 2 del mondo. "Speriamo di poterlo riabbracciare il prossimo marzo.
Djokovic non è più sceso in campo dalla sconfitta contro Daniil Medvedev nella finale dello US Open. A New York ha accarezzato fino all'ultimo il sogno di diventare il terzo uomo nella storia del gioco, e il primo dopo Rod Laver nel 1969, a completare il Grande Slam.
Il serbo ha già ottenuto la matematica certezza della qualificazione alle Nitto ATP Finals, che per la prima volta si disputeranno in Italia, al Pala Alpitour di Torino dal 14 al 21 novembre. E può ancora inseguire un altro record. Punta infatti a terminare la settima stagione da numero 1 del mondo. Nessuno ci è mai riuscito nell'era del ranking computerizzato.
L'assenza a Indian Wells gli consentirà anche di evitare di rispondere a possibili domande sulle foto in cui compare seduto al tavolo di un ristorante con Milan Jolovic, ex comandante dell’unità militare chiamata “I lupi della Drina” che hanno combattuto accanto all'esercito serbo in occasione del massacro di Srebrenica (oltre 8000 bosniaci musulmani giustiziati).
Jolovic, mai accusato di crimini di guerra, è soprannominato "The Legend perché ha salvato la vita a Ratko Mladic, condannato dal Tribunale penale internazionale per l'ex Jugoslavia delle Nazioni Unite per genocidio.
La foto di Djokovic e Jolovic è stata pubblicata dal portale bosniaco Faktor, che ha anche accusato il numero 1 del mondo, invitato al matrimonio del campione di judo serbo Nemanja Majdov, di aver pranzato e cantato accanto a Milorad Dodik, membro serbo della presidenza della Bosnia-Erzegovina, che nega il massacro di Srebrenica.
Proprio Dodik gli consegnò l'anno scorso l’onorificenza all’Ordine della Repubblica Srpska, la parte serba della Bosnia. In passato, era stata assegnata anche all'ex presidente serbo Slobodan Milosevic, condannato per crimini di guerra dopo gli accordi di Dayton del 1995 che hanno posto fine alla guerra in Bosnia-Erzegovina, e ad altri due criminali di guerra come Ratko Mladic e Radovan Karadzic.
Djokovic, che non ha voluto rispondere ad Al Jazeera sul tema delle foto, ha sempre preso posizioni anche dal punto di vista politico. Ha cercato di coltivare un'immagine credibile per il pubblico globale e insieme di restare profondamente locale. Più volte ad esempio ha parlato del Kosovo, a partire dall'ormai noto videomessaggio del 2008 alla manifestazione “Kosovo is Serbia”.
Nel 2020, inoltre, dopo la vittoria in ATP Cup, aveva cantato con il resto della squadra l'inno "Vidovan", che celebra la Battaglia della Piana dei Merli. "Nessuno può strappare il Kosovo dalla mia anima" recita uno dei versi della canzone. "Non è un caso che Djokovic sia uno dei campioni del tennis meno amati della storia" scrisse allora l'ambasciatore del Kosovo in Bulgaria.
Una scelta di campo molto chiara per un campione che ha assunto una dimensione di leadership politica anche nel mondo del tennis, come dimostra la creazione dell'associazione giocatori PTPA.
E allo stesso tempo non ha rinunciato, nel tempo, alle scelte di campo in patria pur essendo, a detta dell'ex presidente della repubblica Boris Tadic, un simbolo che ha fatto tanto per migliorare l'immagine della Serbia nel mondo. Resta da capire se sia soltanto una coincidenza la maglietta che Jelena, la moglie di Djokovic, ha indossato allo US Open con la scritta "Io corro con il mio lupo".
"Djokovic nemmeno conosceva Jolovic" ha spiegato il suo staff, come ha scritto Stefano Semeraro sulla Stampa. Le domande su quelle foto, però, rimangono senza risposta.