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Ripete spesso 'tal vez', forse, Juan Martin Del Potro. Ma gli spiragli che lascia aperti sembrano dedicati più al pubblico che a se stesso. Dopo la sconfitta con Federico Delbonis a Buenos Aires, è tutto un susseguirsi di lacrime ed emozioni, per uno dei giganti del tennis degli ultimi 15 anni
di Cristian Sonzogni | 09 febbraio 2022
“Tal vez”. Forse, magari. Lo aveva detto nella conferenza stampa organizzata per l'addio, Juan Martin del Potro, lasciando aperto uno spiraglio minimo, eppure sufficiente per alimentare la speranza di chi lo ha seguito con passione lungo tutta la carriera, infortuni compresi: “Forse questo è più un addio, che non un ritorno”.
Lo ha ripetuto dopo quella che probabilmente è stata la sua ultima partita: “Tal vez, forse, un giorno... Se il ginocchio smetterà di farmi male, magari ci riproverò”. Ma è stato più un 'tal vez' pronunciato a forza, come se non volesse aggiungere ulteriore dolore a quel pubblico già in lacrime, come in lacrime era lui, del resto.
La serata delle emozioni, nella sua Buenos Aires, è filata via veloce: troppa la differenza, in questo momento, fra Delpo e un professionista preparato, per giunta sul suo terreno preferito, come il connazionale Federico Delbonis. Ma era la serata delle emozioni, appunto, non era la serata in cui dare conto del risultato.
C'era persino mamma Patricia, sulle tribune, ad assistere al suo passo d'addio. “L'atmosfera è stata straordinaria – ha spiegato il 33enne, ex numero 3 del mondo – e nonostante la sconfitta è stato uno dei momenti più belli che abbia vissuto su un campo da tennis. Indimenticabile. Volevo concedermi quest'ultima possibilità, quella di non dire addio in una conferenza stampa, ma sul campo. Perché mai come su di un campo da tennis sono stato felice”.
E ancora: “Tal vez, forse, questo è proprio uno di quei giorni che speri non arrivino mai, e invece a un certo punto arrivano. Ma è anche uno di quei giorni in cui senti di aver dato tutto, di non avere rimpianti. Mi resta quella piccola spina, quel numero 1 che non era lontano e che non ho raggiunto. Però non cambierei nessun risultato con l'amore che ho sentito dalla gente. Tanti vincono trofei, io ho avuto questo regalo di essere amato dal pubblico, che mi ha sostenuto sempre”.
C'era anche Rio, nel programma del rientro, poi trasformatosi nel programma dell'addio. Ma adesso il Brasile sembra un'ipotesi lontana, quasi assurda: “Sì, era previsto che andassi, ma... (lacrime, ndr). Ho dato tutto. Oggi l'unica cosa che voglio è dormire senza avvertire dolore, ed è un obiettivo che cercherò di raggiungere a partire da domani. Sento che ho ancora tutta una vita davanti a me e voglio affrontarla senza dolore. Fare lo sportivo professionista così è troppo difficile. Che vada o no a Rio, in seguito il tennis non sarà più il mio primo pensiero”.
Del Potro, tutti i trionfi della carriera
Anche i miracoli hanno un limite. Lo ha spiegato lui stesso, Delpo, al suo team di lavoro: “Ho lavorato duramente, in questi due anni e mezzo, per cercare di tornare. Ma ho cercato di far capire a chi mi voleva bene che anche io posso perdere, anche io posso non avere quella forza di risalire ogni volta, di ripartire da capo. Non ho poi quella forza immensa che tutti mi attribuiscono”. Così, è finita: con le lacrime, tante, a bagnare l'addio. E con la sua bandana adagiata sulla rete, in segno di omaggio al suo sport, più che di resa.
Mentre anche Delbonis, il suo (probabilmente) ultimo avversario, aveva qualche parola da dedicargli: “Lasciamo da parte il tennis, per una sera. Parliamo di emozioni. Quando ho saputo che avrei affrontato Juan, mi sono emozionato, mi sono passati per la testa tanti pensieri. Ed entrare in campo con tutta quella gente sugli spalti è stato indimenticabile”.
Ha ragione, Delbonis: stavolta il tennis lo lasciamo da parte. Stavolta è una questione di emozioni. E bisogna ringraziare Juan Martin Del Potro, per tutte quelle che ci ha regalato e per tutte quelle rimaste sospese. Come un timido 'tal vez'.