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Campioni internazionali

Magica e quadrumane come Santoro, ecco Hsieh l’imprevedibile

A 35 anni la taiwanese è la più anziana a raggiungere i primi quarti nello Slam, proprio come il francese 15 anni fa sempre agli Australian Open. Regina di smorzate e lob, da junior faceva impazzire Sharapova: potrà impensierire Osaka dai colpi pesanti?

di | 14 febbraio 2021

Su-Wei Hsieh

Su-Wei Hsieh scrive sulla telecamera dopo il successo (foto Getty Images)

Unica e inimitabile, Hsieh Su-Wei festeggia i 35 anni come più anziano di sempre - in assoluto - ad arrivare per la prima volta ai quarti Slam in carriera (al 38esimo tabellone principale, dopo 19 anni sul WTA Tour!). E’ anche la prima cinese di Taiwan a riuscirci, dopo essere già entrata nella storia come numero 1 del mondo di doppio, con tre Majors fra i 28 titoli.

Su-Wei è unica perché gioca rovescio e dritto a due mani, ed è davvero curioso che sempre agli Australian Open 15 anni fa un altro “quadrumane”, Fabrice Santoro, aveva toccato i suoi primi quarti Slam a 33 anni; del resto col francese ha in comune anche il nomignolo “Mago”.

L'australiano Paul McNamee (foto Getty Images)

Su-Wei è unica perché sembra che giochi a badminton, perché copre davvero tutto il campo, perché non fa un colpo uguale all’altro, perché, come suggerisce il suo consigliere, l’ex pro australiano Paul McNamee: “A volte è concentrata e a volte no, in modo totale. In allenamento ho assistito di persona delle scene di quando non sente la palla dopo appena due palleggi, e semplicemente se ne va, non s’allena più, non riesce.… E’ l’unica sul Tour che possa gestire gli scambi allo stesso modo, sia da un lato che dall’altro.

Una volta ad Estbourne le ho visto sbagliare due-tre volte di metri, lei che quando sbaglia lo fa di millimetri, le ho fatto notare: “Su-Wei, hai le corde rotte”. Non se n’era accorta, mi ha detto che non le succedeva da tre anni: a quale altro tennista può succedere di non cambiare mai racchetta e corde per tre anni? E chi altri come lei non ha uno sponsor per l’attrezzo? Lei le racchette le compra… Non ha sponsor! E’ fatta così, bisogna prenderla così. Del resto molti rompono le corde perché colpiscono la palla vicino al legno, mentre lei le prende sempre al centro, nel cuore”.

Anche se, in singolare, il suo gioco poco ortodosso, a tutto campo, tagli continui alla palla, con effetti e cambi di ritmo, smorzate e lob, al massimo l’ha portata al numero 23 del mondo nel febbraio 2013 (oggi è 71).

Il mio gioco è in grado di assorbire la forza e rispedirla indietro, anche per questo ogni volta la palla che rimando indietro è diversa”. E McNamee chi è per lei?  “Paul si presenta per gli Slam. Mi ha dato un sacco di consigli, soprattutto in Australia che è la sua terra, ma gli ho detto di non farlo troppo! Dimenticherei quello che ha detto. Se qualcuno mi dice troppe cose, tendo a spegnere l’audio”. 

Su-Wei Hsieh sorridente a Melbourne (foto Getty Images)

Il diritto bimane di Su-Wei Hsieh (foto Getty Images)

Osaka, la prossima avversaria nei quarti, che l’ha battuta quattro volte su cinque (in quattro puntate sono andate al terzo set), la racconta così: “E’ davvero forte, chiunque ci giochi contro ha i suoi problemi. Non sono preoccupata, già lo so che mi sbatterà per il campo. Io farò il mio gioco, vediamo che succede”.

Su-Wei è unica: “Se fosse un videogioco, vorrei selezionare il suo personaggio per giocare come lei. Perché la mia testa non riesco a capire le scelte che fa quando è in campo. È così divertente da guardare. Non è divertente da giocarci contro, ma è davvero divertente da guardare”. Chiedere per conferma a Pironkova, Andreescu, Errani e Vondrousova. Che si allineano alla lista di scalpi Doc della taiwanese, dopo Wozniacki, Muguruza ed Halep. 

Il segreto di Hsieh? “Mi diverto sempre, anche quando perdo male. Con Kvitova ho sempre perso, una volta ho fatto davvero pochi games, gliel’ho detto, sorridendo, quando ci siamo strette la mano a rete, e lei ha riso di gusto. Il fatto è che non mi importa tanto se vinco o se perdo. Cerco di dare il massimo e gioco, e cerco la soluzione ai vari stili che affronto, perché  siamo tutte diverse l’una dall’altra, e ogni volta cambiano le situazioni e le difficoltà. Almeno ci provo, se perdo non c’è problema”.

Su-Wei è unica. Maria Sharapova la racconta così: “Ci ho giocato tanto, da junior, era un incubo perché sulla terra mi giocava tutti slice e smorzate. Mi veniva quasi da chiederle: “Dove imparano a giocare a tennis così?”. In campo fa davvero impazzire la gente. Contro di lei devi per forza picchiare duro per non darle il tempo di inventare qualcosa, che è la cosa che più le piace”.

Secondo il padre, quando Su-Wei ha vinto Wimbledon 2013 di doppio, uno sponsor cinese le ha offerto 10 milioni di yuan (1.63 milioni di dollari l’anno) per abbandonare la bandiera di Taiwan. E, davanti alle perplessità della figlia, l’offerta sarebbe stata pareggiata dal suo governo.

Anche se, dopo una girandola di compagne di doppio, l’amica del cuore resta la cinese della Repubblica Popolare, Shuai Peng, coetanea e quadrumane con la quale ha trionfato. A quei famosi Championships.

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