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Le due nazioni hanno il maggior contingente nazionale a riprova di ottimi programmi. Con l’Italia che ha pescato su un serbatoio diverso, ma orta spera nel fattore-scia
di Vincenzo Martucci | 24 gennaio 2022
Italia-Canada sono le due nazioni con più giocatori, due per ciascuna, nei quarti degli Australian Open: chi l’avrebbe mai detto? Matteo Berrettini e Jannik Sinner da una parte, Denis Shapovalov e Felix Auger Aliassime dall’altra danno lustro e suggeriscono una serie di riflessioni.
Mentre la grande Spagna, che, dagli anni 90, ha sfornato tanti ottimi giocatori e tre diversi numeri 1 del mondo, da Carlos Moya a Juan Carlos Ferrero a Rafa Nadal, può schierare soltanto il solito totem, che però ha comunque 35 anni e tanti acciacchi, la Francia, che ha fatto scuola, rispolvera a sua volta un altro classe ’86 come Gael Monfils, l’ultimo dei “nuovi Moschettieri” (con Tsonga, Gasquet e Simon), la “new generation” russa può tirar fuori dalla classica matrioska il solo super-Medvedev, e ci si poteva aspettare di più dall’enorme serbatoio statunitense del solo Taylor Fritz che s’è giocato l’ultimo posto nei quarti contro il talento discontinuo greco, Stefanos Tsitsipas, che certamente non è figlio di una scuola nazionale, quanto della passione dei genitori.
Canada ed Italia incassano il premio del grande lavoro della struttura tecnica centrale e di programmi chiari e lineari. Con la differenza che, anche per motivi climatici, le giovanissime promesse canadesi sono state tutte radunate e cresciute a Montreal mentre gli attuali giovani protagonisti del tennis azzurro sono stati sempre seguiti e coordinati dalla FIT, ma hanno avuto la libertà di seguire la naturale crescita nelle loro realtà e coi loro allenatori di sempre.
Pur seguendo le linee tecniche-guida della struttura ufficiale e potendo usufruire, non solo dei finanziamenti economici e degli specialisti tecnici, ma anche della fantastica palestra dei tanti tornei Future e Challenger. Dove misurarsi con se stessi e verificare sul campo limiti e progressi nei confronti diretti con avversari di tutte le età.
Nella libertà di espressione, senza quindi imporre uno schema di gioco, ma lasciando a giocatori e tecnici di seguire istinto e propensioni, Canada ed Italia possono mettere in campo giocatori giovani, moderni, che giocano un tennis offensivo, basato sul servizio, valido su tutte le superfici, senza disdegnare la rete.
Peraltro sono anche giocatori ricchi di personalità, diversi fra loro nel fisico, nelle radici e nella personalità. Che, però, non a caso, uniti del culto del lavoro e del miglioramento, hanno punti di contatto molto evidenti: Aliassime (nato nell’agosto del 2000) è infatti molto amico di Berrettini (dell’aprile 1996) ma, agli ultimi Internazionali d’Italia di Roma, era sempre insieme a Sinner, che è nato nell’agosto di un anno dopo, nel 2001, ed ultimamente grazie alla nazionale, ha stretto un rapporto più saldo con noi stesso Jannik. Aliassime, del resto, è più in orbita europea del “gemello” Shapovalov - il classe ’99 che s’allena in Florida -, tanto da convincere Toni Nadal a staccarsi dal scuola di Maiorca per aiutarlo nell’ultimo scatto verso i piani alti della classifica, e quindi negli Slam.
Prima dei “gemelli diversi” Aliassime e Shapovalov, due canadesi insieme nei quarti di finale dello Slam non c’erano stati mai, perché le fiammate precedenti, al vertice, erano arrivate dal solo Milos Raonic. Prima della coppia Berrettini & Sinner, l’ultima volta che l’Italia maschile aveva portato due giocatori così avanti in un Majors era successo al Roland Garros 1973, con Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, addirittura 49 anni fa.
Australian Open, day 7 - Shapo e Nadal
Quando il tennis moderno era agli albori. E si sa quant’è più difficile ricostruire, come ha fatto dal 2000 la Federtennis di Angelo Binaghi, che creare dal nulla, come sta facendo quella canadese. Peraltro, per quanto riguarda l’Italia, pescando in un bacino ridotto per lo scarso richiamo che aveva il tennis dopo tanti anni dei vacche magre, mentre il Canada, da paese che ha accolto tante etnie diverse, ha potuto usufruire del mix esplosivo delle nuove generazioni a caccia di riscatto sociale in nome dei padri.