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Campioni internazionali

Barty sempre più regina... anche grazie a Serena

Un messaggio di Serena Williams ha aiutato l'attuale numero 1 del mondo a rientrare sul circuito quando aveva lasciato il tennis per darsi al cricket

di | 02 febbraio 2022

“Sogna, credi, impara, ottieni”. Il motto di Evonne Goolagong, prima aborigena a vincere uno Slam, si rispecchia nel peculiare percorso di Ashleigh Barty, anche lei di ascendenza autoctona, fino al numero 1 del mondo.

Barty, National Indigenous Tennis Ambassador, conserva nella carnagione olivastra e nella forma del naso il tratto più evidente della sua origine etnica: suo padre, Rob, discende dalla triù degli Ngarigo. Non solo per questo, Barty ha svluppato un legame forte con Goolagong, terza di otto figli dell'unica famiglia aborigena di Barellan, nel New South Wales, che appartiene per discendenza alla tribù Wiradjuri.

Proprio Goolagong ha premiato Barty, seconda giocatrice in attività dopo Serena Williams ad aver vinto almeno uno Slam su tutte le superfici, e prima campionessa australiana nel major di casa dal 1978.”Gli australiani hanno una lunga e ricca storia nel tennis, e ho sempre sognato di esserne una piccola parte” diceva dopo il trionfo a Wimbledon.

Ma nel 2014, questo orizzonte non appariva certo vicino né prioritario per Barty che anzi decise di fermarsi, lasciare il tennis ed entrare nella squadra di cricket femminile Brisbane Heat. Ha completato un'intera stagione nel campionato australiano, poi è tornata al primo amore grazie alla sua amica Casey Dellacqua, e sua compagna di doppio nei primi anni di carriera.

Ma l'ispirazione che ha fatto scattare di nuovo la scintilla è un messaggio di Serena Williams. “Sei troppo forte per ritirarti – le ha scritto –, devi tornare a giocare”. Tanto è bastato per i primi ripensamenti, ha detto l'ex coach di Barty Jim Joyce, convinto come Serena che un addio definitivo dell'australiana sarebbe stato uno spreco.

Joyce aveva assistito ai primi segnali del suo futuro talento quando Ashleigh era solo una bambina di cinque anni. I genitori Rob e Josie avevano portato la figlia, che aveva iniziato a colpire contro il muro di casa, dal maestro per una valutazione. Joyce ha preso una palla sgonfia dal cesto e l'ha lanciata con una mano ai margini del campo, in modo da non utilizzarla. Immediatamente la piccola Ashleigh l'ha rincorsa tentando di colpirla. Joyce, che normalmente non lavorava con bambini sotto i sette anni, le ha offerto di tornare la settimana successiva. Dieci anni dopo la prima lezione, a quindici anni, Barty conquistava il titolo junior a Wimbledon.

I momenti più belli del Barty show - Le immagini

Joyce ha impostato la sua tecnica completa, le ha insegnato tutti i colpi, le ha dato la possibilità di giocare in ogni angolo del campo. Ma non le ha insegnato solo a vincere, anzi. Le ha dato quattro priorità per avere successo: essere una brava persona, mostrare rispetto, divertirsi, essere felice. Quattro obiettivi raggiunti, poker servito.

Barty è una tipica “Aussie” da molti punti di vista, non ultima la sua passione per gli sport di squadra. È una fan del Richmond, ultracentenaria squadra di Melbourne che ha vinto undici volte il campionato di football australiano. È capitato anche di vederla in tribuna, come una tifosa qualunque, durante le partite.

La ricerca del cameratismo, che le era mancato nei primi anni tanto da lasciare uno sport individuale per uno di squadra, prosegue anche nel secondo tempo della sua carriera tennistica. Barty infatti ha smentito ogni considerazione per cui tennisti e tennisti di vertice non possano avere amicizie nel circuito. Non è questo lo stile di Barty, che ha creato e mantenuto ottimi rapporti con avversarie e compagne di doppio come la tedesca Julia Goerges che si è ritirata nel 2020.

Va d'accordo con Petra Kvitova, con le ex numero 1 del mondo Simona Halep e Victoria Azarenka, con CoCo Vandeweghe con cui ha condiviso il trionfo in doppio allo US Open 2018, con Jennifer Brady, finalista all'Australian Open un anno fa. Ma l'elenco potrebbe estendersi praticamente all'intero ranking.

Quello che rende unica Barty, ha detto la giornalista Courtney Nguyen che cura la rubrica WTA Insider per il sito ufficiale del circuito femminile, “è il suo essere così alla mano per le altre giocatrici e allo stesso tempo così rispettata per i suoi risultati sul campo. È federeriana da questo punto di vista. Le avversarie non riescono ad infuriarsi quando perdono contro di lei perché Ash a loro piace. Non è semplice quando sei la numero 1”.

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