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Annunciati gli ATP Awards 2020. Carlos Alcaraz è il miglior debuttante, Popsisil il "Comeback Player of the Year". Tutti i riconoscimenti
di Alessandro Mastroluca | 21 dicembre 2020
Annunciati i vincitori degli ATP Awards 2020. Non sono arrivati riconoscimenti per gli azzurri, nonostante la candidatura di Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Riccardo Piatti.
Sinner era tra i nominati per il premio di "Most Improved Player", ovvero di tennista che ha mostrato i più significativi progressi nel corso del 2020. L'ATP ha premiato Andrey Rublev, passato dal numero 23 del mondo a inizio anno a numero 8, suo best ranking, grazie a cinque titoli vinti: un record nel circuito maggiore quest'anno.
Il russo ha trionfato ad Adelaide, Doha, Amburgo, San Pietroburgo e Vienna. Ha completato la sua stagione da record con un bilancio di 41 vittorie e 10 sconfitte e la prima partecipazione in carriera.
Premiato anche il suo allenatore, lo spagnolo Fernando Vicente, a cui è andato il titolo di "Coach of the Year" per cui era nominato anche Riccardo Piatti. Vicente ha battuto anche la concorrenza di Gilles Cervara (coach di Daniil Medvedev), Juan Ignacio Chela (Diego Schwartzman) e Nicolas Massu (Dominic Thiem).
Lorenzo Musetti figurava invece tra i candidati nella categoria di "Newcomer of the Year". Ma il rinoscimento al "Debuttante dell'anno" è andato allo spagnolo Carlos Alcaraz, classe 2003, che ha iniziato la stagione al numero 491 del ranking e l'ha terminata al numero 141.
Nel corso della stagione, il diciassettenne ha vinto la prima partita giocata a livello ATP battendo il numero 41 del ranking Albert Ramos-Vinolas a Rio. Inoltre, grazie ai titoli conquistati a Trieste, Barcellona e Alicante, si è aggiunto al ristretto gruppo di giocatori capaci di vincere almeno tre Challenger prima di compiere diciotto anni. Ne fanno parte Richard Gasquet, Novak Djokovic, Juan Martin del Potro e Felix Auger-Aliassime.
Tutti a caccia di Nole: la top-10 ATP di fine stagione
L'ATP ha assegnato riconoscimenti anche ai numeri 1 del mondo in singolo e doppio. Ovvero Novak Djokovic, che ha chiuso la sesta stagione in vetta alla classifica eguagliando il record di Pete Sampras, e la coppia croato-brasiliana composta da Mate Pavic e Bruno Soares, i campioni dello US Open.
L'ex numero 25 del mondo Vasek Pospisil è stato scelto come "Comeback Player of the Year", il protagonista del più significativo ritorno dopo un lungo infortunio. Il canadese aveva infatti saltato buona parte del 2019 per un'ernia al disco ma ha guadagnato 89 posiziioni quest'anno. Il suo è il miglioramento più cospicuo in classifica fra gli attuali top 100. Ha chiuso l'anno da numero 61 del mondo dopo la finale persa a Sofia contro Sinner, la sua seconda in carriera.
Per la quarta volta, i tennisti hanno deciso di assegnare lo Stefan Edberg Sportsmanship Award a Rafa Nadal. Un riconoscimento, si legge nella nota dell'ATP, "al suo fair play, alla professionalità e alla sua integrità in campo e fuori".
I tifosi, invece, per il diciottesimo anno consecutivo hanno assegnato a Roger Federer il Fans’ Favourite Award, premio che per il doppio è andato per la prima volta ai britannici Jamie Murray e Neal Skupski.
L'ATP ha deciso di assegnare poi a Frances Tiafoe l'Arthur Ashe Humanitarian Award, il riconoscimento che va alle attività fuori dal campo a sostegno dell'uguaglianza e in favore di una sempre maggiore inclusione. Durante il lockdown, spiega l'ATP, Tiafoe ha sostenuto ThanksUSA e il National Junior Tennis and Learning Network della federazione USA.
Ha messo all'asta memorabilia autografati dai campioni del tennis per raccogliere fondi da destinare al COVID-19 Relief. E insieme alla fidanzata Ayan Broomfield, Tiafoe ha pubblicato il video "Racquets Down, Hands Up" a cui hanno partecipato anche Serena Williams, Naomi Osaka, James Blake e Gael Monfils. Un modo per prendere posizione dopo l'omicidio di George Floyd.
Infine, gli allenatori del circuito ATP hanno assegnato il Tim Gullikson Career Coach Award, il premio alla carriera per un coach che ha ispirato la crescita del gioco, a Bob Brett. In 46 anni, l'australiano ha lavorato con Boris Becker, Goran Ivanisevic, Marin Cilic, Johan Kriek, e mostrato le qualità di rispetto e di leadership alla base del premio, giunto alla seconda edizione.