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Campioni internazionali

A Nadal e Djokovic verso gli Us Open serve una cosa sola. E non ce l’hanno

Lo spagnolo, rientrato a Cincinnati e subito eliminato da Coric, non è ancora pronto: gli mancano ritmo e partite. Il serbo potrebbe entrare negli Usa anche senza vaccinazione se le regole venissero cambiate come annunciato. Ma i giorni passano e il tempo è sempre meno

di | 21 agosto 2022

Novak Djokovic con lo sloveno Luka Doncic in occasione del match di basket tra Slovenia e Serbia (Foto Getty Images)

Novak Djokovic con lo sloveno Luka Doncic in occasione del match di basket tra Slovenia e Serbia (Foto Getty Images)

Gli Us Open sono alle porte, cominciano lunedì 29 settembre, e Rafael Nadal non è ancora pronto. Novak Djokovic addirittura non sa se potrà partecipare: al momento i regolamenti Usa proibiscono ancora l’ingresso agli stranieri non vaccinati contro il covid-19.

I due tennisiti con più vittorie Slam della storia (Nadal 22, Djokovic 21) potrebbero essere i primi due favoriti nell’ultimo Slam stagionale se solo potessero contare su un elemento che al momento è quello che più scarseggia dalle loro parti e anche l’unico che non hanno modo di procurarsi: il tempo. Più tempo.

Nadal ne avrebbe bisogno come il pane, dopo l’incoraggiante ma non soddisfacente prestazione contro il croato Borna Coric all’esordio del torneo di Cincinnati dove lo spagnolo era la testa di serie n.2.

Rafa si era infortunato agli addominali affrontando il torneo di Wimbledon ma aveva continuato a giocare fino ai quarti di finale compresi, dove era riuscito a battere al quinto set lo statunitense Taylor Fritz nonostante un aggravarsi della lesione che gli impediva di servire alla solita velocità. Si era arrangiato, aveva vinto lo stesso ma poi era stato costretto a dare forfait prima della semifinale che lo avrebbe visto opposto a Nick Kyrgios.

Come nella sua indole lo spagnolo si è dato giusto il tempo di far guarire le fibre muscolari per poi tornare subito in campo ad allenarsi. Si era presentato a Cincinnati con una settimana di anticipo per rifinire la preparazione direttamente su campi dove avrebbe fatto il suo rientro. Ma non è bastato. Entrato in azione al secondo turno grazie al “bye” riservato alle teste di serie si era trovato subito di fornte un Borna Coric che nessuno si aspettava. Facile vincitore al primo turno sul nostro Lorenzo Musetti, Coric ha dimostrato di essere un giocatore ritrovato e, dopo aver superato Nadal in tre set molto combattuti, si è arrampicato fino alla finale.

Nadal però non era il Nadal che tutti conoscono. "Ho bisogno di tempo" ha spiegato una volta metabolizzata la sconfitta e ammesso che "non era abbastanza pronto". "Ho giocato solo due set di allenamento negli ultimi quaranta giorni. È difficile trarre cose positive da quella partita. Devo migliorare, allenarmi, tornare meglio, accettare la situazione e andare avanti”.

Nadal è parso incero anche nelle sue giocate più tipiche, ha sbagliato più di uno dei suoi dirittoni uncinati, carichi di top. Aveva ripreso a servire solo pochi giorni prima di Cincinnati: solo 10 battute al giorno, per cominciare.

“Dopo uno strappo addominale, non sai quando sei completamente guarito" ha spiegato - Non sai mai quando potri spingere al 100% nel servizio. Questo infortunio è stato difficile da gestire ad essere onesti. Le ultime sei settimane non sono state facili per me. Quando hai una cicatrice, il limite è molto sottile: se la cicatrice non è abbastanza "flessibile", lo senti. Ma non sai se dipende da questa mancanza di flessibilità o da qualcosa non va. Quindi devi stare sempre attento. Farò sicuramente ancora dei test per verificare che tutto sia a posto".

Mancano solo 8 giorni a New York e Nadal ci arriverà con un solo match disputato e nessuna vittoria sul duro nordamericano.

Gli servirebbe la sola cosa che non ha: tempo. Ma lui come al solito non cerca scuse e pensa positivo: "Più di una volta ho giocato bene negli Slam senza aver ottenuto buoni risultati o senza aver giocato molte partite prima", ha ricordato, pensando probabilmente a quello che è successo nel 2017, quando è arrivato a Flushing Meadows con solo tre vittorie tra Montreal e Cincinnati e poi si è aggiudicato il titolo.

So come si fa ad affrontare nel miglior modo possibile queste prove" ha assicurato. Devo mettermi in modalità Grande Slam, allenarmi duro per essere competitivo fin dall'inizio del torneo. Devo andare avanti e iniziare a pensare all'energia che il pubblico mi dà a New York. È un posto molto speciale per me, lì ho vissuto momenti indimenticabili (quattro titoli, nel 2010, 2013, 2017 e 2019). Farò del mio meglio ogni giorno per essere pronto. Spero di farcela".

Anche Novak Djokovic non ha rinunciato del tutto alla speranza di poter partire per New York a caccia del 22esimo Slam dopo aver dovuto rinunciare ai tornei ATP nordamericani.

Tutto dipende dal Center for Disease Control and Prevention (CDC) statunitense: se aggiornerà in tempo le regole sulle restrizioni di viaggio, sulla scorta delle nuove linee guida generali emesse nei giorni scorsi, per Djokovic si apriranno le porte di Flushing Meadows. Il vincitore di 21 Slam attualmente è nella lista degli iscritti al torneo ma, a causa della sua decisione di non farsi vaccinare contro il virus, al momento gli verrebbe l'ingresso nel Paese.

La scorsa settimana il CDC, responsabile della salute e della sicurezza dei residenti negli Stati Uniti, ha emesso nuove linee guida che allentano le regole in materia di distanziamento sociale e quarantena, annunciando un possibile aggiornamento sulle restrizioni di viaggio. Sostanzialmente il CDC ha ammesso che i non vaccinati non sono diversi, per quanto riguarda la diffusione del virus, rispetto a coloro che hanno ricevuto il vaccino. Però da quel pronunciamento è passata una settimana e dal punto di vista normativo non è cambiato niente. Per le speranze di Djokovic servirebbe più tempo, come per la messa a punto della condizione di Nadal. Ma tempo non ce n’è, più di quello che scorre inesorabile nelle vite di tutti, neanche per loro.

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