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Coco Gauff ha conquistato a Auckland il suo primo titolo sul cemento dal 2019, un biglietto da visita più che promettente per gli Australian Open. Diciotto anni, numero 7 del mondo, l’americana ha le carte in regola per fare il grande salto. Vediamo perché
12 gennaio 2023
Cominciare la stagione vincendo il primo torneo a cui si partecipa è sempre di buon auspicio per ogni tennista. Al di là del successo in sé, è la fiducia che si raccoglie a fare la differenza. Come è successo alla 18enne Coco Gauff, numero 7 del mondo che, dopo una settimana perfetta, si è aggiudicata il Wta di Auckland senza lasciare per strada neanche un set in cinque partite e perdendo solamente 22 giochi.
“Una grande settimana - ha ammesso Coco - e non potevo chiedere un inizio migliore per la mia stagione. È il primo titolo sul cemento da quando avevo 15 anni e ne sono felice perché è una superficie che amo”. Quello all’ASB Classic in Nuova Zelanda, oltre ad essere ovviamente il suo primo titolo del 2023 (ottenuto superando in finale la 23enne qualificata spagnola Rebeka Masarova per 6-1 6-1), è anche il primo dopo quello di Parma del 2021 per l’americana, il primo sul cemento dopo quello di Linz del 2019. Partita come prima testa di serie, Coco ha saputo gestire bene la pressione che le dava il ruolo di favorita e le condizioni imprevedibili del meteo, con la pioggia che ha spesso costretto gli organizzatori a riparare sui campi al coperto.
La teenager da Delray Beach, nonostante la giovane età, ha dimostrato di avere maturato una certa esperienza quando la pioggia ha ritardato l’inizio della finale e ha poi interrotto il gioco sul 5-1 del primo set. Anche quando la Masarova ha avuto la possibilità di mettere sotto pressione l’americana, guadagnando cinque palle break nel sesto gioco del secondo parziale, Gauff le ha salvate tutte con la freddezza di una veterana e ha chiuso il match con un break nel gioco seguente: “Questo successo mi dà molta fiducia – ha concluso Gauff – perché non si può mai sapere come andrà la prima settimana dell’anno”. Che sia l’anno giusto per la sua definitiva esplosione? Potrebbe essere, e vediamo perché.
1 – Lo staff
A sentire McEnroe – non proprio un opinionista qualunque – quello che serve a Coco per fare il definitivo salto di qualità è lavorare con un coach d’esperienza che le dia la spinta decisiva per conquistare un Major. La Gauff – che lo scorso anno ha raggiunto la sua prima finale in uno Slam a Parigi e ha conquistato i suoi primi quarti di finale allo Us Open – secondo l’opinione di John non ha alternative: “Ci sono alcune cose importanti che devono succedere nella sua testa e nel suo gioco. Chris Evert ne sa qualcosa su come si vince un Major e forse possono passare un po’ di tempo insieme a lavorare su questo obiettivo. Deve togliersi un po’ di pressione, ci sono grandi aspettative su di lei e un approccio più a lungo termine probabilmente sarebbe meglio in questo momento”. Oggi Coco è allenata dall'argentino Diego Moyano, ex professionista, con papà Corey come supervisore. Un binomio che sta dimostrando di poter funzionare.
2 – Relax
Per la verità, Gauff ha realizzato già da sola da un po’ di mesi di avere bisogno di momenti che potremmo definire di decompressione, di un approccio tutto nuovo al tennis. Proprio 'relax' sembra la parola chiave per il cambio di passo della numero 7 del mondo, che lo scorso anno si è qualificata per la prima volta alle WTA Finals sia in singolare che in doppio. “Sto cercando di rimanere il più rilassata possibile anche nella preparazione dei tornei. Si gioca tante settimane all'anno, essere sempre in tensione non fa bene alla salute – ha ammesso Coco – e avere con me ad Auckland la mia famiglia la settimana prima del torneo mi ha aiutato. Abbiamo fatto molte cose insieme e non mi capita spesso di farlo alla vigilia di un evento. Siamo andati a Waiheke Island, i miei fratelli hanno fatto jet-ski, io ho fatto bungee jumping, poi abbiamo giocato a bowling. Insomma, ci siamo divertiti”. Coco ha realizzato già durante la scorsa stagione che i risultati migliori, per lei, sono arrivati proprio quando ha staccato un po’ la spina e ha deciso di abbracciare la sua necessità di svago lontano dai campi da tennis.
3 – Maturità
Proprio il debutto alle WTA Finals 2022 in singolare e in doppio (in coppia con la più esperta Jessica Pegula) non può che averle aumentato la consapevolezza di essere ormai arrivata di diritto tra le grandi star del circuito. Nonostante abbia concluso il torneo senza vincere una sola partita, Gauff può ritenersi soddisfatta della sua partecipazione. “A soli 15 anni – continua il sette volte vincitore Slam McEnroe – Coco è esplosa nel circuito con un’importante vittoria contro Venus Williams a Wimbledon 2019, edizione in cui è arrivata agli ottavi di finale. In Usa non vediamo l’ora di capire cosa succederà poi. La sua traiettoria di crescita in carriera fin qui è stata grandiosa anche se non rapida come molti si aspettavano”. Ma questo potrebbe non essere un problema, anzi. “C’è un enorme potenziale – conclude McEnroe – inclusa una vittoria in un Major”. Un obiettivo senz’altro alla sua portata dopo la finale raggiunta al Roland Garros lo scorso anno.
4 – Concentrazione
“Vengo dalla Florida, ho imparato a sentire quando sta per arrivare la pioggia e verso la fine della partita sapevo che mi rimanevano una ventina di minuti se volevo chiudere senza interruzioni”, ha detto la Gauff, parlando della finale vinta ad Auckland una settimana fa. “Ho cercato di concentrarmi sul mio gioco, sul match e non sulla pioggia in arrivo, ma il pensiero ti rimane comunque nella testa quando senti che sei vicina a chiudere ma c’è un vincolo di tempo”. Una frase apparentemente banale ma che in realtà racchiude un progresso interessante: la conferma della capacità che la statunitense si riconosce di mantenere la concentrazione, di isolarsi dal contesto esterno, soprattutto quando il match lo richiede.
5 – La spinta dal doppio
Se la Gauff ha fatto enormi progressi in singolare, ha dimostrato di essere molto competitiva anche nel doppio. Ha vinto, in coppia con la connazionale Jessica Pegula, i tornei di Doha, Toronto e San Diego, è arrivata in finale al Roland Garros e, in coppia con la McNally nel 2021 ha fatto lo stesso agli Us Open. Ha festeggiato nel ranking dello scorso Ferragosto il primo posto al mondo nella specialità ed ha concluso la stagione in quarta posizione. Sappiamo bene quanto il doppio, spesso sottovalutato, sia in grado di sviluppare qualità uniche che spesso diventano preziose anche in singolare. Martina Navratilova, una leggenda della racchetta, più di ogni altra giocatrice lo ha dimostrato. E proprio Martina, già un paio d’anni fa, si era espressa molto favorevolmente nei confronti di Coco, apprezzandone la sua levatura morale: “È una di quelle persone che possono cambiare il mondo in meglio, e sembra volerlo fare”. Se lo dice Martina…