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Campioni internazionali

7 giugno: le lacrime di Roger nella Coppa dei Moschettieri

Al Roland Garros nel 2009 il momento di svolta nella carriera di Federer che conquista l’unico Slam che gli mancava e raggiunge Sampras a quota 14. Aveva perso le tre precedenti finali: Parigi e la terra battuta parevano stregati. Ma contro Soderling…

di | 06 giugno 2020

Roger Federer nel momento della vittoria a Parigi e della commozione

Roger Federer nel momento della vittoria a Parigi e della commozione

Ken Rosewall aveva conquistato 8 Slam ma mai vinto a Wimbledon pur essendo arrivato 4 volte in finale, tra il 1954 e il 1974. Ivan Lendl, con 8 vittorie nei major, aveva sempre fallito a Wimbledon perdendo due volte in finale (1986 e 87).

Pete Sampras era stato a lungo primatista per numero di Slam nel palmares (14) ma era sempre inciampato a Parigi arrivando al massimo in semifinale (una volta, nel 1996). Bjorn Borg aveva vinto sei volte al Roland Garros e 5, consecutive, a Wimbledon (totale 11 Slam) ma non era mai riuscito a espugnare New York, sempre sconfitto nelle quattro finali raggiunte tra i 1976 e il 1981.

Non è difficile dunque capire perché, come racconta Rene Stauffer nella sua biografia del campione svizzero intitolata ‘La ricerca della perfezione’, Roger Federer avesse le lacrime agli occhi ancor prima di aver vinto davvero l’ultimo punto della sua finale al Roland Garros del 2009, contro lo svedese Robin Soderling.

Il 7 giugno del 2009 è così una data storica per il tennis e la chiave di volta nella carriera di quello che oggi è considerato il Migliore di sempre.

Quella partita vinta in tre set, un’ora e 55 minuti di gioco, 6-1 7-6(1) 6-4 rompeva quello che poteva essere il suo incantesimo. Dava a Roger quel titolo che molti ritenevano non fosse più in grado di vincere dopo le tre finali consecutive fallite contro Rafael Nadal nel 2006, 2007, 2008.

Roger Federer con le lacrime agli occhi dopo la vittoria

Battendo Soderling, che aveva estromesso lo spagnolo nel terzo turno del torneo, Federer completava anche la collezione degli Slam e diventava il sesto giocatore nella storia a realizzare un “Career Grand Slam” dopo l’inglese Fred Perry, l’americano Don Budge, gli australiani Roy Emerson e Rod Laver e quell’Andre Agassi statunitense di Las Vegas, che era lì a Parigi, in abito scuro, a porgergli la Coppa dei Moschettieri.

Si è commosso davvero parecchio quel giorno Roger Federer, baciando il trofeo mentre su Parigi cominciavano a cadere anche le prime gocce di pioggia: con quel titolo eguagliava anche il record assoluto di titoli Slam, 14, detenuto da Pete Sampras. Raggiungeva l’americano e moralmente già lo superava avendo fatto centro dove lui aveva sempre fallito.

Da allora a oggi sono arrivati altri 6 titoli Major, per arrivare a quella quota 20 che pone Federer sulla vetta dell’Everest tennistico. E Roger ha pianto ancora molte volte, nell’amarezza della sconfitta o nel trasporto della gioia. Ma il sapore di quelle lacrime sulla terra rossa di Parigi probabilmente non lo dimenticherà mai.

Roger Federer alza la Coppa dei Moschettiera e Agassi applaude

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