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Miss Evert attraversa più epoche della storia della Fed Cup, costellata dalle sue vittorie col team americano. Ecco il racconto di quegli anni 70 e 80, che oggi (grazie alla nuova formula) stanno per tornare...
di Alessandro Mastroluca | 08 febbraio 2020
La Fed Cup guarda avanti, e per farlo si volta un po' indietro verso il passato. Si tornerà a giocare in sede unica e in una settimana, come nelle prime edizioni, anche se fino al 1994 il tabellone prevedeva l'eliminazione diretta (ottavi, quarti, semifinali e finale), non i quattro gironi da tre come nelle Finals di Budapest.
Gli Stati Uniti, che hanno vinto la prima edizione, hanno dominato quelle stagioni. Ma niente lasciava intuire la rivoluzione che stava per scoppiare quando Chris Evert debuttò contro l'austriaca Sabine Bernegger nel primo turno del 1977 a Eastbourne, in Gran Bretagna.
Ha vinto i primi sei Slam, a novembre del 1975 è diventata la prima numero 1 del mondo nell'era del ranking computerizzato e ci resterà, con solo due settimane di pausa, riconosciute trent'anni dopo all'australiana Evonne Goolagong, fino al 9 luglio del 1978.
Evert si annuncia in nazionale con lo stile ferocemente competitivo per cui la rivista Tennis Magazine ha iniziato a chiamarla 'la ragazza di ghiaccio'. Il 6-0 6-0 inaugura la più lunga striscia di vittorie consecutive in singolare nella storia della Fed Cup. Evert, che giustifica appieno l'altro e più celebre soprannome di 'Chris America', non perde un singolare fino al 1986.