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Alla Rod Laver Arena di Melbourne il primo titolo Slam della stagione si gioca sui primi colpi: servizio e risposta come sempre fondamentali, ma anche aggressività, distanza dalla riga di fondo ed energie residue faranno la differenza. Anticipiamo il match clou di Melbourne
di Gabriele Ferrara | 01 febbraio 2020
Domenica alle 9.30 italiane scatta la finale del primo Slam della stagione. Ad affrontarsi per il titolo degli Australian Open ci saranno Novak Djokovic e Dominic Thiem. Il primo è alla caccia del 17° Major su 26 finali giocate, il secondo si è già trovato in questa situazione in due circostanze sulla terra rossa del Roland Garros (2018 e 2019).
Sarà interessante vedere se Thiem riuscirà a togliere peso alla palla con il back di rovescio per impedire a Djokovic di appoggiarsi e generare velocità. Questo potrebbe consentire all’austriaco di prendere in mano le redini del gioco con il dritto, soprattutto da sinistra, ed esplodere tutta la sua potenza. Secondo il Game Insight Group (GIG), un team di esperti di Tennis Australia e dell’Università di Victoria, nel torneo Thiem è quello con il dritto mediamente più veloce (132 km/h), seguito proprio da Djokovic a 128 km/h.
Il serbo Novak Djokovic
A questo proposito, è interessante notare quanto accaduto alla O2 Arena di Londra lo scorso novembre. In quell’occasione, Djokovic ha colpito il 56% dei dritti non oltre due metri dietro la riga di fondocampo, di cui il 16% dentro il campo, mentre Thiem è arrivato rispettivamente al 78% e al 30% (dati Hawk-Eye).
Anche in questo caso, chi riuscirà a garantirsi la supremazia territoriale per il maggior lasso temporale avrà un vantaggio competitivo che potrebbe rivelarsi cruciale. Inoltre, in quella sfida la velocità media dei colpi da fondocampo di Thiem è stata decisamente superiore a quella del suo avversario (119 km/h a 109 km/h), mentre con il dritto la forbice è stata ancora più ampia (133 km/h a 117 km/h), ampliandosi ulteriormente nel terzo set (136 km/h a 115 km/h). Non a caso Thiem è stato in grado di produrre ben 43 vincenti (32 di dritto) da fondocampo, mentre il numero due ATP non è andato quota 17. Anche in questo caso, il divario nel terzo set, deciso al tiebreak, è stato impressionante: 14-2.
L'austriaco Dominc Thiem