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Riflettori sulla semifinale inedita degli Australian Open: Dominic tira forte ed è in piena fiducia, Sascha ha ritrovato certezze e tranquillità. Le armi dei due, le chiavi del match e i numeri. Come andrà a finire?
di Gabriele Ferrara | 30 gennaio 2020
Venerdì 31 gennaio, 9.30 italiane: Dominic Thiem e Alexander Zverev si contenderanno un posto in finale agli Australian Open. L’austriaco giocherà la quinta semifinale in uno Slam della carriera (la prima fuori da Parigi) ed è reduce dalla splendida vittoria contro Nadal, una delle più significative della sua carriera, mentre il tedesco è alla prima ‘semi’ in un Major.
Alex è arrivato fin qui perdendo un solo set, il primo del match di quarti di finale contro Wawrinka, in cui ha dimostrato grande forza mentale dopo un avvio in cui non è riuscito a leggere bene la partita. Da parte sua, Thiem ha dimostrato nuovamente di aver compiuto progressi significativi sul duro, diventando uno dei migliori al mondo anche fuori dalla terra rossa.
L’austriaco ha sempre avuto una grande capacità di trasferire il peso del corpo sulla palla per generare tanti vincenti (con Nadal è arrivato a quota 65), ma adesso gioca con i piedi sempre più vicini al campo e con maggiore varietà, venendo a prendersi il punto a rete anche con attacchi in controtempo. Non a caso, contro Nadal ha raccolto 25 punti su 33 (76%) nei pressi del net, mantenendo ottime percentuali sia con Fritz (82%) che con Monfils (61%).
Dominic Thiem ha fatto grandi passi in avanti sul duro
Zverev, invece, si sta riprendendo dopo una stagione complicata e un ATP Cup che aveva aumentato i dubbi sul suo rendimento al servizio e sulla sua gestione mentale delle partite. Anche a causa di vicende non prettamente tecniche, Zverev ha vissuto un 2019 complicato, ma adesso – come ha dichiarato lui stesso – è riuscito a recuperare la tranquillità necessaria per potersi concentrare solo su ciò che deve fare in campo.
Alexander Zverev
Per esempio, contro Rublev ha messo tre prime su quattro vincendo il 91% dei punti. Contro Wawrinka, invece, ha messo addirittura l’80% di prime con il 76% di resa. Per dare un’idea dell’eccezionalità di questi numeri, si pensi che nel 2019 la media delle sue prime in campo è stata del 66,9% (solo tre giocatori hanno registrato cifre migliori), mentre è stato ventesimo per percentuale di conversione (74,8%).
Sarà dunque interessante vedere cosa saprà fare Thiem alla ribattuta, lui che nel torneo è il migliore per punti vinti in risposta alla prima di servizio e per numero di break effettuati (ben 24). Non meno importante sarà vedere quale sarà la qualità della seconda palla del tedesco, La ritrovata serenità in campo gli ha permesso di commettere molti meno doppi falli (solamente 11 in 5 partite), mentre nel 2019 ne ha commessi 5,9 di media (penultimo posto).
Un altro snodo cruciale sarà la tendenza gli scambi da fondocampo. Thiem ha dimostrato di poter produrre vincenti da qualsiasi parte del campo, mentre Zverev con il dritto spesso si affida ancora molto alle proprie doti difensive. In diverse occasioni, anche se cerca il lungolinea, non trova né angoli né accelerazioni tali da consentirgli di prendere in mano l’iniziativa.
Ciò è avvenuto anche in momenti decisivi del match vinto contro Wawrinka. Per esempio, nel quinto game del terzo set lo svizzero ha commesso cinque gratuiti, con Sascha che non ha dovuto fare nulla di particolare per vincere un game cruciale.
Contro Thiem questa tattica potrebbe non pagare, considerando anche quanto è migliorato l’austriaco nel prendere campo senza affidarsi unicamente alla potenza dei propri colpi. Sarà dunque interessante vedere chi riuscirà a prendere il centro del campo con maggiore frequenza, allontanando l’avversario con traiettorie cariche di top spin.
Per esempio, Nadal non è riuscito in questa impresa e l’ha pagato in diverse circostanze. Zverev dovrà fare meglio, provando ad avere la supremazia sulla diagonale sinistra e costringendo l’austriaco a difendersi spesso.