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Benoit Paire è l'incarnazione del giocatore 'genio e sregolatezza'. Ma l'inizio del 2020 lo ha visto spesso in evidenza. Sarà l'anno buono, per raccogliere quanto merita il suo talento?
di Lorenzo Andreoli | 25 gennaio 2020
“L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”. Cosa hanno in comune Paul Klee, celebre pittore di origine svizzera, e Benoit Paire? Entrambi rappresentano liberamente il mondo delle forme e delle idee, la massima espressione di libertà di evocazione e rappresentazione.
Sono maturati tardi (sul tennista francese ci concediamo il beneficio del dubbio, non si sa mai), intorno ai trent’anni, accomunati dalla continua ricerca della creatività. Nato ad Avignone, l’8 maggio del 1989, Benoit Paire ha già giocato dieci match nel 2020. Sette vittorie e tre battute d’arresto, tutte maturate al tie-break del set decisivo. La sconfitta nel secondo turno degli Australian Open per mano del croato Marin Cilic è l’ennesimo riassunto della sua affascinante carriera: geniale, svogliata e dannata. Che circuito sarebbe senza “La Tige”?