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Devastante sia col servizio che col rovescio, peccato che quando non sia al meglio perde clamorosamente d’efficacia in battuta. Secondo i numeri, diventa questo il problema più grosso. Anche nel diritto ha grandissimi margini di miglioramento
di Gabriele Ferrara | 04 gennaio 2020
Da sinistra, invece, serve esterno nel 39,3% dei casi (rendimento pari al 77,4%), mentre cerca la T più di una volta su due (56,4%) vincendo il 72,9% dei punti. È interessante notare che sul rosso le percentuali dei punti vinti da questa parte del campo scendono rispettivamente fino al 63,3% e al 66,2%.
Ciò che appare ancor più interessante è ciò che accade quando gioca la seconda. Infatti, ha concluso il 2019 all’ultimo posto per punti vinti in queste situazioni (44,3%) e al penultimo per doppi falli commessi (5,9). In tal senso, alcune partite risultano particolarmente significative. Si pensi ai 20 doppi falli commessi su 44 punti giocati con la seconda (45,4%) a Cincinnati contro Kecmanovic.
Ancora, la finale di Shanghai si è decisa nel decimo game del secondo set, dove sul 30 pari ha commesso un doppio errore che lo ha portato non solo a commetterne un altro, ma a non lottare minimamente nel parziale successivo, perso sei game a uno. Inoltre, in tutto l’incontro con la seconda di servizio ha vinto 4 punti su 17 (24%).
Molti doppi falli li commette proprio nei punti importanti, motivo per cui non deve sorprendere il fatto che abbia concluso il 2019 al 61° posto per palle break salvate (59,4%) e al 34° per match vinti al set decisivo (54,5%), mentre complessivamente è andato meglio nei tie-break (20esima posizione con il 60% di successo). Con la seconda, da destra ha cercato spesso il kick sulla T (64,1%), vincendo il 47,5% dei punti (il 64,9% sul rosso, molto male nelle altre due superfici, dove non supera il 46%).
In fase di risposta riesce spesso a rendersi pericoloso, come dimostra il suo sedicesimo posto nel 2019 nella classifica che tiene conto del return rating. Inoltre, Alex è uno dei migliori giocatori nel tour per game vinti in ribattuta quando arriva ai vantaggi. Basti pensare che, dal 2016 in poi, ne ha vinti 807 (solamente Thiem ha fatto meglio), mentre nell’anno appena concluso è arrivato a quota 232 (secondo posto assoluto insieme a Medvedev e dietro a Tsitsipas).
D’altra parte, può ancora migliorare molto sulla seconda di servizio (21° per efficienza con il 50,7% di punti vinti), specialmente di dritto. In particolare, da destra fatica a trovare profondità quando deve fronteggiare lo slice esterno anche sulla prima, non riuscendo a superare la metà campo nel 30,3% dei casi. Inoltre, prova il lungolinea per cercare il rovescio dell’avversario solo nel 44,5% dei casi.
Ma se mentalmente non è al meglio, il dritto perde notevolmente d’efficacia: sempre a Shanghai, ma in finale, ha perso 12 dei primi 15 punti dell’incontro con 9 errori di dritto.
Altre volte, invece, si limita a non prendere l’iniziativa, affidandosi molto alle proprie doti difensive. In questi casi, il suo approccio al tennis molto cerebrale si manifesta nel tentativo di alzare le traiettorie senza produrre gioco. Questo gli è costato diverse sconfitte, come per esempio quella di Amburgo in semifinale contro Basilashvili, in cui ha generato solamente quattro vincenti di dritto.
In diverse occasioni, anche se cerca il lungolinea, non trova né angoli né accelerazioni tali da consentirgli di prendere in mano l’iniziativa. Ancora, nel match di secondo turno a Indian Wells contro Struff ha commesso solo 6 errori gratuiti con il dritto, ma ha colpito solamente 3 vincenti. In questo caso, la velocità media tenuta con il fondamentale è stata pari a 112 km/h, ben lontano dai 125 km/h del tedesco.
In quel caso, nonostante la performance di ottimo livello, ha colpito il 40% delle palle oltre due metri dietro la riga di fondocampo, mentre Nadal non è andato oltre il 18%, pur perdendo nettamente il match. Uno degli aspetti su cui ha lavorato molto con Lendl è stato proprio la capacità di avanzare il punto di impatto dei proprio colpi, soprattutto con il dritto, ma la strada per l’eccellenza e la continuità è ancora molto lunga.
Sarà altresì interessante vedere se riuscirà a migliorare il proprio approccio a rete, non frequentandola necessariamente con grande frequenza ma sfruttandola per raccogliere quanto seminato da fondocampo. Per esempio, nel match di round robin a Londra contro Medvedev ha vinto 13 punti su 17 nei pressi del net, ma solitamente da quelle parti non gioca più di una decina di punti a match, peraltro con percentuali intorno al 50%, nonostante siano già emersi alcuni miglioramenti rispetto a inizio carriera.
In ogni caso, sarà fondamentale lavorare soprattutto sotto il profilo mentale, che avrà conseguenze inevitabili sul servizio e sulla maggior parte delle scelte di gioco. Le credenziali per migliorare e per vincere grandi tornei ci sono tutte.