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Stefanos, giocando praticamente da solo, non può realizzare un miracolo che soltanto un tennista è riuscito a portare a termine nella storia delle massime competizioni a squadre: Bjorn Borg nel 1975
di Vincenzo Martucci | 05 gennaio 2020
Il bel gioco non è bastato a Stefanos nel derby contro l’altro sublime rovescio a una mano della nuova élite mondiale dei giovani, quello del canadese Denis Shapovalov. Anche se si è arreso solo dopo due tie-break e praticamente soltanto per due rovesci sbagliati. Ma la successiva prestazione di Tsitsipas, contro Sasha Zverev, è stata sublime, al di là dell’ennesima giornata-no della grande promessa della sua Germania, designato come primo candidato al numero 1 del dopo-Big Four.
Così, il greco ha anche aumentato considerevolmente il distacco nei testa a testa contro il bambino d’oro tedesco, più anziano di un anno, infliggendogli la quinta sconfitta consecutiva, portando il bilancio sul 5-1, dopo le tre vittorie su tre riportate nel 2019 contro l’attuale numero 7 del mondo e due su due del 2018. E dando quindi un segnale molto significativo a tutti i maggiori rivali sulle sue motivazioni per il 2020. L’anno nel quale si attende il primo successo dei protagonisti emersi dalle NextGen Finals negli ultimi tre anni a Milano. La nuova gara che Stefanos ha vinto nel 2018.
Di più. A Brisbane, nel doppio decisivo contro la Germania, l’orgoglioso greco ha sostenuto il compagno Michail Pervolarakis, tenendo botta alla coppia regina del Roland Garros, Andreas Mies-Kevin Kravietz, sfiorando il clamoroso successo.
Che ha fallito mancando sei match point, facendosi riprendere dal 5-0 del tie-break decisivo. Per arrendersi infine per 3-6 6-3 17-15.