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I dieci momenti degli anni Dieci. Un decennio iniziato con lo storico trionfo di Francesca Schiavone al Roland Garros e chiuso con la prima vittoria italiana al Masters firmata Berrettini. In mezzo, la prima finale Slam tutta azzurra, Pennetta-Vinci allo Us Open 2015. E i Fab 4 da leggenda
di Alessandro Mastroluca | 31 dicembre 2019
Sara Errani e Roberta Vinci scrivono la storia del tennis, italiano e non solo. Vincono il primo titolo nel 2010, a Marbella, l'ultimo a Auckland nel gennaio 2015. Conquistano in totale 22 tornei. In mezzo, diventano una leggenda dello sport azzurro. In poco più di due anni, festeggiano cinque Slam: due Australian Open (2013 e 2014), un Roland Garros (2012), uno Us Open (2012), e lo storico trionfo a Wimbledon 2014. Storico perché quel 5 luglio, le azzurre diventano la quarta coppia nell’era Open a completare il Career Grand Slam, dopo Martina Navartilova e Pam Shriver, Gigi Fernandez e Natasha Zvereva, Serena e Venus Williams.
Interrompono la carriera in doppio nel marzo del 2015. "Abbiamo investito moltissime energie, sia mentali che fisiche, per riuscire a ottenere i risultati che abbiamo conquistato e di cui siamo molto orgogliose, per questo sentiamo la necessità di fermarci e tirare un po’ il fiato" scrivono nel comunicato congiunto. "Col sorriso sulle labbra e da numero uno al mondo ci teniamo specialmente a ringraziare tutti i nostri tifosi e i nostri fans per averci sempre sostenuto, è stato un onore per noi rappresentare insieme il nostro paese. Sara & Robi".
Dopo i quarti allo Us Open, Murray vince 24 set di fila, incastona tre titoli a Pechino, Shanghai e Vienna. Ma è Parigi-Bercy il luogo della storia, che si realizza però nel modo più surreale, grazie al forfait di Raonic in semifinale a Bercy. Batte Isner in finale, conquista il 14° Masters 1000. Sette anni e 82 giorni dopo essere arrivato per la prima volta al numero 2 del mondo, Murray diventa numero 1: nessuno nella storia del tennis maschile ha mai aspettato così tanto per compiere quell'ultimo passo verso la gloria. Solo 25 giocatori erano arrivati in vetta al ranking prima di lui, solo il baffuto australiano John Newcombe era più anziano quando ha raggiunto per la prima volta il numero 1: era il 3 giugno 1974, aveva già compiuto 30 anni. Al Masters batte Kei Nishikori, Stan Wawrinka, Milos Raonic in semifinale dopo aver salvato un match point e completa la sua annata speciale contro Djokovic in finale.
Nessun numero 1 dopo Ivan Lendl nel 1986 aveva sconfitto tutti gli avversari classificati dal secondo al quinto posto in una sola edizione del Masters. In tutto il 2016, Murray ha vinto 9 tornei e perso quattro finali, ha ottenuto 79 vittorie e 9 sconfitte e completato almeno un break in tutte le 87 partite giocate. Chiude la stagione da numero 1. Forse nessuno, al Roland Garros, ci avrebbe creduto.
Nadal si è dovuto ritirare al Roland Garros 2016. Un anno dopo schianta tutti, trionfa senza perdere un set e alza la Coppa dei Moschettieri per la decima volta. Nessuno, nella storia del tennis maschile era mai riuscito a trionfare dieci volte nello stesso Slam. In finale, domina Stan Wawrinka 6-2 6-3 6-1 e torna numero 2 del mondo per la prima volta dall'ottobre 2014. E' il suo quindicesimo Slam, il 73mo titolo di cui 53 vinti sul rosso.
Aprile cambia anche le prospettive del 2019 di Matteo Berrettini che, da numero 55 del mondo, vince a Budapest il suo secondo torneo in carriera. Centra la finale a Monaco la settimana dopo, a Roma batte Zverev (primo successo su un top 5) ma al Roland Garros si ferma contro il norvegese Casper Ruud. Si scopre gran giocatore da erba. A Stoccarda conquista il titolo senza perdere il servizio e torna a casa con una Mercedes ibrida come ulteriore omaggio della casa. Intelligente nelle vittorie e nelle sconfitte, dopo essere stato dominato dal suo idolo Federer nell'ottavo di finale a Wimbledon gli chiede: "Quanto costa la lezione?". In estate un infortunio alla caviglia lo rallenta, ma agli Us Open il tempo prende velocità. "Sul terreno duro di Flushing Meadows restano stesi dai suoi colpi devastanti Richard Gasquet, Jordan Thompson, Alexei Popyrin, Andrey Rublev e Gael Monfils, al termine di una delle partite più emozionati dell’anno" ha scritto Enzo Anderloni.
Perde in semifinale contro Nadal ma senza sfigurare. E dopo la semifinale a Vienna, entra in top 10. E' il quarto italiano di sempre a riuscirci. Si qualifica per le ATP Finals e contro Thiem regala all'Italia anche il primo successo in singolare nella storia del torneo. E' un risultato destinato a lanciare tutto il tennis italiano verso nuovi, sconfinati, orizzonti.