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Campioni internazionali

Per tornare grande Murray deve… fare in fretta

Servizio e scambi brevi saranno le chiavi per la rincorsa al vertice di Andy, che nel 2019 ha vinto, votato dai colleghi, l’ATP Award come rientrante dell’anno. Ecco che cosa suggeriscono i numeri: per salire ancora dal n.125 al mondo deve…

di | 20 dicembre 2019

Una delle grandi storie del 2019 è stato il rientro di Andy Murray dopo la seconda operazione all’anca destra di fine gennaio. È tornato in doppio al Queen’s, mentre per il singolare ha aspettato Cincinnati. Dopo alcuni tornei di assestamento, ha emozionato tutto il mondo ad Anversa trionfando in maniera commovente contro Wawrinka, mostrando che è ancora intenzionato a competere ai massimi livelli. Il livello che potrà offrire nel 2020 dipenderà da numerosi fattori, in primis dal suo stato di salute e dalla capacità di garantire brevità e aggressività al suo gioco.

In questo senso la off-season non ha dato grosse indicazioni, considerando che non è riuscito a volare in Florida per il consueto blocco di preparazione atletica di dicembre. La pausa forzata è stata dovuta al dolore all’inguine sofferto dopo il piccolo risentimento accusato pochi giorni prima della Coppa Davis, aggravatosi nel corso dell’unico match disputato a Madrid e vinto contro l’olandese Tallon Griekspoor al termine di una lotta estenuante.

Secondo quanto riportato dal corrispondente del Times Stuart Fraser, Murray partirà per l’Australia il prossimo 27 dicembre per preparare il primo Slam stagionale, nella speranza di ricevere una wild card per evitare le qualificazioni.

Intanto, nel 2019 è riuscito ad issarsi fino al numero 125 del mondo dopo due anni di stop quasi ininterrotto. Andy vuole a tutti i costi tornare ad essere competitivo ai massimi livelli e sa che per riuscirci avrà bisogno di progredire sotto tanti aspetti.

Tra quelli che ha sottolineato lui stesso c’è il servizio. Eppure alcuni numeri registrati nel 2019 sono stati buoni: 58% di prime palle in campo e resa del 75% (la media in carriera è pari al 74%).

Con la seconda, invece, non è andato oltre il 50%. Da sempre questo è il suo punto debole principale, come dimostra il fatto che, nel 2016 (ovvero l’anno in cui ha chiuso in vetta al ranking mondiale) non è andato oltre il 53,9%.

Murray non ha mai sviluppato una sensibilità tale da trovare con continuità il giusto mix tra velocità di palla e rotazione in kick per essere realmente incisivo. In questo senso i problemi alla schiena e la conseguente operazione del settembre 2013 non lo hanno aiutato. Per questo motivo non è mai riuscito a compiere miglioramenti significativi.

Se si prende a esempio la sfida dello scorso ottobre di Pechino contro Thiem, si nota come Murray abbia vinto solamente 9 punti su 26 con la seconda (36%). È andata meglio nei match precedenti contro Berrettini e Norrie, invece, in occasione dei quali è sempre andato oltre il 60%, arrivando al 68% del connazionale britannico.

 

A Shanghai non è riuscito a compiere miglioramenti, registrando il 45% e il 40% rispettivamente contro Londero e Fognini. D’altra parte, contro l’azzurro Andy si è espresso su ottimi livelli con la prima, vincendo il 72% contro uno dei ribattitori più efficienti del mondo. In particolare, tra il secondo e il terzo parziale Andy ha vinto 25 punti su 31 con il primo servizio, acquisendo un predominio territoriale in quegli scambi in cui si è andati oltre i cinque tiri (87-63 il computo finale).

Il servizio

Complessivamente, nelle 18 partite disputate nel circuito ATP nel corso di questa stagione, Murray ha vinto l’80% dei game di battuta (la media in carriera è dell’82%, mentre nel 2016 è arrivato all’85%).

Sotto il profilo delle scelte di gioco, quest’anno da destra ha servito sulla T nel 46,4% dei casi con un rendimento pari all’80,1%, mentre si è affidato allo slice esterno più di una volta su due (52%), vincendo il 75,9% dei punti. Da sinistra, invece, ha provato lo slice sulla T nel 55,8% dei casi conquistando il 62,2% dei punti.

Se si guarda alla soluzione piatta esterna, si nota come l’abbia tentata meno frequentemente (37,7%), sebbene la stessa gli abbia fruttato tre punti su quattro. Per fare un confronto con il 2016, da quella parte cercava la T ancora più spesso (61,2%), vincendo il 72,2% dei punti.

Tornando alle ultime settimane, si nota che con la seconda ha grossi problemi proprio da sinistra, ovvero dove si giocano la maggior parte dei punti importanti.

Qui lo scozzese opta per una soluzione centrale nel 44,2% dei casi, conquistando solamente il 35,8% dei punti. Facendo il paragone con il 2016, questa circostanza si verificava il 39,3% delle volte (60,6% dei punti conquistati).

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La risposta

Sarà importante vedere anche quanto inciderà in ribattuta. Nel 2019 ha vinto solamente il 22% game in risposta.

Da quando è diventato professionista ha una media del 32%, mentre nel 2016 è arrivato addirittura al 36,7%. Tornando alla stagione appena conclusa, Murray ha vinto il 29% dei punti sulla prima degli avversari (33% in carriera) e il 53% sulla seconda (-2% rispetto ai suoi trend abituali).

Da un punto di vista tecnico, il campione di Dunblane è fenomenale nell’esecuzione sulla seconda. In queste situazioni risponde spesso dentro il campo con un movimento molto breve e compatto, specialmente dalla parte del rovescio. Da segnalare l’incredibile timing nello step: riesce ad unire leggerezza, potenza e precisione degli appoggi.

Non a caso, nonostante le difficoltà, anche quest’anno ha risposto in maniera magistrale sulla seconda degli avversari, specialmente quando ha potuto colpire di rovescio, con il quale impatta in maniera perfetta anche le palle senza angolo.

Per esempio, se si analizzano i numeri registrati da destra, quando ha fronteggiato un servizio centrale o sulla T ha avuto un rendimento rispettivamente del 62% e 60% dei punti, mentre da sinistra ha avuto un rendimento pari al 56,5% sui servizi esterni e del 59,4% su quelli centrali.

La risposta sarà un fattore: nel 2019 ha vinto solamente il 22% game in ribattuta, mente da quando è diventato Pro ha una media del 32%

La posizione in campo

Oltre ai colpi di inizio gioco, uno degli snodi fondamentali sarà riuscire a capire quanto Murray sarà in grado di giocare vicino al campo. In questo senso, le indicazioni della fine del 2019 sono contrastanti.

Per esempio, a Shanghai contro Londero ha quasi sempre subito il gioco dell’argentino, che ha dominato con il dritto (28 vincenti e 20 errori gratuiti solo con questo fondamentale). Non a caso Murray ha dovuto lottare moltissimo nei suoi game di battuta, che sono durati mediamente 4 minuti e 57 secondi, mentre Londero non è andato oltre i 3 minuti e 7 secondi.

Contro Fognini è riuscito a produrre qualcosa in più, scendendo a rete in 35 occasioni e generando 33 vincenti. Lo scozzese è stato molto bravo ad indurre l’azzurro a commettere 41 errori forzati, anche se comunque 105 punti su 249 (42,1%) sono stati figli di un vincente o di un gratuito del ligure. Se si pensa alla splendida vittoria in finale ad Anversa contro Wawrinka, invece, lo svizzero ha quasi sempre comandato gli scambi, determinandone ritmo ed evoluzione.

Tuttavia, in quello stesso torneo, così come a Zhuhai, ci sono stati ottimi segnali, con Murray che ha spinto di più col servizio e con i primi colpi all’interno dello scambio. A tratti ha saputo verticalizzare di più il gioco, ma avrà bisogno di mettere i piedi dentro il campo con maggiore frequenza, così come di tagliare gli angoli e prendere l’iniziativa.

Il diritto

Andy ha sempre avuto la capacità tecnica per farlo dalla parte del rovescio – a partire dalla risposta - mentre con il dritto ha avuto qualche problema in più.

D’altra parte, grazie al lavoro con Lendl e Mauresmo ha compiuto progressi significativi, specialmente nella capacità di prendere in mano il gioco con questo fondamentale dal lato sinistro. In questo senso, una partita significativa è stata la semifinale del Roland Garros 2016 contro Wawrinka, in cui è stato bravissimo a imporre il proprio ritmo con il dritto a sventaglio in numerose circostanze, vincendo l’incontro in quattro set e controllandolo quasi sempre.

Quel match fu una delle rare sfide importanti al meglio dei cinque set in cui ha corso meno del proprio avversario. Wawrinka percorse 2,89 km, mentre Murray 2,72. Uno scenario simile si verificò nella semifinale degli Australian Open 2013 contro Federer. Anche in quel caso Andy fu bravo a controllare il gioco per la maggior parte del tempo, chiedendo e ottenendo moltissimo dal servizio (21 ace, 75% di punti vinti con la prima, 63% con la seconda).

Fu emblematico anche il saldo vincenti/gratuiti: 62/47 per lo scozzese, 43/60 per lo svizzero.

Anche il diritto, specialmente quello lungolinea, sarà fondamentale nel processo di risalita del campione scozzese

Probabilmente, per sollecitare meno il busto, non potrà utilizzare le medesime strategie di quel periodo, ma avrà bisogno di giocare maggiormente vicino al rimbalzo e di togliere tempo all’avversario. Da questo punto di vista sarà importante seguire i suoi progressi con il dritto lungolinea.
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Play
Ha lavorato molto su questo colpo, ma non ha mai sviluppato un livello di sicurezza particolarmente elevato, oltre a non riuscire a eseguire il cambio in maniera imprevedibile, cambiando la postura delle spalle e il posizionamento dei piedi al momento dell’esecuzione. Non a caso in diverse occasioni non ha avuto la fiducia necessaria per provare questo colpo con frequenza e decisione. Per esempio, nell’incontro con Fognini di Shanghai di cui sopra ha provato il diritto lungolinea solamente nel 31% dei casi (il ligure è arrivato al 45%).
Se riuscirà a essere sano e a giocare con continuità, occorrerà attendere almeno 4-5 tornei per avere indicazioni rilevanti, così come sarà cruciale capire che livello potrà mantenere negli Slam e quanti eventi saprà sostenere non avendo quasi mai un giorno di riposo. Intanto, però, Andy sa di avere tutto il mondo del tennis pronto a fare il tifo per lui.
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