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Campioni internazionali

Simona ha ritrovato il suo...angelo custode!

Nel match d'esordio alle Wta Finals di Shenzhen lunedì la Halep ha rimesso in piedi la partita con la Andreescu che sembrava oramai persa (ha annullato anche un match-point). Questo grazie ai consigli di coach Darren Cahill tornato al fianco della ex numero uno del mondo

di | 29 ottobre 2019

Wta Finals 2019 Shenzhen: Simona Halep e Darren Cahill

Simona Halep e Darren Cahill a colloquio durante un coaching nel corso del match

L’alluce di Simona creava meno problemi della schiena di Bianca, e nove anni di differenza e di esperienza si sentono eccome, soprattutto considerando che dodici mesi fa, di questi tempi, la 19enne Bianca Andreescu giocava i tornei ITF mentre ora è impegnata alle WTA Finals (il Masters) di Shenzhen con le prime 8 del mondo. Ma se la più esperta, la 28enne Halep non avesse avuto al suo capezzale Darren Cahill - che è il coach più bravo delle donne - non sarebbe riuscita a rovesciare la prima partita della prestigiosa prova finale stagionale contro la giovane rivale di cui è stata la beniamina fino a ieri l’altro. E non sarebbe passata dal 3-6 5-6 e match point contro al 3-6 7-6 6-3 finale, dopo due ore e mezza di battaglia.

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Che cosa può cambiare un time out-tecnico? Tutto, in uno sport che si decide spesso per una-due palle, e che cambia direzione un attimo, soprattutto fra le donne. Infatti non dovrebbe essere concesso. Perché, con tutti i segnali che si fanno comunque da sempre allenatori e giocatori dalla tribuna, la visitina in campo alle tenniste spesso ricrea quella confort zone di cui hanno un disperato bisogno, insieme a schemi e incitamenti. Sai quanto ne avrebbe beneficiato Serena Williams nelle sue ultime disastrose prestazioni Slam? E sai come sarebbe cambiata quindi la storia che invece la tiene inchiodata a quota 23 Slam? Sono interventi ovvi, suggerimenti ovvi, indicazioni ovvie, ma che in quei momenti di panico le giocatrici non riescono a trovare in se stesse. Come s’è visto benissimo stavolta con l’aiutino fondamentale del tecnico australiano alla romena doc, drammaticamente in difficoltà contro l’intelligente varietà della romena-canadese, campionessa degli Us Open di settembre.

Un diritto di Simona Halep

In realtà, gli aiutini sono stati anche troppi, pure quando la Andreescu aveva chiamato il fisioterapista per la schiena incriccata. E sono risultati talmente decisivi che, a fine match, la stessa Halep, campionessa del Roland Garros 2018 e dell’ultimo Wimbledon di luglio, ha ringraziato al microfono in campo il coach per le paroline chiave. Dapprima, Cahill le ha detto, come riportato dalla tv: “Tranquilla. È vero, non stai facendo bene bene, ma non sei lontana, basta poco per girare la partita. Come prima cosa, comincia a non servire seconde palle a 117 chilometri orari. Con la prima vai molto bene, ma la seconda è un problema. E, soprattutto, non essere così negativa”. La seconda volta, nel momento clou, Simona si auto-flagellava, frustrata: “Ho avuto le mie chances e le ho mancate” e l’ex pro australiano che ha guidato anche Hewitt ed Agassi, le ha suggerito: “E’, vero è successo sul 15-30 sul suo servizio e poi ancora sul tuo. Ma, ascolta, quello che stai facendo è dannatamente buono, ti mancano giusto un colpo qui e uno lì. 'Simo', non puoi lasciarla giocare così fuori dal campo, entra tu. Usa la tua bella volée. Lei controlla la maggior parte degli scambi restandosene laggiù, attaccala, toglile il tempo. Quando ti arriva una palla a tre quarti campo, cerca il vincente. Da fondo stai andando bene, hai sbagliato quel rovescio lungolinea, ma va bene. Il problema non è il servizio o il gioco da fondo. Continua ad essere aggressiva, ti stai aprendo il campo molto bene”. Simona insisteva, delusa: “Ma non sto combinando niente”. E Cahill, sereno, la rinfrancava con i suggerimenti-chiave: “Tu insisti, non farti togliere il tempo con lo slice, soprattutto con quello di dritto che ti arriva alto, promettimi che attaccherai”.

Cahill, benedetto Cahill, l’angelo custode s’era allontanato una prima volta perché Simona non si dava al cento per cento, era tornato per aiutarla a infrangere finalmente il muro dello Slam e portarla al numero 1 del mondo, si era allontanato di nuovo per star più vicino ai figli e alla famiglia, ed è ora tornato di nuovo accanto alla tenace numero 5 della classifica. Quest’anno part-time, il prossimo in pianta stabile. “Mi è mancato, ho tanto insistito perché rimanga sempre, sono felice che sia tornato, mi ha dato anche un po’ più di potenza”.

Darren Cahill a colloquio con Simona Halep

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