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Paolo Bertolucci, il braccio d’oro dei Magnifici quattro della storica coppa Davis azzurra del 1976, oggi apprezzato telecronista, fa il punto sul tennis mondiale maschile dopo gli scossoni di Shanghai. "Nelle grandi prove saranno ancora i vecchi big quelli da battere, ma Medvedev e Tsitsipas sono forti. E dietro ci sono subito Zverev e Berrettini: il suo gioco moderno con smorzate e volée è vincente e bello da vedere"
di Vincenzo Martucci | 15 ottobre 2019
Quest'anno non era mai accaduto che al penultimo atto di un Master 1000 non ci fosse nemmeno un "Big 3". E quattro semifinalisti così giovani come accaduto a Shanghai in un torneo di questa categoria non si vedevano da oltre vent'anni (Amburgo 1999). Paolo Bertolucci, il braccio d’oro dei Magnifici quattro della storica Coppa Davis azzurra del 1976, oggi telecronista di punta tv, prova a decifrare il momento del tennis mondiale maschile.
Shanghai deve considerarsi una svolta definitiva a favore della Next Gen con quattro under 24 nel semifinali, oppure i tre grandi Federer, Nadal, Djokovic saranno ancora protagonisti a livello più alto?
“E’ stato un segnale, com’era naturale che fosse, dopo altri segnali in altri grandi tornei. C’è stata un po’ di fretta, magari, di vedere molto velocemente questi risultati dei più giovani, ma era necessario che acquisissero una certa stabilità. Sia chiaro, però, negli Slam come nei Masters 1000, saranno ancora protagonisti i soliti noti”.
Vede una data di scadenza del dominio dei Big 3?
“Dipende soprattutto da infortuni e motivazioni, il comportamento di Djokovic e Nadal di quest’anno assicura che sono competitivi al vertice, e Federer al Roland Garros ha perso in semifinale contro Rafa e a Wimbledon solo in finale, coi match point a favore, contro Djokovic”.
La distanza dei cinque set negli Slam resta un’arma in più nel mani dei campioni più anziani. Ancor di più adesso che si disputano solo nei Majors...
“Perché dà la possibilità di recupero sempre. L’esperienza per gestire la situazione, saper dare e togliere gas, a seconda del momento, e quindi risparmiare benzina per il momento topico del match è decisiva”.
Si vede sempre più tanta potenza da giocatori sempre più alti e sempre più atleti, ma anche tante variazioni in più: dalla smorzata alla ricerca della rete.
“Perché dopo sei volte che tiri a mille da fondo, nel gioco delle percentuali, è più probabile che sbagli, se insisti. Migliorando tanto in difesa, diventa sempre più difficile spaccare l’avversario da fondo, e la smorzata e la discesa a rete ci stanno, eccome. Come dimostra il nostro Berrettini”.