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Campioni internazionali

La promessa di Matteo: "Non posso fermarmi qui"

Sono molto ambizioso, sto già pensando al match di venerdì. Mi sento molto felice" ha detto Berrettini a SuperTennis. Dall’Italia mi seguono fino alle 2 di mattina. E' bello godere delle emozioni con gli altri. Contenta anche Flavia Pennetta

di | 05 settembre 2019

berrettini

Se la vittoria con Monfils fosse un film, ha detto Matteo Berrettini in conferenza stampa, sarebbe "Django Unchained" di Tarantino. "Mi ricordo di un gran bagno di sangue dove alla fine rimaneva in vita solamente una persona. Un po' come questo match" ha raccontato.

In un campo così grande come l'Arthur Ashe, ha aggiunto, "di solito faccio molta fatica. Sono rientrato nel pomeriggio e l’umidità era altissima. Ero sudatissimo, ho dovuto cambiare anche le scarpe. Però 5 set ti aiutano ad abituarti al caldo, ai rumori agli schermi. Sono sempre rimasto molto concentrato, ho fatto attenzione solamente alle cose importanti". All'inizio non riesce a sfondare, non entra bene in partita. Un po' come a Wimbledon contro Federer. "Mille pensieri in testa: dove gioco, dove servo, lui che movimenti fa. Allora ho chiesto aiuto al mio istinto e da lì tutto è cambiato. Poi mi sono anche ricordato che quando metto peso sulla palla l’avversario lo sente. Il risultato è stato straordinario".

Le lezioni imparate dalle sconfitte rimangono, indicano la strada, aiutano a non perdersi. "Una delle delusioni più grandi della mia carriera Juniores fu al Bonfiglio, dove persi al primo turno dopo aver fallito ben 12 match point. Da lì iniziai a capire una cosa: in qualche modo devi sperare che il momento peggiore arrivi il prima possibile perché la prossima volta imparerai ad essere pronto. Questa è l’idea che Vincenzo (Santopadre) mi ha sempre inculcato quando ero piccolo: mettermi il più possibile in difficoltà per poi essere bravo e pronto a superare gli ostacoli in seguito". 

Ecco quello che Berrettini ha detto a SuperTennis dopo la conferenza stampa.

Matteo dopo che avevi fallito 4 match point, questa straordinaria vittoria è arrivata ad uno dei tie break più belli della carriera.
Faccio fatica ancora a crederci, pazzesco. Se uno pensa come vorrebbe vincere una partita, forse 7-6 al quinto set è il risultato più bello. Così si gode il doppio.
Alla fine sono crollato a terra perché ero esausto mentalmente e fisicamente. Ho scavato dentro me stesso per cercare di andare avanti, per scacciare i fantasmi delle chances che avevo avuto nel corso della partita. Sono stato veramente bravo, sono rimasto lì a lottare e questa è stata la cosa più importante.

Qual è stata la chiave che ti ha permesso di portare a casa il match?
Un po' tutto, testa e cuore. Cercavo il coraggio dentro me stesso, mi chiedevo di essere aggressivo ed in queste situazioni il fisico ti deve dare una grossa mano. Credo che dentro di noi abbiamo energie extra che solo la testa può riuscire a tirartele fuori. La gara di oggi ne è l’esempio.
 
Prima semifinale slam in carriera. Che sensazioni stai provando?
Sono veramente soddisfatto ma non mi posso fermare, non è concepibile come idea. Sono molto ambizioso, sto già pensando al match di venerdì. Mi sento molto felice, vedo le persone attorno a me che sorridono, che sono fiere, che tutto il lavoro che stiamo facendo sta dando i suoi frutti, che le persone dall’Italia mi seguono fino alle 2 di mattina, mi scrivono, mi chiamano. Questa è la cosa bella, godere delle emozioni con gli altri.

Hai ricevuto tanti messaggi dall’Italia ma ce n’è uno in particolare di una ragazza che questa sala stampa la conosce molto bene: Flavia Pennetta.
Sì, era molto contena per me, l’ho ringraziata. Forse domani le scriverò qualche riga in più. Sicuramente saprà come affrontare queste emozioni, questo tipo di match. E’ sempre molto carina con me. Mi ricordo il primo allenamento all’Aniene con lei quando avevo 15 anni. Ho dovuto giocare con Vincenzo (Santopadre) perché non riuscivo a reggere il suo ritmo. Fa bene al movimento italiano avere uomini e donne che si aiutano a vicenda.

Sei arrivato a New York senza aver mai vinto un match sul questa superficie e adesso sei in semifinale.
Quando meno te l’aspetti succede. Arrivavo qua in condizioni fisiche e di fiducia non ottimali. Mi sono detto di andare avanti come ho sempre fatto e adesso sto vivendo questo sogno e non voglio fermarmi.

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