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Campioni internazionali

Maratoneta Chung è tornato

Il coreano vince il suo quinto match di fila a Flushing Meadows tra qualificazioni e main draw, il secondo consecutivo al quinto set. Contro lo spagnolo Verdasco ha anche annullato un match-point prima di imporsi nel tie-break

di | 30 agosto 2019

Us Open 2019

Rieccolo! E’ tornato l’eroe del tennis asiatico, il campione delle prime Next Gen Final 2017 di Milano under 21, il coreano con gli occhiali e l’aria da professore che non sbaglia una scelta: dopo aver superato i tre match di qualificazione, ha vinto con due maratone di cinque set i primi due incontri di tabellone agli Us Open, sempre in rimonta, con lo sprint del 6-4 6-2 degli ultimi due parziali contro Escobedo ed addirittura col miracoloso recupero da due set a zero e poi 2-5 al quinto contro Verdasco, salvando un match point nel dodicesimo gioco prima di imporsi nel tie-break decisivo e scatenando il tifo della folla di New York.
Chung, proprio come il suo idolo, Novak Djokovic, si è bloccato all’improvviso dopo aver spinto la macchina, pardòn, il fisico oltre i limiti umani. Sulla scia di una serie di infortuni, dagli addominali del 2016 alla caviglia destra del 2018, quest’anno, con la schiena a pezzi dopo tutto quel torcersi di dritto e rovescio, e quello spingere di continuo da fondocampo, frustrato da quattro ko nelle prime cinque partite, a metà febbraio, si è fermato per cinque mesi. E’ tornato a fine luglio, vincendo il Challenger di Chengdou da numero 166 del mondo, dopo essere salito al 19 nel maggio dell’anno scorso. E ha continuato a frequentare i tornei di secondo livello per poi puntare grosso al tavolo dell’ultimo Slam stagionale sul cemento di New York.

Chung non è l’unico maratoneta di questo torneo, è anzi il quinto ad aver superato due partite di fila del tabellone in cinque set, come Sascha Zverev, Bublik, Lorenzi e Majchrzak. E, come l’italiano e il polacco, si è anche sobbarcato i tre match di qualificazioni. Le maratone di cinque set degli Us Open di questi primi giorni sono state addirittura 23. Una cifra importante che fotografa il livello medio davvero altissimo del tennis maschile, considerando che a Wimbledon di luglio i cinque set sono stati in tutto il torneo 21, al Roland Garros 24 come agli Australian Open, e l’anno scorso, andando a ritroso, se n’erano disputati 17 agli Us Open, 22 a Wimbledon, 25 al Roland Garros e 24 agli Australian Open.
Nelle qualificazioni di New York, il 23enne Chung ha ritrovato il compagno di sempre, il 21enne Soonwoo Kwon: “Siamo buoni amici, ci siamo allenati e ci alleniamo ancora tanto assieme. Con lui ho diviso tante cose anche dal di là del tennis, sin dalla più tenera età”. La rivalità in casa Corea gli ha dato una motivazione extra dopo i momenti duri del recupero fisico, fino a promuoverlo nel tabellone principale degli Us Open, dopo aver fatto scintille agli Australian Open, con le semifinali del gennaio dell’anno scorso. “Ora cerco solo di concentrarmi sul presente e crearmi un buon futuro. Gli Slam mi mancano, certo, ma devo concentrarmi match dopo match perché non è facile rientrare dopo quasi sei mesi fuori per infortunio. Devo recuperare prima possibile al livello di Atp Tour. Ma la mia preoccupazione maggiore dev’essere quella di stare in salute, non devo assolutamente forzare”.

Come il suo idolo, Djokovic, anche Chung - fatte le debite proporzioni - si ritrova davanti Rafa Nadal: ci ha già giocato e perso, due volte su due, nel 2017, sempre in due set, ma dopo un primo set combattuto. Nel terzo turno, avrà ancora benzina per “fare il Djokovic”?

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