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Campioni internazionali

Rafa boat, il nuovo yacht di Nadal

Il maiorchino ha acquistato un catamarano di 24 metri, che sarà presentato a settembre: lo userà dal 2020. Ha venduto lo yacht che aveva comprato due anni fa e ribattezzato Beethoven. "Mi piace il senso di avventura che ti dà una barca" ha detto

di | 13 agosto 2019

Lo yacht di Nadal

“Mi è sempre piaciuto il senso d'avventura che ti dà una barca. Ti fa sentire libero”. Rafa Nadal, l'uomo di mare che passerebbe ore a pescare, conserva un solo vezzo da “super ricchi”: Le barche di lusso. Difficilmente, ammetteva qualche tempo fa, gli capita di vedere un super-yacht all'orizzonte e non riuscire a riconoscerlo. “Ho sempre vissuto vicino la costa, tra Manacor e Porto Cristo. Il mare è il mio mondo” diceva. Un mondo che dal 2020 potrà attraversare su un nuovo catamarano della serie 80 Sunreef Power, che sarà presentata a settembre al Cannes Yachting Festival.

È uno yacht lungo 24 metri, con due motori da 575 o 1200 cavalli, e due serbatoi da 5 o 8 mila litri. Pensato per crociere lunghe, può accogliere fino a 12 passeggeri negli spazi interni di design, totalmente personalizzabili, e nella spa di bordo. C'è anche un garage di poppa in cui eventualmente trasportare gommoni e moto d’acqua. Secondo il Mallorca Daily Bulletin, il catamarano sarebbe costato 5.5 milioni di euro.

Nadal non ostenta le conquiste né si vanta delle ricchezze. Nella sua autobiografia “Rafa”, scritta con John Carlin nel 2011, ricordava come durante il Roland Garros del 2008 avesse pensato di comprare un'auto sportiva. Ma il padre ha disapprovato, sarebbe apparso come un capriccio pretenzioso agli occhi del resto della famiglia e dei vicini.

 

Prima di concedersi il lusso del nuovo catamarano, ha venduto il Monte Carlo Yachts 76 che aveva comprato due anni fa dai cantieri navali di Monfalcone e ribattezzato Beethoven in omaggio alla sua passione per la musica classica. Gli aveva cambiato nome e aveva richiesto una ridefinizione degli interni perché, spiegava, “per me una barca è un po' come una casa: anche quando siamo fermi a Porto Cristo, qualche volta mi capita di rimanere anche a dormirci”. Per questo aveva spostato la cambusa al piano inferiore e creato un salone completamente aperto: così si poteva guardare avanti, e quasi toccare il mare, da qualunque punto della sala.

 

Prima di “Beethoven”, il ventaglio delle barche di famiglie contemplava un Princess V62 e un Riviera, usato soprattutto per andare a pesca. Passando gran parte dell'anno non a Mallorca, Nadal ha bisogno di un capitano che si occupi delle barche. È un amico, si conoscono da quando sono bambini, escono spesso insieme quando Rafa è a Mallorca e magari la fidanzata, Maria Francisca Perello, deve lavorare.

 

Nadal ha qualcosa del protagonista del “Vecchio e il mare” di Hemingway. Pensa al mare “come a la mar, come lo chiamano in spagnolo quando lo amano. A volte coloro che l’amano ne parlano male, ma sempre come se parlassero di una donna.”

 

Ogni volta che può, Nadal si concede un'escursione, e si mette anche al timone anche se non potrebbe, non ha la licenza. “Mi capita di finire l'allenamento e, se le condizioni sono buone dire al mio capitano: 'Andiamo!'. Passiamo il pomeriggio al largo, facciamo qualche immersione, ceniamo, dormiamo in barca poi la mattina presto rientriamo e io torno ad allenarmi”. Se ha più tempo, ci rimane un weekend o magari un'intera settimana anche se questo tipo di vacanza lunga può godersela non più di una, due volte l'anno.

Sul Beethoven, ha raccontato, son passati molti dei suoi amici tennisti, Feliciano López, Marc López, David Ferrer, Juan Mónaco. Per qualche giorno l'ha usata anche Andy Murray col suo team, ma senza Nadal a bordo.

 

La barca diventa una casa galleggiante, uno status, un modo per evadere, per dimenticare le sconfitte, per recuperare energie. Più di un campo in terra battuta, è sul mare che Nadal si sente nel suo elemento.

Domingo en familia😉!family Sunday!😍

Un post condiviso da Rafa Nadal (@rafaelnadal) in data:

Due anni fa, raccontava a Style, il magazine del Corriere della Sera, di voler esplorare “ogni angolo del Mediterraneo. Ho intenzione di prendere la mia barca e stare fuori tre mesi per andare fino in Croazia, in Grecia e in Turchia, ovviamente senza tralasciare Sardegna e Corsica. Ora non mi è possibile: è troppo importante per me continuare a fare bene il mio lavoro ed essere professionale”. Il sogno, che è un desiderio chiuso in fondo al cuore, è “andare nei Caraibi con la mia barca. È un posto magnifico, ci sono un’infinità di isole l’una vicino all’altra, non si ha bisogno di giornate intere di navigazione per raggiungerle”.

 

Per ora, si “consola” con rotte più familiari. In fondo, Nadal è un isolano, che ha mantenuto la residenza a Manacor, che ha costruito un'academy di famiglia come parte di un'eredità, come tassello per costruire un futuro nel segno dell'appartenenza a un luogo, a una famiglia, a un certo respiro del mondo.

Per ora, si “consola” con rotte più familiari. In fondo, Nadal è un isolano, che ha mantenuto la residenza a Manacor, che ha costruito un'academy di famiglia come parte di un'eredità, come tassello per costruire un futuro nel segno dell'appartenenza a un luogo, a una famiglia, a un certo respiro del mondo. Galleggia, è proprio il caso di dirlo, tra Mallorca, Menorca, Ibiza, Cabrera, esplora le Baleari, ne conosce panorami e insidie, come le condizioni del tempo che possono cambiare molto velocemente.

 

Affrontarle è in qualche modo una sfida, un'avventura Come vincere undici Roland Garros. Come unire l'acqua e la terra, meglio se rossa, con il fuoco della passione che si alimenta di cause leggere, sfizi privati e pubblici trionfi.

 

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