Del resto, fino all’epilogo, Alex aveva strozzato le speranze del cigno d’Australia Bernard, già campione dell’Orange Bowl e di due Slam juniores, già “A-Tom” per i media Aussie, che ha litigato col mondo del tennis intero, direttamente o attraverso il terribile papà. Ha usato determinazione, concentrazione, resilienza ed allenamento all’applicazione: ha concesso solo un punto al servizio (21/22), quindi non ha fronteggiato palle-break, si è concentrato sulla battuta del pivottone di 1.96, che tanto dipende dalla sua arma paralizzante, e gliel’ha strappata tre volte. Scatenando l’applauso del prossimo avversario delle semifinali, l’altro Next Gen, l’altro temibile bum-bum, il 21enne Reilly Opelka, alto 2.11: "The Demon, è un giocatore incredibile, un buon amico, le ultime sere abbiamo cenato spesso assieme, probabilmente è il più veloce del circuito, è un gran combattente e ultimamente serve anche molto bene per il suo metro e 83, mi ha battuto in una gran partita a Sydney, si esalta sul cemento, sarà un gran test”.