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Campioni internazionali

Lendl-Zverev, c'eravamo poco amati

La decisione era nell'aria da un po': i due non lavoreranno più insieme. "Alexander può diventare un grande ma adesso ha problemi da risolvere fuori dal campo e non può lavorare in accordo con la mia filosofia"

di | 26 luglio 2019

Lendl Zverev

Era solo questione di tempo. Ivan Lendl non è più l'allenatore di Alexander Zverev. "Credo molto in Sascha, è ancora molto giovane. Penso che un giorno possa diventare un grande giocatore. Ma ha dei problemi da risolvere fuori dal campo che adesso non gli permettono di lavorare in accordo con la mia filosofia". E' la conclusione prevedibile di un rapporto sempre piuttosto conflittuale. Questa settimana, durante il torneo di Amburgo, il numero 5 delle classifiche ATP ha accusato l'ormai ex coach di scarso interesse. "In allenamento passa mezz'ora a parlarmi di come ha giocato a golf il giorno prima" ha detto Zverev che con Lendl è arrivato a vincere le ATP Finals lo scorso anno. E già si è offerto, a mezzo stampa, Boris Becker che ha scritto nella sua column sul Daily Mail ha scritto di avere, nel caso, molto tempo per Zverev.

Ci aveva già provato Juan Carlos Ferrero, tra i grandi del passato, a dare la svolta alla carriera del tedesco. Ferrero aveva un'impostazione diversa da quella del tedesco. "E' cresciuto in Spagna, dove c'è quasi il culto dell'allenatore: se dice silenzio, tu stai zitto. Per uno con la mia personalità è difficile". Ma è durata poco. La scintilla scoppia per un litigio dopo l'Australian Open 2018. Ferrero ha rivelato al sito dell'ATP di un disaccordo su certi aspetti "fuori dal campo per migliorare la professionalità". L'ha vista come una mancanza di rispetto verso tutto il team, così ha messo fine al rapporto. 

"Ivan porta esperienza in determinate situazioni. Mio padre è il migliore allenatore al mondo ma non è mai stato in finale agli US Open o al Roland Garros" spiegava qualche mese fa. "Lendl può aiutarmi su questo, perché solo se ci sei stato in certe situazioni puoi dare consigli. Penso che possa aiutarmi più così che sulla tecnica o tattica". Questo è probabilmente uno degli aspetti che ha impedito al rapporto tra i due di funzionare del tutto. Zverev, infatti, sulla tattica e la tecnica si fida anche più del padre, del percorso compiuto finora. E la fiducia con un allenatore conta, ancor più per chi come Sascha si rivela cerebrale nell'interpretazione del gioco e dell'essere professionista più nel complesso.

 

“Quando Ivan è arrivato, gli ho detto: se sei troppo rigido sulle regole, il rapporto con me non funzionerà" ha spiegato Zverev alle ATP Finals dell'anno scorso. Il messaggio, che all'inizio sembrava arrivato forte e chiaro, lo diceva anche Sascha, ha prodotto effetti di breve durata e rapida obsolescenza.

Lendl si era dato due obiettivi quando è entrato nel team: costruire un piano di allenamenti per aumentare la massa muscolare di Sascha e aumentare la sicurezza, la convinzione nei momenti importanti delle partite. "Quando sono nei tornei" raccontava prima del Roland Garros, il regime di allenamento è interamente dedicato al tennis, per poi concentrarsi sulla parte atletica più nella off-season o nelle settimane di preparazione ai tornei. In questi casi, si allena con ripetute sui 400 metri, anche una dozzina, e con corse di 10 chilometri per la resistenza oltre al lavoro con i pesi (125-160 chili, spiegava).

Non è il fisico, però, a preoccuparlo. "Devo essere un avvocato, un manager, tutto" ammetteva alla vigilia di Wimbledon. "Normalmente per arrivare a un top player devi passare per dieci persone diverse. Era così anche con me, ma ora è diverso. Ok, sono grande e grosso, posso gestire la situazione. Ma devo occuparmi di tutto e nessun top player fa lo stesso". E' la conseguenza della causa con l'ex agente Patricio Apey. Ha deciso di interrompere i rapporti con lui durante l'off season prima dell'inizio della stagione. Il contratto di Apey scade nel 2023. "Se Zverev vuole rompere, deve offrire un risarcimento. E la cifra potrebbe arrivare a sette zeri" scriveva Simon Briggs sul Telegraph. La situazione, diceva qualche giorno fa ad Amburgo, sembra avviata a una soluzione positiva. E il tennis può tornare ad essere la sua priorità.

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