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Campioni internazionali

I 7 numero 1 più numeri uno di tutti

Comunque vada a Wimbledon, la questione n.1 non è in ballo: Novak Djokovic detiene lo scettro e nessuno glielo potrà sfilare. Insieme a Nadal, Nole punta al quinto anno in vetta e a raggiungere Roger Federer e Jimmy Connors. Ma mai nessuno è stato in cima tanto quanto…

di | 01 luglio 2019

Cinque anni da numero 1. Una poltrona per due, verrebbe da dire, per Rafa Nadal o Novak Djokovic che si presenta in testa all'ultima settimana dopo la finale a Bercy anticipata da una delle partite più belle dell'anno. Una corsa per raggiungere Jimmy Connors e Roger Federer, lo sconfitto nella splendida semifinale parigina. Ma ancora nessuno ha retto lo scettro tanto a lungo quanto Pete Sampras, numero 1 a fine anno per sei stagioni di fila, dal 1993 al 1998.
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1 Pete Sampras, 6 anni da re

Il regno dell'undicesimo numero 1 nell'era computerizzata, dal 1973, inizia il 12 aprile 1993. Diventerà in pochi mesi il primo statunitense dopo John McEnroe a vincere Wimbledon (finale tutta Usa il 4 luglio) e Us Open lo stesso anno. Nel 1994 diventa il primo dal Grande Slam di Rod Laver (1969) a conquistare tre major di fila.

Resta in testa al ranking per tutta la stagione: nessuno ci era più riuscito dal 1987.

A Wimbledon, nel 1995, si conferma padrone del Centrale. Nel 1996 perde in finale allo Us Open da Andre Agassi, che lo supera in classifica. Sampras però finisce da numero 1.

I due grandi rivali hanno mantenuto le prime due posizioni per tutta la stagione: nell'era del ranking computerizzato non era mai successo. Agassi, Kafelnikov e Chang provano a contrastarlo nel 1996.

Muore Tim Gullikson, e nel giorno in cui avrebbe festeggiato il 45mo compleanno Sampras batte Chang in finale allo Us Open.

La vittoria simbolo, però, resta la splendida finale di Hannover contro Boris Becker: Pistol Pete è il quinto a vincere il Masters almeno tre volte.

Pete Sampras, USA, nel 1998 è stato n.1 al mondo per il sesto anno (record)

Si ripete nel 1997, stagione in cui raggiunge i 52 titoli in carriera compreso il secondo Australian Open e il quarto Wimbledon. Il quinto segna il 1998, l'anno che lo incorona numero 1 per la sesta volta. “So che cosa ci vuole - dice all'Associated Press - sei anni sono quasi tutta una carriera, per restare in vetta così a lungo devi avere tutto. Non vedo nessun altro nel tennis di oggi con la solidità e la resistenza per riuscirci”. Non si è visto nemmeno dopo.

2 Jimbo Connors ha dato il cinque

“Il tennis per me era un divertimento non un lavoro - diceva spesso Jimmy Connors - e più la partita era lunga, più la battaglia era dura, più mi divertivo”.

Ha chiuso da numero 1 cinque stagioni, dal 1974 al 1978. In questi cinque anni ha vinto cinque Slam e giocato altre sei finali, di cui cinque consecutive allo Us Open (primo a riuscirci dai tempi di Bill Tilden), di cui sarà l'unico campione su tre superfici diverse. Nel 1974 vince 93 partite su 97 e 15 titoli complessivi.

Centra tre Slam e il quarto, il Roland Garros, non può giocarlo perché associato al World Team Tennis (WTT).

Nell'era Open, solo in sei hanno conquistato almeno tre major nella stessa stagione: oltre a Jimbo, solo Laver nell'anno del Grande Slam, Mats Wilander (1988), Roger Federer (2004, 2006, 2007), Rafael Nadal (2010) e Novak Djokovic (2011, 2015).

Jimmy Connors, USA, ha chiuso da numero 1 cinque stagioni, dal 1974 al 1978

3 Anche Federer ha fatto 'manita'

Nel 2004, la sua prima stagione da numero 1, Federer diventa il primo giocatore nell'era Open a vincere tre Slam e il Masters nello stesso anno. Il 2005 è la seconda stagione migliore di sempre, dietro il 1984 di McEnroe: undici titoli, di cui due Slam, 81 vittorie in 85 partite lo mantengono in testa a fine anno.

 

Rimane in testa anche a fine 2006, in cui conquista tre Slam, quattro Masters 1000 e il Masters, in cui perde solo da Nadal (che lo batte nella loro prima finale Slam a Parigi) e Andy Murray, e nel 2007 in cui di nuovo raggiunge la finale in tutti i major e ne vince tre.

La rivista Time lo inserisce fra le 100 persone più importanti del mondo. Dopo quel quadriennio di dominio, Federer chiuderà da numero 1 il 2009, l'anno del Career Grand Slam in cui finalmente riesce ad alzare la Coppa dei Moschettieri a Parigi, superando i 14 Slam in carriera di Pete Sampras.

4 Novak Djokovic, il n.1 di... adesso

Il 2011 di Novak Djokovic, il primo anno che chiude da numero 1, rimane una delle migliori stagioni di sempre: vince 3 Slam e 5 Masters 1000. L'anno successivo si conferma in vetta centra sei titoli in undici finali, compresi Australian Open dopo una finale epica e ATP Finals.

 

Solo due volte in 17 eventi perde prima della semifinale. Ha chiuso in testa al ranking altre due stagioni, 2014 e 2015. Nel 2014 è diventato il 23mo giocatore nell'era Open a raggiungere le 600 vittorie, con il 20mo titolo in un Masters 1000 a Bercy.

Nel 2015 è quasi imbattibile: trionfa in tre Slam, e a Parigi perde in finale, gioca 15 finali consecutive e chiude con un record di 15-4 contro Federer, Nadal e Murray. È il primo a vincere il Masters quattro volte di fila e a superare i 20 milioni di montepremi stagionale. È lui il numero 1 di adesso, e questo Wimbledon non metterà in discussione nulla. Lo scettro è suo, se lo tiene e con lui stretto in mano corre dietro ai record degli altri. Sempre meno distanti.

5 Rafa Nadal, 4 stagioni in vetta

Nadal è l'unico che sia stato numero 1 per quattro anni non consecutivi. Una serie iniziata nel 2008, quando sale in testa al ranking dopo 160 settimane da numero 2. È una stagione da otto titoli, che gli vale il primo trionfo a Wimbledon e lo proietta all'oro olimpico con una striscia di 32 vittorie di fila, la più lunga che si sia mai sviluppata su tre superfici diverse.

Nel 2010 torna a vincere Wimbledon e, allo Us Open, diventa il più giovane a completare il Carer Grand Slam. Il 2013 è un anno da record, in cui conquista l'ottavo Roland Garros (eguagliato Max Decugis), il secondo Us Open e cinque Masters 1000. Celebra il quarto anno da numero 1 nel 2017, la stagione della rinascita e del decimo Roland Garros.

Diventerà il primo nell'era Open a trionfare a Parigi e a New York nello stesso anno per tre volte, e il più anziano a chiudere una stagione in vetta al ranking.

6 Ivan Lendl, n.1 per 270 volte

“La mia missione non è rendere la gente felice - diceva Ivan Lendl a Frank Deford di Sports Illustrated -. La mia missione è vincere”.

Missione decisamente compiuta. Dal 1985, suo primo anno da numero 1, quando conquista lo Us Open in finale su McEnroe, rimane numero 1 del mondo per 157 settimane di fila (saranno 270 in totale). Tra il 1982 e il 1989 ogni finale allo Us Open lo vede in campo. Sarà anche stato “il campione di cui non importa a nessuno” come titolò Sports Illustrated nel 1986 dopo il suo secondo Us Open, ma in carriera è arrivato almeno in semifinale in 334 tornei.

Flushing Meadows è il suo terreno di conquista, Wimbledon il giardino che gli rimane sempre preclusoì. Chiude da numero 1 dal 1985 al 1987, le stagioni dei tre trionfi a New York, degli ultimi due a Parigi, in cui chiude i cinque trionfi al Masters, e nel 1989, l'anno del suo primo Australian Open.


Il ceco Ivan Lendl dal 1985, suo primo anno da numero 1, rimane numero 1 del mondo per 157 settimane di fila (270 in totale)

7 Anche McEnroe era... serissimo

'You cannot be serious'. È la protesta più famosa del tennis, il marchio del 1981 di John McEnroe che quell'anno interrompe le 41 vittorie di fila di Borg a Wimbledon in finale ma per le troppe intemperanze non viene invitato al ballo di gala a fine torneo.

Ian Barnes del Daily Express per primo lo chiama "SuperBrat". Il suo primo anno da numero 1 coincide anche con l'ultima sfida in carriera contro Borg che si sente libero e leggero dopo aver perso la finale dello Us Open.

Per la classifica allora valeva la media ponderata di risultati, e questo gli ha permesso di chiudere in testa il 1982 nonostante Connors abbia vinto Wimbledon e US Open.

Nel 1983 trionfa ai Championships e alle WCT Finals, e lancia il 1984, la stagione migliore di sempre: 13 titoli, 82 vittorie in 85 partite, 11 in 12 contro gli altri due top 3, Connors e Lendl che però lo batte in finale al Roland Garros: è una delle sconfitte che ha fatto più fatica ad accettare.

1981: il primo anno chiuso da n.1 di McEnroe coincide con l'ultima sfida in carriera contro Borg

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