UN BINOMIO VINCENTE
Che cos’è che unisce un cileno e un austriaco?
"Tutti e due amiamo il lavoro ed amiamo la pressione, ci esaltiamo nella lotta ed esprimiamo un gioco che va bene sia sulla terra che sul cemento. Non siamo poi così lontani d’età, io ho 39 anni, lui 25, ma soprattutto, ho fatto in tempo a giocare sul campo contro alcuni degli avversari che fronteggia lui adesso e so che tipo di palla gli arriva e che sensazioni può provare".
Che cosa può dare in più Massu a Thiem?
"Il cuore che mettevo in campo ogni volta che giocavo una partita. Un cuore grande come quello di Domi. Io mi battevo sempre al massimo, e continuo a farlo da capitano di Davis come da coach privato. Battersi, creare le condizioni per afferrare l’occasione, essere pronto quando capitano: questo sta facendo ottimamente Domi".
Che giocatore è Dominic Thiem?
"Un giovane di 25 anni, ma con già tanta esperienza, un giocatore potente ma non a una sola dimensione, ma sempre più continuo ad alto livello, che batte i migliori, che si colloca al quarto posto della classifica mondiale subito dopo Djokovic, Nadal e Federer, i più forti della storia di questo sport. Come me, ha imparato a giocare sulla terra, ma è sempre già completo anche sulle altre superfici. Rispetta sempre l’avversario, e così può gestire la situazione sia se sulla carta è più forte, sia se è più debole, ed è sempre più difficile da battere. Per tutto questo e per l’impegno che ci mette in ogni momento punta a sua volta al numero 1".
A Roma aveva deluso, d’acchito, contro Verdasco.
"Fernando è un avversario di qualità ed esperto, che Dominic patisce. E non ha giocato bene i punti importanti. Ma i risultati di questa stagione sono stati molto buoni, ha vinto Indian Wells battendo in finale Federer, ha vinto Barcellona battendo Nadal e Medvedev, ha battuto Federer arrivando in semifinale a Madrid. Per ora stiamo affrontando nel modo giusto gli alti e bassi del tennis professionistico".
Che cosa l’ha soddisfatto di più?
"Il saper reagire alle situazioni, in campo, grazie al grande lavoro in allenamento. Non è stato mai veramente sorpreso fai quanto poi gli è successo, e quindi nel suo progetto a lungo termine si merita questo bel torneo di Parigi. Che può anche vincere, certo, ha le potenzialità e le basi per riuscirci. Se on subito, nei prossimi anni, l’importante è consolidarsi sempre più ad alto livello".