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Campioni internazionali

Nadal, the unbreakable

Lo spagnolo raggiunge la dodicesima finale al Roland Garros, e senza perdere un set. In semifinale, in un pomeriggio grigio e ventoso, ha dominato Roger Federer 63 64 62. E' il suo 24mo successo in 39 scontri diretti, il decimo in uno Slam. Diventa così il quinto finalista più anziano a Parigi

di | 07 giugno 2019

Rafa Nadal

Che ci fanno queste anime davanti allo stadio? Aspettano il nuovo capitolo, il trentanovesimo, della guerra del cuore che si accontenta di cause leggere. Gente divisa, per una storia sospesa. Rafa Nadal ritrova Roger Federer dopo un anno e mezzo ed è come se il tempo si fosse fermato. Nel pomeriggio uggioso di Parigi, domina 63 64 62 la loro sesta semifinale al Roland Garros, e torna in finale per la dodicesima volta in carriera. È il suo decimo successo in uno Slam su Federer, il settimo in una semifinale Slam. Il confronto tra i due giocatori con più partite vinte nella storia alla Porte d'Auteuil si chiude con il 92mo successo del dominatore della terra battuta.

Nadal raggiunge le 435 vittorie sul rosso in carriera, contro sole 39 sconfitte, e diventa il quinto finalista più anziano nella storia del torneo. Gli manca una sola vittoria per il 59mo titolo sulla terra, il dodicesimo trionfo al Roland Garros, il quarto Slam over 30 (un traguardo finora centrato solo da Federer, Rod Laver e Ken Rosewall). Altro che vento del cambiamento.

 

“A favore di vento il servizio è difficile da seguire. Ho cercato di essere aggressivo soprattutto contro vento” ha detto a caldo Nadal. “Dopo tanti anni di esperienza, comunque, sono riuscito a rimanere tranquillo in partita. Vedere di essere ancora competitivo mi dà molta fiducia”.

 

Di vento ce n'è parecchio. Sposta le traiettorie, precarizza gli appoggi e le rincorse, spinge un po' più verso l'improvvisazione. Sei dei primi sette game vanno a chi gioca contro vento, alla destra dell'arbitro. Nadal si adatta prima e meglio alle condizioni, chiude con 33 vincenti a 25 e quasi la metà dei gratuiti, 19 a 34.

È un confronto fra scacchisti che si conoscono bene. Spesso, diceva Nadal qualche anno fa, nelle partite contro Federer “cerchiamo non tanto di fare quel che ci riesce meglio, ma quel che dà più fastidio all'avversario”. Le condizioni aumentano i fattori da considerare, riducono la libertà di scelta. C'è da imporre più margine, da giocare più alto sopra la rete, e guai a dare una palla per scontata.

 

Nel rovescio in top con cui invano Federer prova ad aggredire la partita, si nasconde una speranza smarrita, e l'avversario la vuol restituita. Il 3-0 di partenza diventa un fattore nella partenza di un Nadal capace di difese propositive, di scivolare meglio sopra una terra rossa umida, pesante, mentre lo svizzero forza, senza assecondare, il vento e vede galleggiare larga la palla corta che consegna il secondo break e di fatto il primo set.

 

Per giocar bene serve la sensibilità del velista che percepisce il vento prima ancora che cambi. Nel riproporsi della “disamistade” (ogni riferimento al gioiello di De André è puramente voluto), in questa schermaglia a misura di braccio, a distanza di offesa, Federer incassa un rovescio stretto sul set point che suona come un gong. Subisce un punto alla Federer, e non il primo, sulla diagonale destra, sempre sullo sfondo nelle strategie, nella definizione dei piani di gioco tra i due. Un risveglio improvviso, quasi di soprassalto.

“Ora conosco e capisco Nadal meglio di prima” ha detto Federer, che si è allenato con il mancino francese Corentin Moutet, passato sotto la guida di Emmanuel Planque, già coach di Gasquet e Pouille. C'era anche il suo agente, Jonathan Dasnières de Veigy, ad assistere alla sessione. Ex numero 146 del mondo, è stato lo sparring dello svizzero prima della finale contro Nadal del 2011.

 

Nadal, ha ammesso Federer all'Equipe, sarà sempre il favorito contro chiunque sulla terra battuta. Il break che lo svizzero subisce da 40-0, e che porta lo spagnolo a servire per il secondo set, apre un'ulteriore deviazione, impone una curva all'andamento sempre più definito del match. Federer sa di dover prendere rischi a oltranza, senza accettare o quasi lo scambio da dietro. Condizioni praticamente impossibili da riprodurre in un pomeriggio come questo, contro un Nadal che mette peso e spin su ogni palla e che vince gli ultimi nove punti del secondo set.

“Ora conosco e capisco Nadal meglio di prima” ha detto Federer, che si è allenato con il mancino francese Corentin Moutet, passato sotto la guida di Emmanuel Planque, già coach di Gasquet e Pouille. C'era anche il suo agente, Jonathan Dasnières de Veigy, ad assistere alla sessione. Ex numero 146 del mondo, è stato lo sparring dello svizzero prima della finale contro Nadal del 2011.

 

Nadal, ha ammesso Federer all'Equipe, sarà sempre il favorito contro chiunque sulla terra battuta. Il break che lo svizzero subisce da 40-0, e che porta lo spagnolo a servire per il secondo set, apre un'ulteriore deviazione, impone una curva all'andamento sempre più definito del match. Federer sa di dover prendere rischi a oltranza, senza accettare o quasi lo scambio da dietro. Condizioni praticamente impossibili da riprodurre in un pomeriggio come questo, contro un Nadal che mette peso e spin su ogni palla e che vince gli ultimi nove punti del secondo set.

Diversi nella percezione, opposti nella semplificazione delle categorizzazioni del tifo, restano “fratelli gemelli per approccio al tennis, amore verso il loro sport, umiltà ed empatia” sintetizza Marc Rosset.

 

La differenza, già evidente nel 14-2 per lo spagnolo sul rosso, si estrinseca in un terzo set senza storia. Nadal, che ha spinto la sua modernità tennistica nel segno di una maggiore brevità di esecuzione e conclusione, comanda sul breve e sul lungo, destabilizza, occupa il centro della scena.

 

Nello scambio da sedici colpi che produce il secondo break e l'allungo sul 4-1, Nadal dipinge il senso di una partita sempre più a indirizzo costante. Nadal è cresciuto col vento, che fischia dentro il rimodernato Chatrier. Fischia ma non inverte la direzione della corsa del tempo, non spariglia destini e fortune. E la gente divisa, fuori dallo stadio, già pregusta la prossima puntata di questa storia sospesa.

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