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Sulla terra parigina Zverev sembra aver ritrovato un po' della tranquillità perduta. Arrivare nei quarti non è stata una passeggiata ma il tedesco ha lottato con le unghie e con i denti. Oggi sfida Nole ma intanto ha confermato il risultato di dodici mesi fa
di Vincenzo Martucci | 05 giugno 2019
Dodici mesi fa, a Porte d’Auteuil, aveva strappato tre partite di fila al quinto set, e ne aveva pagato il prezzo contro Thiem: “Mi sono anche infortunato, dopo metà primo set era già finito tutto”. Stavolta ha alternato la maratona d’acchito contro il tenace Millman ai tre set contro Ymer, ad un’altra maratona contro Lajovic, all’esame di maturità in quattro set contro Fognini. Poi, ha gonfiato il petto: “Tutti dicono che sto avendo un anno duro, ma sono 5 del mondo in classifica e 10 nella Race. Non è male, a essere onesti”. Le sensazioni sono tornate positive: “Sono di nuovo aggressivo, colpisco di nuovo la palla pulita, nei momenti importanti cambio marcia e salgo di livello ancora un po’, che forse è la cosa ancora più importante”. Adesso, può riprendere a sostenere la tensione: “Il già felice di tutti per la bella stagione sul rosso di Tsitsipas sono stato io. Così, si è parlato tanto di lui, la nuova super star NextGen, e si è parlato tanto di Rafa, Novak e Roger. Benissimo così. Senza attenzioni sto molto meglio”. Adesso, può rispolverare il senso dell’umorismo: “Non mi hanno spiegato bene le regole dei cinque set, qualcuno deve farmi capire che non devo per forza giocare sempre cinque set ogni qual volta vado in campo”. Adesso, può rivelare un segreto da giovani: “Insieme a Marcelo Melo, affittiamo dei motorini e andiamo a cena, per tradizione siamo anche andati a un ristorante vicino alla Torre Eiffel, a 5-5 chilometri, ma poi abbiamo dovuto riportare indietro i motorini, ci abbiamo messo tre quarti d’ora…”.
P.S. Attenzione al fattore P, il pubblico giacobino di Parigi, che ama Alessandro il grande Zverev, ricambiato, mentre con re Djokovic le cose non sono mai andate così bene.