Bentornata, Vika Azarenka. Bentornata dove le compete, sulla massima ribalta, cioè in uno Slam. Bentornata protagonista della decapitazione di una regina, sia pure pazzerella, del Roland Garros 2017. Bentornata anche nella rivalità con Serena Williams. Sì, rivali. Al di là dei precedenti tanto decisi sull’altro piatto della bilancia, addirittura 18-4. Rivali, ieri, dal 2009, quando, proprio nello Slam, Serenona doveva lottare, doveva cedere dei set, doveva sostenere dei duri bracci di ferro con Victoria Fiodorovna, la bielorussa allevata negli States. Rivali, nel 2012-2013, quando la ragazzona venuta dall’Est sulla scia di Maria Sharapova conquistò per due anni di fila gli Australian Open, si fermò in finale agli Us Open, collezionò la semifinale anche al Roland Garros e a Wimbledon, firmò 20 tornei Wta e arrivò anche al numero 1 del mondo. Rivali, oggi, quando tutt’e due sono rientrate al tennis superando aspre difficoltà post-parto e, a marzo, sul cemento di Indian Wells, hanno aggiornato la loro storia come l’avevano lasciata, con un successo difficile della minore delle Williams, per 7-5 6-3. Rivali da virago e anche da mamme, da esempi, per le adolescenti del loro paese. Con “Vika” che, nel primo turno del Roland Garros, ha stravinto lo slalom parallelo con Serena, sia stilisticamente che come risultato: lunedì la statunitense s’è imposta in rimonta mentre martedì la bielorussa ha superato in due set la lettone, regina a sorpresa due anni fa della terra rossa più ambita. Jelena che, al Roland Garros, ha un singolare ruolino di marcia: ha vinto zero partite nel 2015 e nel 2016, ne ha marchiate sette nel 2017, ed è rimasta ancora a zero nella passata edizione e in questa.