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Campioni internazionali

Serena Williams, la grande sfavorita

In termini di visibilità la vincitrice di 23 Slam oscura tutte, unica grande icona del tennis femminile ma alla vigilia del Roland Garros va a visitare Euro Disney su una sedia a rotelle. Dunque non è di sicuro lei la favorit. Già, ma esiste una vera favorita?

di | 25 maggio 2019

Il dritto di Serena Williams

Le favorite per il Roland Garros? Per i bookmakers sono, nell’ordine, Halep, Bertens, Kvitova, Osaka. Solo poi arriva lei, Serena Williams, seguita da Muguruza, Pliskova, Stephens, Svitolina. Come non dar loro ragione? Anzi, vien da domandarsi: Serena anche se è offerta con una quota alta, a 15, è davvero competitiva sulla superficie a lei più ostica?

Già prima della maternità, la campionessa statunitense ha trionfato al Roland Garros tre volte, meno degli altri Slam, considerando le 7 agli Australian Open e a Wimbledon e le 6 agli Us Open, con un eloquente stacco di addirittura undici anni fra il primo successo del 2002 e il secondo, del 2013, poi replicato nel 2015.

E a vederla in allenamento a Roma, mentre si trascinava per il campo prima dell’inevitabile ritiro, dopo aver superato a fatica la qualificata Rebecca Peterson, non dava l’immagine di un’atleta pronta a soffrire sulla terra rossa. Immagine peggiorata dalla foto su una sedia a rotelle a Euro Disney dopo la faticosa gita con la piccola Alexis Olympia.

Lei sostiene che la colpa è del ginocchio sinistro, ma i 37 anni, di cui 24 passati sui campi di tennis, le hanno presentato irrimediabilmente il conto. Proprio quando le mancherebbe appena un titolo Slam per eguagliare il record di Margaret Smith Court ed assicurarsi la corona di più grande tennista di sempre. Può tornare competitiva d’acchito, proprio sul rosso di Parigi, quando quest’anno non ha convinto mai? Sembrerebbe proprio di no. A gennaio a Melbourne, ha ceduto nei quarti contro Karolina Pliskova, avanti 5-1 nel terzo set, quand'ha mancato quattro match point. Quindi, a Indian Wells, a Miami e a Roma, si è sempre ritirata dal torneo dopo appena una partita.

Serena e Maria Sharapova, fuori gioco per la spalla malandata, sono state le ultime due campionesse credibili, cioè costanti e dominanti al livello più alto, le ultime che al via di uno Slam meritavano il ruolo di favorite. Aggiudicandosi gli ultimi due Major, Us Open 2018 ed Australian Open 2019, Naomi Osaka è salita sul trono della classifica e ha guadagnato crediti insoliti per una ventunenne, anche per come sta gestendo quest’impressionante pioggia di denaro e di attenzioni che l’ha investita. Addirittura da due nazioni, il Giappone e gli Stati Uniti, di cui fa ugualmente parte. I precedenti al Roland Garros, dove non ha mai superato il terzo turno, non fanno testo. Anche nei due Majors che ha vinto non aveva una storia. Il problema è che, sulla terra rossa, non sembra possedere la pazienza necessaria. E il suo gioco da attaccante potente, da cemento, incide meno.

Sicuramente, come caratteristiche tecniche e come trascorsi sulla superficie, ha più assi nella manica la piccola romena Simona Halep. Campionessa uscente e finalista due anni fa. Che però, sprovvista com’è del pugno del ko, deve sempre fare una fatica immane per ogni “15” e ha tremato in tutt’e due le ultime finali di Parigi. Il sorteggio sembra averla alleggerita di problemi almeno fino ai quarti, dove potrebbe incrociare Petra Kvitova. Sempre che l’erede di Martina Navratilova non incappi prima nell’ennesima giornata-no sulla sua superficie meno vincente e faticosa, dove il servizio e i colpi da fondo sono meno risolutivi.

Molte altre hanno una carta da giocarsi in questo pazzo pazzo tennis donne che premia ora l’una ora l’altra. L’ultima giocatrice solida sempre essere Kiki Bertens. Che ha vinto Madrid, subito dopo ha deluso a Roma, ma non sembra avere la caratura per conquistare il Roland Garros. E’ più credibile Karolina Pliskova, soprattutto con la guida di Conchita Martinez, ma qui le perplessità riguardano la tenuta psico-fisica della giraffa ceca. Come reagirà la regina di Roma alla pressione che sale per un possibile primo urrà Slam?

Chissà in che condizioni saranno le meteore. Yelena Ostapenko, campionessa a sorpresa due anni fa al Roland Garros, a 19 anni, quando non pensava e tirava qualsiasi palla a più non posso, correndo velocissima, ovunque, oggi, a 21, sembra già essersi eclissata. Come Garbine Muguruza che, a 25 anni sembra un’ex ma, sulla terra di Parigi, vanta il titolo nel 2016, da sommare al trionfo di Wimbledon 2017. E l’americana Sloane Stephens cui il super-coach Sven Groeneveld cerca di guarire i paurosi corti circuiti? Dopo il sorprendente successo gli Us Open 2017, ha vinto Miami e nella finale di Parigi dell’anno scorso è andata avanti un set e un break, poi è sparita.

Almeno sappiamo che fine ha fatto un’altra campionessa degli alti e bassi, Elina Svitolina, regina di Roma 2017 e 2018, oggi distratta dall’amore con Gael Monfils.

Già, il tennis francese, con le ragazze da sogno Garcia e Mladenovic ancora in ritardo con la storia, senza valide giustificazioni come le infortunate Kerber e Andreescu, e come mamma Azarenka. Ma questo è il fascino dell’imprevedibile tennis donne dalle impetuose impennate. Sempre in preda alle emozioni, qual piuma al vento.

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