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Campioni internazionali

Parla Djokovic, strapazzato ma  testa alta

Intervista a Djokovic dopo la ‘stesa’ rimediata da Nadal in finale a Roma. Palesemente ‘cotto’ dopo le sfide notturne contro Del Potro e Schwartzman non cerca scuse ma è consapevole che al Roland Garros, con un giorno di pausa tra un match e l’altro, sarà un'altra cosa

di | 20 maggio 2019

Djokovic finalista a Roma

Gli occhi di brace un po’ spenti. Nole Djokovic è stanco, ma comunque sereno ed in parte appagato per il torneo disputato al Foro Italico, un banco di prova rivelatore in vista di Parigi. Il back to back con Madrid è svanito sull’arrivo in salita più duro. Perché Rafa Nadal sulla terra rappresenta sempre la cima Coppi o il Tourmalet da scalare, anche se il maiorchino in stagione non aveva ancora assaporato le bollicine sul ‘rosso’ prima della tappa romana. Nole ha provato ad issarsi sui pedali, con i polpacci gonfi di acido lattico dopo il tappone di montagna nei quarti con Del Potro e la cronoscalata con Schwartzman in semifinale. E se non ti presenti al meglio al cospetto di Nadal, rischi di finire nel tritacarne ancor prima di accorgetene.

E’ una sconfitta che lascia il segno, soprattutto per il punteggio pesante dei due set persi?

“Sono davvero contento di essere riuscito a guadagnarmi il terzo set, considerando che nel primo sono stato spazzato via dal campo. E’ vero che il terzo non è stato molto diverso dal primo, ma in realtà nei primi tre-quattro game siamo stati molto vicini e lì forse ho avuto una leggera possibilità di restare in corsa sullo slancio del secondo set. Non ho giocato al meglio in finale ma allo stesso tempo sono riuscito a combattere. Questo è l’aspetto positivo che ne traggo. Stavo esaurendo il carburante ma lui ha giocato un tennis formidabile per tutta la settimana. Era troppo forte oggi. Lui ha un topspin molto difficile e pesante. Può cambiare le direzioni molto facilmente, ha un grande tocco di polso. Soprattutto sulla terra, puoi vincere uno scambio contro il 99% dei giocatori, ma con lui non funziona, ci vuole sempre un colpo in più”.

Bando alle scuse e rendere onore al vincitore prima di tutto. Regola prima nel codice Djokovic. Anche se il numero 1 non può esimersi dal prendere una posizione sulle polemiche che hanno accompagnato i giorni centrali degli Internazionali BNL d’Italia 2019, con il programma tartassato dalla pioggia.
Hai avuto due battaglie durissime nei quarti e in semifinale. Quanto ti sentivi svantaggiato affrontando la finale?

“Cerco sempre di rispettare la vittoria del mio avversario. Non mi piace parlarne troppo ma il programma può essere migliorato secondo me. Ho finito la semifinale verso le 23 e la partita prima quasi all’una di notte. Queste cose sono un po’ preoccupanti. Inizi a chiederti, come stanno facendo il programma? Rispetto qualsiasi cosa abbia di fronte a me. Penso che sia stata una grande settimana, considerando che ero ad un punto dal perdere nei quarti di finale contro del Potro. Arrivare in finale è stato davvero un grande risultato”.

Perdere contro Nadal può appartenere all’ordine naturale delle cose, anche se ti chiami Novak Djokovic ed hai vinto 21 degli ultimi 30 confronti diretti. La notizia sensazionale, semmai è il set d’apertura perso a zero, l’unico cappotto nei 142 set della lunga saga tra i due.

Che cosa hai pensato nel primo set, quanto dipendeva dal livello di Rafa?

“Il suo livello è stato molto alto per tutto il torneo, lo sapevo. Ho iniziato un po’ più lentamente, non ero così fresco sulle gambe, ho avuto bisogno di un po’ di tempo per abituarmi al suo ritmo della palla, che è completamente diverso. Inoltre ho giocato tre partite su quattro nella sessione notturna, quando il rimbalzo è completamente diverso con il campo molto umido e lento. Durante il giorno è diverso, soprattutto con il suo diritto. Ho cercato di abituarmi a come rimbalzava la palla, dovevo trovare la posizione per colpire bene”.

Uno sguardo al Roland Garros, difficile stilare una griglia di partenza, visto che in questa stagione i tornei sulla terra hanno avuto sempre un padrone diverso. Che sensazioni hai?

“Nadal è il favorito numero uno, senza dubbio, poi tutti gli altri. Thiem sta giocando davvero un buon tennis, sulla terra può battere davvero chiunque. Anche Fognini gioca un tennis di grande qualità. Lo ha dimostrato contro Nadal a Monte-Carlo di ciò di cui è capace. Tutti stiamo cercando di raggiungere il massimo della condizione al Roland Garros”.

Forse lui, che è a caccia del Grande Slam, il massimo lo vuole più di chiunque altro.

 

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