QUINTO NELLA STORIA - Zitto zitto, Novak Djokovic è arrivato a 250 settimane in testa alla classifica Atp. Meglio di lui, nella storia, hanno fatto soltanto in quattro, dal 23 agosto 1973, da quando cioè il computer elabora di settimana in settimana, con un sistema puramente aritmetico, la graduatoria mondiale dei tennisti professionisti. Il primatista è Roger Federer a quota 310 settimane (237 di fila), poi c’è Pete Sampras con 286 (102 consecutive), quindi Ivan Lendl con 270 (157 una dietro l’altra), e Jimmy Connors con 268 (160 continuative). Se manterrà questo ritmo, Nole potrebbe agganciare tutti molto presto: gli ultimi due “cannibali” addirittura già a settembre, il 9 Jimbo e il 23 “Ivan il terribile”, e quindi “Pistol Pete” e il Magnifico nel 2020, rispettivamente, il 13 gennaio e il 30 giugno.
Aggiungerebbe, così, miracolo a miracolo. Dopo l’incredibile recupero degli ultimi dodici mesi a questa parte. Dopo aver trascorso metà stagione fuorigioco per il problema (e l’operazione) al gomito e una importante pausa mentale. Dopo il complicato rientro psico-fisico del 2018. Dopo essere stato numero 22 della classifica ancora a maggio al Roland Garros (quando cedeva all’italiano Cecchinato). Dopo aver piazzato un parziale micidiale di 44 vittore e 6 sconfitte - 35-3 da Wimbledon a fine anno - e quindi essere diventato, il 5 novembre, il primo a riportarsi al numero 1 del mondo, partendo da oltre i “top 20”, dopo Marat Safin nel 2000. Fino a chiudere la stagione 2018 sul trono Atp Tour, come già altre quattro volte (2011-12, 2014-15).