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Campioni next gen

Musetti visto dal coach: "Siamo sulla strada giusta"

"Lorenzo dovrà crescere mentalmente e in termini di continuità, ma la strada è quella giusta”. Parola di coach Tartarini, il tecnico che ha visto crescere il toscano sin da quando muoveva i primi passi sui campi da tennis. Dalla prossima stagione, accanto a lui ci sarà anche il tecnico federale Umberto Rianna

di | 04 dicembre 2019

Recupero di Lorenzo Musetti

Talento, motivazione, spirito di sacrifico e voglia di emergere. Lorenzo Musetti, diciassette anni, ha aperto la stagione 2019 vincendo gli Australian Open Junior sino a raggiungere, a fine anno, il numero 361 del ranking Atp, evidenziando potenzialità straordinarie sotto il profilo tecnico e una notevole capacità di apprendimento.

Dove potrà arrivare? Quali sono i dettagli da migliorare per il salto di qualità più importante? “Questa annata è iniziata già a Melbourne con il botto, ed è proseguita con la conquista del vertice mondiale junior e ottimi risultati challenger – racconta coach Simone Tartarini –, dunque ritengo sia stata positiva sotto tutti gli aspetti. Lorenzo dovrà crescere mentalmente e in termini di continuità, ma la strada è quella giusta”.

Un percorso, quello del classe 2002 di Massa Carrara, che nella prossima importantissima stagione si avvarrà anche del contributo di Umberto Rianna, tecnico federale che in queste stagioni è stato di grande supporto per Matteo Berrettini e Lorenzo Sonego. Tartarini, che ha visto crescere il toscano sin da quando Lorenzo muoveva i primi passi sui campi da tennis, è fiducioso e convinto. “Nel 2020 Lorenzo, grazie a una diversa maturità, potrà crescere sensibilmente. Non dimentichiamoci, però, che parliamo di un ragazzo di diciassette anni. Cosa gli ripeto ogni giorno? Semplice: non avere fretta”.

Vittoria a Melbourne, numero 1 al mondo junior e tanti piazzamenti challenger. Che annata è stata per Musetti?
“È stata una stagione molto positiva, che ha visto Lorenzo confrontarsi con gli ultimi tornei della sua carriera juniores per poi lanciarsi nel mondo professionistico. Era già previsto che l’attività giovanile venisse abbandonata dopo il Roland Garros e siamo felici che ciò sia avvenuto da numero 1 al mondo. Dispiace non aver giocato Wimbledon, che aveva visto Lorenzo arrivare nei quarti di finale l’anno precedente, ma è stata la scelta giusta”.

Quanto sono stati importanti, nella crescita di Lorenzo, i tornei junior dello Slam?
“Pochi giorni fa sono stato invitato a un convegno per maestri, durante il quale ho sottolineato il ruolo decisivo dei tornei dello Slam per i giovani in rampa di lancio. Vivere l’evento, in palcoscenici straordinari, letteralmente accanto ai grandi campioni, rappresenta un momento di crescita impagabile. Lorenzo ha svolto sedute in palestra insieme a Rafael Nadal e Novak Djokovic, si è allenato con Fabio Fognini e David Goffin, osservando da vicino i big del circuito Atp cercando di carpire il maggior numero di insegnamenti. L’obiettivo di una carriera junior deve essere, senza dubbio, quello di giocare i tornei dello Slam”.

Nel corso della prima annata a livello challenger Musetti si è preso il lusso di sconfiggere tennisti quali Daniel, Mager e Zapata Miralles.
“Non è stato semplice vivere questo 2019, poiché l’anno era cominciato con la rivoluzione del Transition Tour, poi cancellato dopo pochi mesi. La nostra idea, grazie al grande supporto della Federazione Italiana Tennis nelle persone di Filippo Volandri e Umberto Rianna, era quella di entrare nei main draw challenger tramite wild card per iniziare a prendere i primi importanti punti. Lorenzo a fine luglio era entrato ampiamente, grazie a buoni piazzamenti tra cui la semifinale a Milano, tra i Top 400, ma dopo una settimana, a causa della fine prematura del Transition Tour, si è ritrovato al numero 513 del mondo. Lorenzo ha vissuto alti e bassi ma complessivamente il bilancio è molto buono. Avrebbe potuto vincere qualche match in più, ma il quarto di finale con cui ha chiuso a Ortisei è un buon viatico per il 2020”.

Cosa ti ha soddisfatto di più?
“Vedere Lorenzo competere alla pari, per lunghi tratti, con giocatori di grande qualità sia a livello tecnico che tattico”.

In alcuni tornei Lorenzo è parso invece molto nervoso. Quanto deve crescere mentalmente?
“Lorenzo ha rappresentato l’attrazione dell’evento in quasi tutti i tornei challenger disputati in Italia, giocando i propri match nella sessione serale. Il ragazzo ama giocare con il pubblico e le prestazioni negative non dipendono dalla pressione esterna. È altrettanto vero che Lorenzo soffre molto quando non riesce a mettere in pratica ciò che prova in allenamento. Se ciò accade può innervosirsi davvero tanto. L’emotività lo ha tradito anche in match che sembravano vinti, come contro Stefano Travaglia a Como, quando ha sprecato un vantaggio di 6-2 4-1 e poi di 4-0 al terzo. Bisogna trovare un rendimento costante e migliorare l’atteggiamento in campo”.
State lavorando con un mental coach? Quale sarà il team nel 2020?
“La Fit ha messo a disposizione di Musetti un mental coach di grande esperienza come Lorenzo Beltrame. Il lavoro prosegue bene e quando non c’è modo di vedersi dal vivo si sentono via Skype. Anche quello psicologico è un percorso lungo, ma Lorenzo sa che è l’unica strada percorribile. L’head coach sarò sempre io, ma sono molto contento di potermi avvalere dell’ausilio di Umberto Rianna, grande amico e ottimo allenatore”.

Tennisticamente su cosa si può lavorare?
“Bisogna avere maggiori certezze: Musetti ha un bagaglio tecnico molto importante e spesso, paradossalmente, ha troppe scelte a disposizione. La solidità e la sicurezza arriveranno nel corso delle stagioni”.

Nel 2020 si riparte dall’Australia?
“Grazie alla vittoria nel torneo junior di Melbourne, Lorenzo avrà la possibilità di giocare le qualificazioni, tramite wild card, degli Australian Open. La programmazione prevede inoltre un Itf in Nuova Zelanda e il Challenger di Noumea per un inizio di stagione di livello molto alto. A febbraio torneremo in Europa mentre a marzo l’idea è quella di giocare alcuni Challenger in Asia”.

Sinner, Musetti, Zeppieri. È un grande momento per il tennis italiano Under 18.
“Lorenzo e Giulio stanno crescendo insieme, sono molto amici, inseparabili. Sono contento del rapporto che abbiamo instaurato tra i due team. Jannik ha già spiccato il volo. Non credo che tennisticamente ci sia grande differenza tra Sinner e Musetti, come dimostrato anche nel match giocato al Foro Italico quest’anno, ma c’è attualmente un abisso sotto un altro aspetto. Jannik porta in campo tutto ciò che sa fare e lo ripropone al cento per cento nei suoi match, come dimostrato in questa sua fantastica stagione. Lorenzo non sa ancora farlo. Ora Sinner è nel gotha del tennis in termini di classifica, ma speriamo di incontrarci presto nuovamente”.

Sappiamo che Musetti ha vinto, di pochissimi punti, la scommessa con Zeppieri su chi avrebbe raggiunto la miglior classifica a fine 2019. Giulio ha pagato la cena?
“Giulio ha un po’ le braccine corte (ride)… Ma tra pochi giorni (7 dicembre, ndr) ci rivedremo a Tirrenia per il suo compleanno e ha promesso di offrire la cena a tutti”.

Tra i ragazzi della Next Gen che hai visto in queste annate, chi ti aspetti a breve ad alti livelli?
“Lo spagnolo Carlos Alcaraz Garfia, classe 2003, ha qualità incredibili. Ha talento e, allo stesso tempo, è un grande lavoratore. È seguito da un grande campione come Juan Carlos Ferrero e sono piuttosto sicuro che lo vedremo presto ai vertici Atp. Mi piacciono anche il danese Rune, atleta straordinario, e lo spilungone statunitense Martin Damm, mancino potente e brillante nonostante la stazza”.

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