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Campioni next gen

Auger-Aliassime perde a Shanghai ma vince Milano

Il canadese cede per la prima volta in carriera contro Stefanos Tsitsipas, più avanti in termini di risultati e classifica. E' comunque matematicamente qualificato per le Next Gen ATP Finals. Milano lo aspetta

di | 09 ottobre 2019

Felix Auger-Aliassime

Perdere e vincere nella stessa partita. A 19 anni si può, da numero 19 del mondo, con in tasca la qualificazione alle Next Gen Finals under 21 del 5-9 novembre al Palalido di Milano coi migliori 8 del mondo, con un presente già concreto e un futuro radioso davanti, si può. Felix Auger Aliassime, uno dei Moschettieri del tennis canadese, insieme a Denis Shapovalov e Bianca Andreescu, può sorridere dopo il secondo turno del Masters 100 di Shanghai che pure perde contro Stefanos Tsitsipas sia pure dopo due tie-break.

Perché il greco, più anziano di due anni, già qualificato nella “Race to Milan” ma in corsa anche per le Atp Finals di Londra, è avanti come sviluppo fisico e tecno-tattico, oltre che nella classifica mondiale (numero 7 contro 19), e come titoli Atp, tre a zero (anche se Aliassime ha perso tre finali). Per cui anche se la spunta solo dopo due tie-break, era il favorito in Cina, a dispetto dei precedenti, tutti per il canadese. Tre da juniores e altrettanti da pro, freschi di quest’anno, e su due superfici diverse, come il cemento di Indian Wells e l’erba del Queen’s.

 

Precedenti che Tsitsipas, campione uscente alle Next Gen Finals di Milano, non manda proprio giù anche se a Londra ha fatto buon viso a cattivo gioco: “Mi preoccupano, certo, mi dispiace che lui sia meglio di me, ma devo accettarlo. Potrei non riuscire mai a battere, ma sono fiducioso, confido in una chance, negli anni, anche se è un avversario che mi mette in difficoltà perché non ha colpi deboli, è completo”.

L’analisi combacia con l’andamento anche del match di Shanghai, dove il greco dalla grande fantasia ma sempre un po’ altalenante come intensità non riesce a concretizzare i due set point sul 5-6 iniziale, e ha bisogno del tie-break per chiudere il primo set. Soluzione alla quale deve ricorrere anche nel secondo parziale nel quale si fa riprendere il break di vantaggio, contro un avversario che somiglia a Djokovic, ma ha accelerazioni anche superiori, a partire dal servizio, e soluzioni tattiche in continua evoluzione.

 

Anche se paga ancora la mancanza di esperienze nei match importanti, sulle ribalte importanti. Come nella natia Montreal, dove ha ceduto nel terzo turno a Khachanov: “Quando ci sono tante cose in ballo, quando hai superato scogli importanti (i connazionali Pospisil e Raonic), quando il traguardo si avvicina, arrivano i nervi. Lo so, fa parte del percorso. So che devo ancora migliorare delle cose in questo tipo di partite e gestire meglio questo tipo di momenti. Ma non avevo mai sentito uno stadio gridare così tanto, in un’atmosfera così. E’ stato incredibile. C’era tanta pressione sul mio nome, credo di averla gestita abbastanza bene, devo comunque essere orgoglioso di com’è andata”.

Altra analisi che si riscontra a Shanghai, con errori-chiave del canadese nei momenti clou: dal doppio fallo nel tie-break allo smash sul 5-5, ai due errori da fondo nel secondo tie-break. Ma anche negli acuti che sa regalare, e dalla freddezza che sa sfoderare nel fronteggiare tre delicatissimi break-joint sul 5-5 del secondo set e nella personalità nel cercarli, quei vincenti, da fondo come a rete, come al servizio. Per cui, anche nella sconfitta, Shanghai conferma che il futuro è con Aliassime, il predestinato dalle mani dolci, nato nello stesso giorno di sua maestà Roger Federer, cioé l’8 agosto, anche se 19 anni dopo, nel 2000, che ha salutato i tifosi italiani prima di scoprirli di persona a novembre: “Ho sentito grandi cose della gara di Milano e sulle cose nuove che porta nel tennis, così non vedo l’ora di giocare un buon tennis lì, insieme a tanti altri giovani. Ci vediamo a Milano”.

 

Sarà un’altra primizia dell’innovativo torneo Atp Tour. Infatti, Auger-Aliassime, che in passato ha avuto problemi di tachicardia e poi ha avuto bisogno di un po’ più di tempo dei coetanei per svilupparsi fisicamente, a febbraio ancora non era entrato fra i “top 100”. Poi, a Rio, da numero 104, ha toccato la prima semifinale e anche la prima final, più giovane nei tornei “500” dal 2009 (battuto da Djere), ad agosto è salito al 19, grazie Ale tre finali stagionali. Sulla terra di Lione, si è arreso al beniamino di casa, Benoit Paire e, sull’erba di Stoccarda, al romano Matteo Berrettini.

Laureandosi però più giovane a centrare questa triplice da così giovane, dopo Rafa Nadal, che ci riuscì a 17-18 anni (2004 Auckland, 2004 Sopot, 2005 Costa do Sauipe). Al di là del difficilissimo paragone con Rafa, il canadese è anche il più giovane dei “top 100”, advani ai ventenni Alex de Minaur (finalista alle Next Gen finals 2018) e Shapovalov. Anche se l’italiano Jannik Sinner, 18, wildcard italiana al torneo del Palalido di Milano, è al numero 127 e punta entrare fra i ”top 100” entro la fine dell’anno

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