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Campioni next gen

Next Gen (quasi) tutti al verde

Djokovic, Nadal e Federer. Ancora loro. Sempre loro. A Wimbledon a dominare è stata la ‘Old Gen’, impreziosita da Bautista-Agut, per un’età media dei semifinalisti all’All England Club di 33,5 anni. E la Next Generation?

di | 12 luglio 2019

Una volee bassa di diritto di Stefanos Tsitsipas

Una volee bassa di diritto di Stefanos Tsitsipas

Non è andata benissimo, ai Next Gen, la stagione sull'erba. Il migliore è stato senza ombra di dubbio Ugo Humbert, unico a raggiungere la seconda settimana a Wimbledon. Il talentuoso transalpino, alle prime vere esperienze sui prati, ha scelto di disputare ben quattro tornei di preparazione su erba, così da arrivare al meglio allo Slam londinese. La fortuna gli ha dato una mano nel match d’esordio contro Gael Monfils, che si è dovuto ritirare nel quinto set per un infortunio, ma il cammino del mancino di Metz è stato esaltante grazie ai successi su Marcel Granollers e, soprattutto, Felix Auger-Aliassime. Humbert ha dimostrato grande adattabilità alla superficie per via delle sue caratteristiche: alto ma leggero, abile negli spostamenti, grande mano e ottimo timing. L’impressione è che, nei prossimi anni, l’erba possa diventare la sua migliore terra di conquista.

Felix, la strada è quella giusta

Sconfitto al terzo turno dallo scatenato Ugo Humbert, Felix Auger-Aliassime ha disputato una stagione su erba di primissimo livello. Finale a Stoccarda, semifinale al Queen’s e terzo turno a Wimbledon. Dall’enfant prodige canadese ci si aspetta sempre l’acuto, ma non va dimenticato che gli anni da compiere, il prossimo 8 agosto, sono solamente 19. L’impressione è che abbia tutte le carte in regola per poter dominare, in futuro, su questa superficie. Mobilità fuori dal comune che ricorda il miglior Djokovic, fondamentali equilibrati e una concentrazione fuori dal comune. A Londra è stato punito da una giornata all’insegna degli errori gratuiti, ma le sensazioni sono state comunque piuttosto positive.

'Shapo', vale?

Chi sta attraversando un periodo decisamente negativo è Denis Shapovalov. Dopo i primi exploit nel circuito, in molti si chiedevano quanto il nativo di Tel Aviv, grazie al suo tennis champagne, avrebbe vinto in carriera sull’erba. I paragoni con McEnroe si sprecarono, ma il canadese non sembra aver ancora trovato il feeling giusto con la superficie. Nella sua giovanissima carriera ha raccolto la miseria di 3 vittorie su 12 incontri con tanto di sconfitta all’esordio a Wimbledon 2019, senza raccogliere alcun set, contro Ricardas Berankis.

Delusione Tsitsipas

La grande delusione ‘Next Gen’ a Wimbledon è giunta da Stefanos Tsitsipas, sconfitto in cinque set da un fantastico Thomas Fabbiano al primo turno dello Slam londinese. Tommy ha disputato un incontro quasi perfetto, ma il greco non ha saputo sfruttare le occasioni e l’inerzia psicologica dopo aver vinto un incredibile quarto set. La sensazione è però che, rispetto ad altri coetanei, Tsitsipas abbia bisogno di maggior tempo per far propria la superficie a causa di evidenti difficoltà in risposta e negli spostamenti.

Popyrin, la sorpresa

Alto, potente, buona propensione al gioco offensivo e una grande voglia di arrivare in vetta. A Wimbledon sono arrivate importanti conferme sulla crescita esponenziale di Alexei Popyrin. L’australiano di origini russe, classe 1999, ha superato di slancio le qualificazioni a Londra per poi sconfiggere in tre set Pablo Carreno Busta. Trovatosi quindi di fronte e Daniil Medvedev, Popyrin ha lottato strenuamente per quattro set dimostrando grande adattabilità alla superficie nonché propensione alla lotta. Il futuro del giovane Alexei, a Wimbledon, potrebbe regalare interessanti sorprese.
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