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L'Arabia Saudita si prende anche le Next Gen Finals

Le Next Gen Finals si giocheranno a Jeddah dal 2023 al 2027. L'annuncio ufficiale. Il montepremi sarà di 2 milioni di dollari

24 agosto 2023

L'Arabia Saudita entra nella geografia del grande tennis. Dal 28 novembre al 2 dicembre, infatti, Jeddah ospiterà l'edizione 2023 delle Next Gen ATP Finals. Il torneo si giocherà al King Abdullah Sports City e metterà in palio un montepremi record di 2 milioni di dollari, e resterà in Arabia Saudita fino al 2027. Le Next Gen ATP Finals sono il primo evento in Arabia Saudita nel circuito ATP. 

"Il circuito ATP è sempre più globale, esplorare nuovi mercati è essenziale per la crescita del gioco - ha detto il presidente dell'ATP Andrea Gaudenzi -. Portare le Next Gen ATP Finals a Jeddah è la nostra occasione per ispirare nuovi tifosi in una regione con una vasta popolazione giovane".

"Siamo molto fieri che l'ATP abbia selezionato Jeddah per ospitare un evento così importante - ha aggiunto Arij Mutabagani, presidente della Saudi Tennis Federation-. Le Next Gen ATP Finals incarnano la filosofia della nostra federazione, che vuole ispirare i giovani talenti del nostro sport al massimo livello".

Lo sport in Arabia Saudita per il piano "Vision 2030"

Dunque si allarga il ventaglio di eventi sportivi che danno corpo al piano "Vision 2030" del principe Mohammed Bin Salman. Un progetto di lungo periodo da 7 mila miliardi che ha l'obiettivo di diversificare l'economia del Paese. 

Il Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano dell'Arabia Saudita , è propietario del Newcastle, squadra di calcio della Premier League, e di quattro squadre del campionato nazionale che sta attirando stelle come Cristiano Ronaldo, Karim Benzema e Mohammed Salah. 

Ma non è solo il calcio a interessare il fondo. Secondo un rapporto del 2021 di Grant Liberty, gruppo che si occupa di diritti umani, tra 2017 e 2021 gli investimenti sauditi nello sport raggiungevano il miliardo e mezzo di dollari. Ne fanno parte l'accordo decennale con la WWE per il wrestling, l'espansione nel mondo della Formula 1 attraverso la Aramco che è sponsor del circus e di una delle scuderie, la Aston Martin. Peraltro il PIF è socio di maggioranza anche nella relativa casa automobilistica.

Il più discusso degli investimenti rimane il LIV Tour, il circuito di golf che ha sottratto le star al PGA Tour. L'operazione è costata 2,5 miliardi di dollari. Star come Phil Mickelson e Dustin Johnson, ha sottolineato Wertheim nel suo servizio per "60 Minutes", hanno cambiato bandiera per circa 100 milioni di dollari a testa. A inizio giugno, i due circuiti si sono fusi: una vittoria per i sauditi.

Il piano ha l'obiettvo di ridurre la dipendenza dell'economia nazionale dal petrolio, ma secondo molti l'investimento nello sport è solo "sportwashing", ovvero un tentativo di ripulire la reputazione internazionale dell'Arabia Saudita e dello stesso bin Salman, secondo la CIA accusato di aver approvato l'assassinio del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi nel 2018.

Yara Alhogbani, fra tennis e moda

L'autorevole giornalista USA Jon Wertheim ha raccontato il ruolo dello sport in Arabia Saudita e intervistato il principe Abdulaziz bin Turki Al Saud, Ministro per lo Sport, per un servizio nel programma di inchieste della CBS "60 Minutes". 

Per il Ministro dello sport, questo massiccio investimento è anche un viatico per allentare una serie di leggi e convenzioni restrittive. Ad esempio le donne ora possono guidare, tenere la testa scoperta, avere un passaporto, viaggiare da sole senza un uomo. Gli effetti si vedono anche nello sport: Rasha Al Khamis, è la prima coach certificata di pugilato della nazione. Nel tennis si sta affermando la diciottenne Yara Alhogbani che si allena nell'Academy di Rafa Nadal, a Manacor, è già molto richiesta nella moda e punta a diventare un esempio per l'Arabia Saudita. 

Ma ogni forma di dissidenza rimane severamente punita con torture e lunghe pene detentive. L'anno scorso 81 persone sono state impiccate: secondo le informazioni in possesso di Amnesty International, due degli 81 prigionieri erano stati condannati per aver preso parte a proteste violente contro il governo.

Secondo molte voci critiche, l'investimento nello sport è solo un'avanzata iniziativa di "sportwashing", ovvero un tentativo di ripulire la reputazione internazionale dell'Arabia Saudita e dello stesso bin Salman, secondo la CIA accusato di aver approvato l'assassinio del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi nel 2018.

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