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Il 2 febbraio 2004 dopo la vittoria all'Australian Open, Roger Federer diventava per la prima volta numero 1 del mondo. Sarebbe rimasto in vetta al ranking 237 settimane di fila, fino al 17 agosto 2008. Un record imbattuto e mai nemmeno avvicinato
di Alessandro Mastroluca | 02 febbraio 2024
Il 2004 è un anno particolare. Non esiste ancora Twitter,ma un social network ancora per pochi che si chiama FaceMash. In Italia esce al cinema il thriller giudziario "La Giuria" con Gene Hackman, Dustin Hoffman e un indecifrabile John Cusack. E in testa alla hit parade c'è "Dragostea din tei", tormentone irresistibile di Haiducii. Nel tennis, a febbraio 2004 "finisce l'era della parità" come scrive Cristopher Clarey nel suo libro The Master. Un libro dedicato a Roger Federer, il campione che chiude quell'era. Il campione che il 2 febbraio 2004 diventa per la prima volta numero 1 del mondo.
Il 2004 è un anno particolare anche per lui. Ha scelto di viaggiare senza coach, dopo aver chiuso la collaborazione con Peter Lundgren. Il suo primo Slam vissuto così, l'Australian Open, ha un primo snodo cruciale negli ottavi. E' il giorno della festa nazionale australiana, e di fronte ha l'australiano che gli ha messo più dubbi, quel Lleyton Hewitt che in Coppa Davis gli aveva rimontato due set di vantaggio su quello stesso campo pochi mesi prima. Quel giorno di settembre Svizzera e Australia avevano deciso di mettere in palio, per la nazione vincitrice, un trofeo dedicato a Peter Carter, il coach australiano, primo mentore di Federer, morto in un incidente in Sudafrica. E la sconfitta gli pesava anche per quello.
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Federer perde il primo set, non si fa distrarre dai fuochi d'artificio e vince. Si prende la sua vendetta e si mette in marcia. Batte David Nalbandian nei quarti: è la seconda vittoria consecutiva contro l'argentino che l'aveva battuto in tutti i primi cinque confronti diretti.
La semifinale contro Juan Carlos Ferrero vale doppio. L'eliminazione di Andy Roddick, numero 1 ATP dal primo novembre 2003, diventato il più giovane statunitense a chiudere una stagione in testa al ranking ATP dal 1973, apre le porte del cambio al vertice. Federer sa che battendo Mosquito sarebbe numero 1 del mondo dal 2 febbraio 2004, comunque vada poi il suo Australian Open. Mosquito, che scende in campo fisicamente non al meglio, perde in tre set.
E tre set durerà anche la finale contro Marat Safin, che per arrivarci ne ha giocati 27 in sei partite. Ha eliminato al quinto Roddick prima e poi Andre Agassi in semifinale. Si è messo alle spalle un 2003 difficile, segnato da un infortunio al polso. A dicembre si è allenato per oltre un mese Ma da dicembre si allena a Monte Carlo con Walt Landers, preparatore atletico nato in Polonia che ha usato alcune delle tecniche di preparazione di Sebastian Coe, oro olimpico dei 1500 metri nel 1980 e 1984.
Safin non ha più energie. Federer vince il suo secondo Slam consecutivo, e interrompe una serie di otto major vinti da otto giocatori diversi. E si prende il trono del tennis mondiale. "Voglio restarci il più a lungo possibile" dice. Mantiene la promessa. Ci resterà per 237 settimane di fila, fino al 17 agosto del 2008. Diventeranno 310 in totale, record allora poi superato da Novak Djokovic che festeggia le 410 questa settimana.
Ma quei quattro anni e mezzo di fila in testa alla classifica rimangono un primato mai nemmeno avvicinato prima e dopo. La seconda striscia più lunga, infatti, è di Jimmy Connors rimasto numero 1 del mondo per 160 settimane di fila dal 29 luglio 1974 al 22 agosto 1977.
Il mondo, quel 2 febbraio, si preparava a cambiare. Due giorni l'avvento del nuovo dominatore del tennis, FaceMash avrebbe cambiato nome. Sarebbe diventato Facebook. E niente, nel tennis e fuori, sarebbe più stato lo stesso.