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Cobolli e Arnaldi, gli applausi non bastano

Cobolli e Arnaldi si guadagnano gli apprezzamenti dei tifosi, ma non riescono a battere Stefanos Tsitsipas e Ben Shelton ad Acapulco

29 febbraio 2024

Matteo Arnaldi in azione ad Acapulco (Getty Images)

Matteo Arnaldi in azione ad Acapulco (Getty Images)

In una serata di emozioni forti, davanti a un pubblico partecipe e divertito, Matteo Arnaldi gioca un gran secondo set, si batte con tutto quel che ha, ma cede 76(1) 36 63 contro Ben Shelton. Fuori anche Flavio Cobolli, battuto 63 76(3) da Stefanos Tsitsipas che raggiunge il quarto di finale numero 70 in carriera nel circuito ATP. Finisce così negli ottavi il percorso dei due italiani nel'Abierto Mexicano Telcel presentado por HSBC, ATP 500 sul duro (Solflex, montepremi $2.377.565) all'Arena GNP Seguros di Acapulco, in Messico.

TSITSIPAS FERMA COBOLLI

Tsitsipas, semifinalista a Los Cabos la scorsa settimana nell'unico altro torneo stagionale in cui è arrivato ai quarti, ha servito invano per il match sul 5-4, Cobolli è salito 5-2 nel tie-break e con due servizi a disposizione ma ha visto sfumare l'occasione di allungare al terzo set.

"Non era una montagna facile da scalare - ha detto Tsitsipas -. E' stata una rimonta incredibile, soprattutto in un momento simile del match dopo che avevo anche servito per chiudere la partita. Non è qualcosa che ti aspetti, ti vengono tanti dubbi. Penso che in quel momento sono riuscito a mantenere la calma, mi sono rifiutato di andare al terzo set ed è stato molto importante".

ARNALDI CEDE A SHELTON

Arnaldi gioca alla pari contro il semifinalista dell'ultimo US Open, ma finisce per pagare il 49% di prime in campo e il 48% di punti vinti con la seconda. Merito in gran parte, va riconosciuto, dell'esplosività di Shelton, fulminante non solo al servizio ma anche in risposta.

Shelton squaderna un tie-break da campione per chiudere il primo set. Arnaldi scava un solco cruciale con un break al primo turno di risposta del secondo set, che gioca con intelligenza, scelte oculate e varietà di soluzioni. Abbina rincorse e attacchi, una più costante ricerca della rete e alza così il livello di spettacolo. Il confronto con Shelton, che chiuderà la partita con 33 vincenti e 32 punti vinti su 53 discese a rete, si accende e il pubblico ne diventa parte. Si alzano i cori "Matteo, Matteo!", che si abbinano agli incitamenti per lo statunitense protagonista di un tennis di potenza e tocco di elevata qualità. Si vede più di una ola, che non a caso è nata come coreografia di gioia sportiva proprio in Messico ai Mondiali di calcio del 1986.

Nel terzo set Arnaldi è costretto da subito a navigare controvento.  Va sotto 0-3, tiene il servizio dopo un quarto game ingarbugliato e lottato. Shelton inizia di fatto a vincere nel game successivo. La sua reazione è da campione spavaldo, quattro serve and volley, uno più bello dell'altro, uno più efficace dell'altro. E costruisce così il percorso per il suo terzo quarto di finale in stagione.

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