-
Atp

Berrettini torna Hammer: vince Murray, ma i segnali sono buoni

Matteo Berrettini cede in rimonta contro l'ex numero 1 del mondo. Ha giocato bene ma non è bastato ad evitare la quarta sconfitta in quattro partite a Miami. Paura per un capogiro alla fine del secondo set

di | 20 marzo 2024

La delusione di Matteo Berrettini a Miami (Getty Images)

La delusione di Matteo Berrettini a Miami (Getty Images)

Ci era mancato un Matteo Berrettini così. Nonostante la sconfitta alla distanza, si è rivisto l'Hammer, seppur più prudente nei movimenti soprattutto al servizio. Dopo due ore e cinquanta minuti, l'azzurro ha finito per cedere 46 63 64 contro Andy Murray, con il rimpianto per qualche occasione mancata e l'orgoglio di essersi di nuovo sentito giocatore contro un top player. "Life in the old dog yet", ha scritto sull'obiettivo della telecamera Murray, che ha festeggiato la quarta vittoria stagionale: è una tipica frase inglese, "il vecchietto ce la fa ancora" la potremmo tradurre.

 All’Hard Rock Stadium, la “casa” dei Miami Dolphins di football NFL, Berrettini suona una musica basso e batteria, più in battere che in levare. Prendere o lasciare. Il romano lascia il torneo, ma prende un grande capitale in termini di sensazioni positive, di conferme per il resto della stagione.

Certo, resta la quarta sconfitta in quattro partite giocate in carriera al Miami Open, il secondo ATP Masters 1000 stagionale (montepremi di 8.995.555), e l'unico insieme a Parigi-Bercy in cui non sia mai riuscito a passare un turno in carriera. Ma gli aspetti positivi nel suo tennis, nel suo modo di stare in campo, sono innegabili e bilanciano anche la paura per il piccolo capogiro verso la fine del secondo set.

Il break al primo game decide al primo set. Berrettini riesce a mantenere un rendimento continuo con il diritto e sicuro al servizio, lo dimostra il 79% di prime in campo con il 77% di punti. Cancella due chance del potenziale contro-break prima di salire 4-2 e concedersi anche un passante vincente di rovescio a una mano per lui inusuale. Visto il risultato Matteo forse si offenderebbe, per citare De André, se qualcuno lo chiamasse un tentativo.

Il set procede senza scossoni. L'azzurro chiude dopo 50 minuti al secondo set point con un capolavoro di diritto lungolinea che fa scattare in piedi Umberto Rianna nell'angolo riservato al suo staff. Si diverte anche Paolo Maldini, appassionato di tennis (qualcuno lo ricorderà iscritto in doppio al Challenger di Milano del 2017). "Con lui abbiamo parlato delle situazioni, dei problemi, delle differenze tra sport individuali e di squadra. Mi ha dato grandissima fiducia parlare con lui, mi ha fatto capire che c'è ancora tanto da dare, che le carriere sono lunghe e le emozioni si continuano a sentire" raccontava Berrettini a febbraio nel corso di una conferenza stampa via Zoom in cui ha annunciato il suo rientro in campo al Challenger di Phoenix. 

Murray, comunque, qualcosa inizia a cambiare già a partire dai game conclusivi del primo set. Il britannico, due volte campione a Miami, ha tenuto a zero l'ultimo turno di battuta del primo set e i primi due del secondo. Frustrato dai suoi errori in manovra, lo scozzese cambia strategia. Avanza la posizione in risposta, aggredisce prima con il diritto. E può giocare con maggiore libertà al servizio: non a caso in risposta Berrettini vince quattro punti nel set.

 Il risultato matura al sesto gioco. Murray, terzo giocatore in attività con almeno 30 partite vinte a Miami, vince un game dei suoi e piazza il break del 4-2. Berrettini, che sembra accusare un po' di disabitudine al ritmo partita, comprensibile al secondo torneo consecutivo dopo sei mesi di stop. Mette meno prime in campo al servizio (54%) e in percentuale ne ricava meno punti (73% con un vulnerabile 54% di resa con la seconda). In più, vince solo sei dei venti scambi durati almeno cinque colpi nel secondo set.

Si spaventa, poi, al tramonto del set. Mentre sta servendo una prima ha un mancamento. Non sviene, come invece successo durante le qualificazioni a Arthur Cazaux che ha trascorso una notte in ospedale per accertamenti, ma il gioco chiaramente si interrompe. Gli misurano la pressione, verificano che sia tutto ok. Berrettini assume zuccheri e fa segno che vuole riprendere il gioco. Murray, non distratto né rallentato, continua la marcia e dopo altri 50 minuti allunga il match al terzo. 

LIVESCORE

ORDINE DI GIOCO

TABELLONE SINGOLARE

TABELLONE DOPPIO

TABELLONE QUALIFICAZIONE

Andy Murray in azione a Miami (Getty Images)

Berrettini è chiaramente affaticato, i suoi turni di battuta durano quasi il triplo di quelli dello scozzese. Il romano manca cinque palle game e va sotto 0-2, rischia di trovarsi 1-4 ma si salva, e non sfrutta tre occasioni consecutive per agganciare l'ex numero 1 del mondo sul 3-3. L'azzurro si scioglie negli ultimi game, si gioca il tutto per tutto. Attraversare le difficoltà non l'ha mai spaventato, anzi è da questo che trae la sua forza. Anche nel finale complesso di una partita ingarbugliata, Berrettini mette in campo tutto quello che ha e si gioca l'all-in con quanto fiato ha in gola. Ma non basta. 

Sarà Murray, che si lamenta per la luminosità degli schermi a fondo campo e della spider-cam, ad affrontare al terzo turno l'argentino Tomas Martin Etcheverry, numero 30 del mondo, famoso qualche tempo fa per il cartello con i punti che gli mancavano per raggiungere Novak Djokovic in classifica. 

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti