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Troppi infortuni, palline sotto accusa: la protesta dei tennisti

Infortuni, lesioni, infiammazioni. Ormai si scende in campo chiedendosi con che palle si giocherà. Carreno Busta: "Il mio infortunio al gomito proviene da lì"

di | 10 ottobre 2023

Grande la confusione sul circuito Atp in merito alla scelta delle palle da gioco da parte degli organizzatori dei tornei. Mossi dall'intenzione di rallentare il ritmo di gioco, così da alimentare scambi sempre più lunghi ed emozionanti, ma al tepo stesso non vincolati da alcun obbligo e quindi liberi di fare le loro scelte nel modo economicamente più vantaggioso per loro, sul circuito si è giunti ad uno scenario "complicato", per dirla come Carlos Alcaraz, in cui alla vigilia di ogni torneo ci si trova a chiedersi: "Come saranno le palle da gioco?".

Se per il murciano la differenza resta pur sempre "un qualcosa a cui un tennista si deve saper adattare", non sono poche invece le critiche levatesi da diversi giocatori del circuito, top player o profili meno in vista, concordi gli uni con gli altri nell'individuare proprio nelle palline da gioco la causa principale di frequenti infortuni occorsi a spalla, gomito e polso. 

Per Taylor Fritz i continui cambi di palle nei tre tornei di avvicinamento agli US Open hanno contribuito all'insorgere dei problemi al polso con cui l'americano ha dovuto combattere dalla fine dell'estate; "dopo averci giocato qualche scambio", ha rilanciato Daniil Medvedev al termine del China Open, "diventano troppo grandi e soffici, sembrano dei pompelmi. Giochiamo scmabi di 30 colpi per lo più perché è impossibile colpire un vincente"; più tranchant Craig Boynton, coach di Hubert Hurkacz, secondo cui "non si dovrebbe giocare con certe palle sul circuito Atp"; e anche Stan Wawrinka, meno di due settimane fa, ha rilanciato il j'accuse di Zizou Bergs riguardo "ai tanti infortuni al polso che si potrebbero evitare non cambiando ogni settimana le palle da gioco".

L'ultimo giocatore a sostenere la causa di una maggiore uniformità in materia di palle da gioco, causa tanto più urgente se riferita ai tornei di preparazione in vista di un Grand Slam, è stato lo spagnolo Pablo Carreno Busta. Vincitore a Montreal un anno fa del suo primo e unico Masters1000, lo spagnolo a febbraio ha dovuto fermarsi per via di un infortunio al gomito che continuava a tormentarlo. Nessuna operazione però. Si scelse una terapia conservativa che a oggi non sembra ancora aver dato i risultati sperati. Tornato a parlare con Punto de Break, l'ex n.10 del mondo, ha raccontato come secondo lui il suo inortunio sia legato al costante cambio di palle adottato dai diversi tornei del circuito: "Sono sicuro che la palle da gioco hanno a che vedere con questa lesione. Prima del Roland Garros mi stavo allenando con alcune palle in Accademia e le cose andavano bene. Poi quando ho iniziato a giocare con quelle del Roland Garros mi sono dovuto fermare dopo 20' perché si era di nuovo tutto infiammato".

Nessun dubbio quindi per lo spagnolo: "E' chiaro che le palle sono molto diverse e il cambio continuo influsice. La scorsa settimana abbiamo giocato con una marca, oggi con un'altra. Ma sul circuito Challenger è ancora peggio perché si cambia più spesso. Comunque, anche su quello Atp non si giocano mai due tornei con le stesse palle. Nello stesso swing, in Australia o sulla terra battuta, capita di cambiarle più volte. E questo giusitifica il maggor numero di lesioni".

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